Il primo dicembre si celebra la Giornata Mondiale per la lotta all'AIDS il cui scopo è diffondere consapevolezza dei comportamenti individuali per affrontare la pandemia che ad oggi avrebbe ucciso oltre 25 milioni di persone in tutto il mondo, il che ne fa una delle più terribili epidemie della storia. Nel solo 2005 sono stati stimati circa 3,1 milioni di morti di cui 570.000 bambini. 40 milioni di persone oggi vivono infette da HIV in tutto il mondo. 33,2 milioni sono gli ammalati di AIDS, di cui 2,1 milioni sono bambini di eta' inferiore ai 15 anni. La Giornata Mondiale vuole mantenere accesi i riflettori su questo disastro umanitario che affligge in particolare le zone più povere del pianeta, essendo la causa diretta di quasi il 5% dei decessi al mondo.
"Meno persone muoiono oggi di AIDS e meno persone sono infette da HIV, ma l’AIDS rimane ancora oggi una delle prime dieci cause di morte nel mondo e la principale in Africa". Lo afferma il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon nel suo messaggio per la 'Giornata mondiale dell'AIDS' che si celebra oggi. Nonostante i passi avanti ottenuti grazie ai "governi che mantengono i loro impegni di accrescere l’accesso universale a attività di prevenzione, trattamento, cura e sostegno (…) non c’è spazio per il compiacimento", sottolinea Ban Ki-moon, secondo il quale è importante eliminare "la discriminazione che ancora pregiudica la possibilità che molti possano apprendere come prevenire l’HIV e ottenere trattamenti terapeutici".
L’HIV/AIDS è una vera catastrofe umanitaria. Ogni giorno si verificano 13.700 nuove infezioni da HIV, il 90% delle quali sono nel mondo in via di sviluppo. 3,4 milioni di persone in Africa vengono infette ogni anno. Tra queste oltre il 50% sono giovani fra i 15 e i 24 anni di età.
Ma l’AIDS è anche e soprattutto una malattia della povertà. Anzitutto perché l’ignoranza ne è oggi una delle cause principali. In secondo luogo perché i trattamenti medici sono oggigiorno molto efficaci ma hanno un costo inarrivabile nei luoghi del mondo dove più sarebbero necessari. Motivo ne sia la politica CRIMINALE delle grandi case farmaceutiche che immettono sul mercato solo farmaci brevettati e dal costo altissimo, evitando di rendere disponibili farmaci generici non “di marca” per i Paesi più poveri e condannando praticamente a morte milioni di persone ogni anno.
Grazie all’avidità delle industrie farmaceutiche vi sono Paesi nel mondo, ad esempio nell’Africa subsahariana, in cui intere generazioni di giovani sono a rischio di morte. Nessuno Stato può fare programmi di sviluppo quando deve mettere in conto la perdita di una parte importante della popolazione giovane. In questi Paesi dove non c’è né prevenzione né cura, chi vuole sopravvivere ha solo una possibilità: emigrare in un Paese ricco e sperare di integrarsi nel sistema sanitario locale.
lunedì 1 dicembre 2008
Pace significa anche guerra all'AIDS
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HIV/AIDS
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2 commenti:
Da noi la situazione non è grave ma preoccupa il disinteresse dei governi recenti. Secondo i dati dell'Istituto superiore di sanita', aggiornati al 31 dicembre 2007, in Italia si verificano 4 mila nuove infezioni da HIV ogni anno mentre sarebbero almeno 40mila le presunte infezioni non diagnosticate. Nel nostro Paese sono 1.144 le persone sieropositive che nel 2007 hanno manifestato i segni di malattie conseguenti all'infezione da HIV. Dall'inizio dell'epidemia all'anno scorso sono stati accertati 59.500 malati di AIDS mentre il conteggio dei morti è salito a 35.358.
Oggi in Italia vivono 24 mila persone con l'HIV, stranieri per il 20%. Attualmente la via di trasmissione del virus e' quasi esclusivamente quella sessuale: scende progressivamente, infatti, il numero dei tossicodipendenti che diventa sieropositivo, come il numero dei bambini che si infettano dalle madri. Gli italiani considerano l'AIDS una malattia molto pericolosa ma solo il 6% la teme davvero e solo il 25% dichiara di aver modificato le proprie abitudini sessuali. Secondo il 69% degli Italiani, l'AIDS non fa piu' notizia.
"Ma nel 2007, come ogni anno, altre 4.000 persone si sono infettate con l'HIV, quelle cioè di persone che hanno contratto il virus magari anni prima e che ne sono ancora inconsapevoli" - ha denunciato Rosaria Iardino, presidente del 'Network Persone Sieropositive' (NPS). La tendenza alla diminuzione del numero di casi di AIDS conclamato nel nostro Paese appare sempre meno netta e in alcune Regioni, come il Lazio o la Toscana, si registra addirittura un nuovo incremento. E di AIDS si muore ancora: 190 persone sono morte nel corso del 2007 per le conseguenze dell'infezione da HIV e quasi la meta' (87) sono i deceduti che avevano avuto una diagnosi di AIDS nel corso dell'anno.
