giovedì 28 febbraio 2008

Facciamo che...


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Una pagina del miglior Stefano Benni in "La compagnia dei Celestini" racconta la partita di "facciamo che", variante estrema della pallastrada da giocare 5 contro 5.

Facciamo che Napoli si ritrova invasa di monnezza, tanto da non poter evitare di camminarci in mezzo, sopra, sotto.
Facciamo che i Napoletani, stufi dopo 15 anni di emergenza-rifiuti, cominciano a protestare contro il malgoverno.
Facciamo che la popolazione chiede di organizzare un moderno ciclo di smaltimento dei rifiuti fatto di limitazione degli imballaggi inutili, riuso dei vuoti, raccolta differenziata, trattamento dei rifiuti tossici, riciclaggio di carta, legno, vetro, metalli e plastica, compostaggio dei residui organici e, infine, messa a discarica del restante e innocuo 10% dei rifiuti solidi urbani.
Facciamo che il governo impone invece la termovalorizzazione cancerogena del "rifiuto tal quale" a cui le comunità interessate oppongono un netto NO.
Facciamo che coloro che civilmente e pacificamente protestano, difendendo i propri diritti e proponendo soluzioni buone al posto di soluzioni cattive, vengono solennemente manganellati dalle forze di polizia.
Facciamo che i cittadini che protestano pacificamente aumentano e che aumentano in proporzione le manganellate. E che di conseguenza ci sono ulteriori proteste e ulteriori manganellate.
Facciamo che la protesta pacifica diventa ribellione...

Facciamo che le popolazioni del Delta del Niger vedono sfruttate le proprie risorse petrolifere dalle multinazionali occidentali senza averne nessun beneficio, continuando a vivere in estrema povertà.
Facciamo che gli accordi commerciali prevedono che il Pakistan può comprare tecnologie dall'Europa ma non può vendere in Europa i propri prodotti agricoli per pagarsi le tecnologie acquistate.
Facciamo che alle Maldive da 25 anni governa un dittatore nepotista e sanguinario a botta di torture, sparizioni e repressione del dissenso, mentre i turisti europei e americani se la godono alla grande sulle spiagge.
Facciamo che in Botswana l'AIDS è talmente diffuso tra uomoni e donne da ridurre l'aspettativa media di vita a 40 anni, ma che le case farmaceutiche europee e americane rifiutano di ridurre il costo delle medicine (e gli altissimi profitti), impedendo alle masse povere di curarsi.
Facciamo che...
Facciamo che...
Facciamo che...


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