Il BIPPIblog si occupa di educazione alla cultura della pace.
Non è una cosa che mi sono inventato io.
Il concetto di Cultura della Pace fu formulato al Congresso Internazionale sulla Pace in Costa d'Avorio nel 1989. Il Congresso raccomandò all'UNESCO di lavorare per costruire una nuova visione della pace basata sui valori universali di rispetto per la vita, libertà, giustizia, solidarietà, tolleranza, diritti umani e uguaglianza tra uomo e donna.
Poi se ne è discusso ai massimi livelli internazionali per oltre dieci anni tra congressi, forum, conferenze, commissioni e assemblee, uno sforzo diplomatico immane per arrivare alla risoluzione 53/243 del 13 settembre 1999 con cui l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione per una Cultura della Pace.
Essa afferma che “dal momento che le guerre hanno inizio nella mente degli uomini, è nella mente umana che bisogna iniziare a costruire la pace”.
L'educazione alla cultura della pace è "costruire la pace nella mente degli uomini".
Questo dovere educativo "compete a genitori, insegnanti, politici, giornalisti, organismi e gruppi religiosi, agli intellettuali, a quanti sono impegnati in attività scientifiche, filosofiche, creative e artistiche, agli operatori in campo sanitario e umanitario, agli operatori sociali, ai dirigenti a vari livelli come pure alle Organizzazioni Non Governative". (art.8 della Dichiarazione)
Tutti gli attori della società civile sono chiamati dalla massima autorità mondiale a guidare i giovani verso una cultura di pace, ossia verso un "insieme di valori, atteggiamenti, tradizioni, modi di comportamento e stili di vita fondati sul rispetto per la vita, sulla fine della violenza e sulla promozione e la pratica della nonviolenza tramite l’educazione, il dialogo e la cooperazione". (art.1 della Dichiarazione)
L'educazione alla cultura della pace è dare ai giovani modelli culturali che li orientino verso l'incontro e non verso lo scontro, verso il dialogo e non verso la lotta, verso la comprensione e non verso il pregiudizio, verso il diritto e non verso la sopraffazione, verso il rispetto della diversità e non verso la sua demonizzazione. Costruire questi valori nella mente dei giovani tutti insieme, con pazienza certosina, in ogni angolo della loro vita quotidiana.
1 commento:
Una cosa che mi riesce difficile tradurre in parole è la differenza di approccio tra il deputato europeo Madron Seligman, che ha parlato di "cancellare la guerra dal menu degli uomini", e la "costruzione di una cultura di pace" del Congresso internazionale sulla pace in Costa D'Avorio, 1989.
Pace non è solo assenza di guerra. Costruire una cultura della pace lo sento più come partire dalle fondamenta e costruire qualcosa di nuovo piuttosto che guardare a ciò che è lì, e cercare di rimuoverlo.
"Come il ramoscello è piegato, così cresce l'albero". Per rendere permanente questo cambiamento culturale credo che dobbiamo guardare ai giovani, creare questa cultura a livello di base. Ma certamente si renderebbe la crescita molto più forte se si potesse anche rimuovere l'ombra della guerra, e lasciare splendere il sole dove sono piantati i semi di pace.
"Pax in Spinus" suggerisce che la pace viene dalla guerra. Io invece voglio credere che la pace ha una vita propria.
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