I malati denunciano poi: "Ci sentiamo non protetti dalle istituzioni che dovrebbero proteggerci, non garantiti dalle leggi che dovrebbero farci vivere dignitosamente, come tutti. (...). Oggi dell’AIDS non si parla più. Dopo il gran rumore mediatico fatto attorno alla sua minaccia di morte e dolore, notiamo che oggi dell’AIDS si preferisce tacere. Ci chiediamo perché non si facciano ancora campagne di prevenzione e informazione adeguate sull’AIDS. Eppure questa malattia è tutt’altro che svanita, anzi sta investendo sempre più tutti, persone che si ritengono immuni e sono infettate da tempo e non lo sanno. Giovani, eterosessuali, donne e uomini sposati, con un tenore di vita considerato comune e sano".
In un comunicato stampa diffuso per la Giornata Mondiale, la LILA (Lega Italiana per la Lotta all'AIDS, nata nel 1987) "ribadisce la necessità di adeguate campagne informative, di garanzie concrete dei diritti persone sieropositive, di leggi che non discriminino ma che facilitino la prevenzione" e denuncia che "a più di 25 anni dall’inizio della pandemia, si sta ancora lottando affinché si realizzino campagne di prevenzione istituzionali rivolte alla popolazione sessualmente attiva".
Il virus HIV, Virus dell'Immunodeficienza Umana, attacca alcune cellule del sistema immunitario, indebolendolo fino ad annullare la risposta contro virus, batteri, protozoi e funghi. La distruzione del sistema immunitario causa una sindrome che si chiama AIDS (o SIDA: Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita). Una persona affetta da SIDA è maggiormente esposta ad una ventina di infezioni che causano in particolare polmonite, tubercolosi, micosi e alcuni tumori.
L'HIV non si trasmette nei contatti quotidiani. Nessun familiare di una persona sieropositiva è mai stato infettato. In caso di convivenza con una persona sieropositiva é sufficiente rispettare le comuni norme igieniche: non usare oggetti che possono entrare in contatto con il sangue, cioè spazzolini da denti e oggetti taglienti come forbici, rasoi ecc.
L'HIV si trasmette in tre modi:
Per via ematica (scambio di siringhe, trasfusione di sangue infetto).
Per via verticale (dalla madre al figlio durante la gravidanza, al momento del parto o durante l'allattamento).
Per via sessuale (sia omosessuale che eterosessuale).
La via sessuale è diventata il canale principale di trasmissione del virus, presente in grandi quantità nello sperma e nelle secrezioni vaginali.
I rapporti sessuali sono quindi a rischio ed è bene saperne di più e usare precauzioni.
Il rapporto di penetrazione vaginale è a rischio.
Il preservativo, se utilizzato correttamente e dall'inizio del rapporto, protegge.
Il rapporto di penetrazione anale è a rischio. La mucosa anale è delicata e soggetta a lesioni, inoltre nel rapporto anale vi è meno lubrificazione, quindi maggior possibilità di frizione e conseguenti microtraumi.
Anche in questo caso il preservativo, usato correttamente, dall'inizio del rapporto e con un lubrificante adatto, protegge.
La fellatio, (volgarmente chiamato pompino), è a rischio.
Una persona sieropositiva che pratica la fellatio a una persona sieronegativa non rischia di trasmettere l'infezione. Il rischio si corre quando la persona cui è praticata la fellatio è sieropositiva.
Sulla possibilità di trasmissione dell'HIV attraverso la fellatio vi è comunque un dibattito tra chi considera questa pratica a rischio di trasmissione dell'HIV e chi sostiene che la possibilità è solo teorica (plausibilità biologica).
E' comunque consigliabile praticare la fellatio con il preservativo, ma nel caso non lo si utilizzi è necessario evitare lo sperma in bocca.
Il cunnilingo, (stimolazione orale dell'organo genitale femminile) è a rischio.
Le secrezioni vaginali possono contenere il virus HIV, pertanto esiste una possibilità (solamente teorica, perché nella realtà non esistono casi accertati) di trasmissione dell'infezione. Il cunnilingo è da evitare nel caso di mestruazioni.
L'utilizzo della diga interdentale o comunque di uno strato in lattice (che si può ottenere da un preservativo) applicato come barriera elimina il rischio.
L'anilingo (o rimming, o petalo di rosa, in pratica la stimolazione orale dell'ano) è una pratica considerata a rischio per altri tipi di infezione. Per proteggersi è consigliabile l'uso della diga.
Il fisting, cioè la penetrazione vaginale o anale col pugno, è considerata a rischio per la facilità di provocare lesioni attraverso le quali potrebbe passare il virus.
La pioggia dorata (golden shower) può essere pericolosa in presenza di sangue nelle urine.
Il virus HIV non si trasmette abbracciandosi o scambiandosi coccole.
L'atto di abbracciarsi e stringersi non trasmette l'infezione.
L'HIV non si trasmette scambiandosi carezze.
Non è mai stato segnalato un caso di contagio attraverso il bacio.
Masturbare il partner non trasmette l'infezione a condizione che lo sperma o le secrezioni vaginali non vengano a contatto con ferite aperte.
Fare il bagno o la doccia insieme non è un comportamento a rischio.
L'utilizzo in comune di vibratori e altri oggetti di questo tipo è sicuro a condizione che si metta un preservativo sull'oggetto e lo si sostituisca ad ogni nuova penetrazione. Buona pratica è lavare il vibratore o qualsiasi altro oggetto di gioco sessuale con un disinfettante.
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