venerdì 5 dicembre 2008

Le bombe a grappolo finiscono al bando. Era ora!

Non mi sembra di aver letto titoli a tutta pagina sulla firma del trattato che vieterà la produzione, lo stoccaggio e l'uso delle bombe a grappolo (cluster bombs). Evento sicuramente meno importante dell'arrivo di Beckham al Milan, lo capisco. Mi permetto solo di segnalare un breve video che forse chiarisce meglio di tante parole cosa provoca un bombardamento con cluster bombs su un territorio abitato.
Si aggiunga che spesso alcune di queste piccole bombe rimangono inesplose sul territorio in attesa del prossimo bambino di passaggio che le toccherà, facendosi saltare un piede o peggio.

Unimondo ci informa che centinaio di nazioni - tra cui l'Italia - hanno iniziato ieri a firmare presso il municipio di Oslo, in Norvegia, la Convezione internazionale che mette al bando le 'cluster bomb', o bombe a grappolo, responsabili della morte e della menomazione di migliaia di persone. Seppur manchino all'appello alcuni tra i maggiori produttori dei micidiali ordigni - tra cui Stati Uniti, Cina, Russia, Israele, India e Pakistan che hanno disertato fin dall'inizio il 'processo di Oslo'- "è una giornata storica perchè oggi abbiamo confermato che le bombe a grappolo saranno vietate per sempre" - ha detto il premier della Norvegia, Jens Stoltenberg, primo firmatario dell'accordo. "Questa convenzione renderà il mondo un posto più sicuro e più piacevole in cui vivere" - ha aggiunto Stoltenberg.

Chi ragiona così tanto da chiedersi come mai all'appello mancano proprio i Paesi militarmente più aggressivi troverà in rete parole inneggianti alla sacralità della difesa nazionale e alla necessità di dotarsi di strumenti bellici efficaci. Se, come sostengono all'UNESCO, l'educazione alla cultura della pace è costruire la pace nella mente degli uomini, in questi Paesi ci sono ancora ponti interminabili da costruire.


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