giovedì 29 gennaio 2009

Congo: i guerrieri del Tantalio

Questo articolo è stato pubblicato sul numero 18/2009 di Notizie Verdi

Fonti ufficiali confermano che duemila soldati dell’esercito ruandese hanno passato il confine con la Repubblica democratica del Congo addentrandosi nella regione del Kivu per un’operazione congiunta tra i due Paesi in caccia delle milizie hutu ruandesi conosciute come Fdlr (Forze democratiche per la liberazione del Ruanda).

Non è una notizia da riempirci le prime pagine dei giornali eppure si tratta di un avvenimento da segnalare. Partiamo dal presupposto che la Rd Congo, ex Zaire, nella sua complessità e vastità, è stata il teatro delle guerre più sanguinose che si ricordino in Africa. La Seconda guerra del Congo, conosciuta anche come “guerra mondiale africana”, ha visto confrontarsi gli eserciti nazionali di otto Paesi e vari gruppi paramilitari su base etnica con un conto di vittime che supera oggi i 5 milioni. Infatti, sebbene la guerra sia ufficialmente finita nel 2003 con l’approvazione democratica di una nuova costituzione ed elezioni libere, gli scontri tra fazioni contrapposte non sono mai veramente terminati, soprattutto nelle regioni frontaliere, e la popolazione ha continuato a pagare un alto tributo.

In realtà il Congo non trova pace da quando nel 1885 fu scelto dall’avido re Leopoldo II del Belgio come sua proprietà coloniale privata, con l’assenso di tutte le potenze coloniali del mondo e il sostegno attivo di personaggi ben conosciuti quali ad esempio l’equivoco avventuriero Stanley, famoso per molte imprese e per aver ritrovato Livingstone presso il lago Tanganica, in Tanzania. Le enormi ricchezze naturali del Congo fecero gola a re Leopoldo all’epoca, la cui politica schiavista causò secondo alcuni storici fino a 10 milioni di morti tra le popolazioni colonizzate, ed hanno continuato a muovere eserciti dopo la decolonizzazione con l’unico scopo di controllare un pezzetto delle immense produzioni di minerali.

Le incalcolabili quantità di cobalto, rame, stagno, diamanti e oro presenti nel sottosuolo congolese potrebbero essere fonte di grande ricchezza per tutta la popolazione del Paese, invece ne hanno da tempo decretato la rovina. Mentre le comunità locali sono schiavizzate da militari e paramilitari per lavorare duramente e pericolosamente nei luoghi di estrazione a fronte di compensi da barzelletta, profitti giganteschi si producono nelle fasi successive di contrabbando dei minerali e vendita alle grandi multinazionali di tutte le potenze mondiali. Nel 2002, in seguito a varie denunce internazionali, la questione è approdata all’Onu con un rapporto che stabiliva le precise responsabilità delle compagnie minerarie o pseudo tali nel prosieguo delle ostilità sul territorio congolese. In pratica i vari gruppi in lotta se le danno di santa ragione per poter controllare il contrabbando dei minerali e gli enormi profitti conseguenti, uccidendo e distruggendo tutto sul loro cammino.

Un minerale pressoché sconosciuto, il tantalio (columbo-tantalite, volgarmente conosciuta come coltan) è diventato la star del Congo da quando il suo uso è diventato indispensabile a tutta l’elettronica contemporanea, dai cellulari agli airbags, fino alle consoles dei videogiochi. Il centro del contrabbando di tantalio sarebbe proprio il Kivu, dove i duemila soldati ruandesi sono entrati per questa operazione congiunta con le forze congolesi contro i circa 6mila paramilitari hutu del Fdlr. E proprio in Ruanda sarebbe diretto il contrabbando di tantalio da smistare alle potenti multinazionali per dare voce ai cellulari di tutto il pianeta.

Le motivazioni ufficiali dell’intervento militare sottolineano che i leader del Fdlr sono gli stessi che guidarono il genocidio ruandese, e che la presenza di questo gruppo armato è il vero ostacolo alla pacificazione della regione. Ma queste spiegazioni non trovano credito presso gli analisti internazionali, i quali vedono nel controllo delle esportazioni minerarie la vera chiave del conflitto.
Fatto è che 250mila persone hanno abbandonato i villaggi da vari mesi e alle Nazioni unite si teme un nuovo disastro umanitario per l’evidente clima di improvvisazione dal lato militare e per la mancanza di concertazione con la comunità internazionale.

Bruno Picozzi


2 commenti:

Anonimo ha detto...

siamo gli alunni della scuola guido dorso...questi argomenti ci hanno colpito molto nel profondo del cuore.ci ha coltipo molto gli uomini nn cantano piu..ciao..aq i da mirye efe

Anonimo ha detto...

siamo gli alunni della scuola guido dorso...questi argomenti ci hanno colpito molto ciao...