Questo articolo è stato pubblicato sul numero 78/2009 di Terra
Il primo scisma divise sciiti e sunniti sulla successione alla guida dell’impero dopo la morte di Maometto. Altri scismi minori seguirono creando divisioni dottrinali e guerre
Il Corano, secondo la tradizione, fu rivelato al profeta Maometto dall’arcangelo Gabriele tra il 610 e il 632 d.C. ma non fu Maometto a metterlo per iscritto bensì i suoi compagni, e solo vent’anni dopo la morte del profeta esso fu compilato nella sua versione definitiva. Il Corano è unico e immutabile, ultima e perfetta parola di Dio agli uomini. Esso è anche fonte primaria del diritto e dell’organizzazione dello stato, poiché nessuna legge è superiore alla legge divina. Per questo gli integralisti identificano la legge islamica, la sharia, con lo stato di diritto.
Tuttavia il Corano, fin da principio, non poté soddisfare i molteplici aspetti del quotidiano. Vennero quindi trascritti tra l’ottavo e il nono secolo gli hadith o “narrazioni” sulla vita di Maometto, che contribuiscono largamente alla giurisprudenza islamica e indicano la sunnah, il “modo di vivere” del profeta, la retta via da seguire per conquistare il paradiso. Il Corano e gli hadith vengono mandati a memoria dagli studenti delle scuole coraniche, i talebani. Ma poiché Allah parla direttamente ai suoi figli, l’Islam non riconosce un vero e proprio clero e ognuno è sacerdote di sé stesso. Ne consegue che il mondo musulmano è tutt’altro che granitico.
I musulmani sono al 75% sunniti, seguaci di quattro antiche scuole di insegnamento della sunnah. Tra questi spiccano i conservatori salafiti, che predicano il ritorno alla purezza originaria del Corano scevro di ogni modernismo, e i wahabiti, integralisti sauditi che perseguono un’interpretazione letterale delle scritture. All’opposto si colloca il sufismo moderato che privilegia un’interpretazione delle scritture moralmente rigorosa ma personale. Gli sciiti, letteralmente “seguaci di Alì”, sono il 15% dei musulmani. Essi non interpretano il Corano in senso letterale né prestano fede agli hadith della tradizione sunnita, dando vita a una diversa giurisprudenza. L’unico governo sciita è la teocrazia iraniana ma sciiti sono anche gli hezbollah libanesi e la maggioranza degli iracheni. Su una diversa collezione di hadith si basa la giurisprudenza degli ibaditi, maggioritari in Oman. Politicamente parlando, lo scisma tra sciiti e sunniti avvenne alla morte di Maometto: gli sciiti scelsero come successore Alì, primo imam, perché parente di sangue del profeta; i sunniti scelsero Abu Bakr, primo califfo, perché massima autorità morale della comunità.
Da questo e da altri scismi minori derivano gran parte delle guerre che da sempre dividono nel sangue i musulmani. La Lega araba avrebbe dovuto unire le varie anime dell’Islam ma ha fallito miseramente nella sua missione. E mentre noi continuiamo a confondere gli uni con gli altri e a fare di tutt’erba un fascio, alcune nazioni islamiche si avvicinano sempre più all’Europa aprendo progressivamente le porte alla laicità.
Bruno Picozzi
mercoledì 8 aprile 2009
Fratelli nella fede fino a prova contraria
Labels:
Cultura di pace
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