La Corea del Nord ha abbattuto oggi la torre di raffreddamento della sua centrale nucleare di Yongbyon. A riferirlo è la rete televisiva sudcoreana Mbc che ha assistito all'evento insieme a diversi media internazionali, tra cui la Cnn. La distruzione della torre è il primo atto concreto, e "altamente simbolico" secondo gli esperti, del processo di smantellamento del programma nucleare intrapreso da Pyongyang in cambio di un ammorbidimento del suo isolamento internazionale. Una prova della volontà nordcoreana di adempiere agli impegni assunti con i protagonisti dei colloqui a sei - i cosiddetti "six party talks" - sul suo programma nucleare: Usa, Russia, Cina, Giappone e Corea del Sud. (continua a leggere)
L'esplosione della torre di quello che è il principale complesso nucleare nordcoreano è avvenuta alle 16 ora locale, le 9 in Italia. Il gesto è anche una risposta agli Stati Uniti che ieri avevano deciso di revocare parte delle sanzioni commerciali nei confronti del Paese asiatico e di eliminarlo dalla lista nera dei "Paesi canaglia" che sponsorizzano il terrorismo. Un annuncio che Washington aveva dato dopo la consegna da parte di Pyongyang alla Cina di un documento sui suoi programmi nucleari, seppure con sei mesi di ritardo rispetto a quanto pattuito in origine: sessanta pagine nelle quali illustra nel dettaglio il proprio programma atomico.
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A questa dichiarazione della Corea, però, deve seguire "una verifica". A dirlo è il segretario di Stato americano Condoleezza Rice. Il capo della diplomazia Usa oggi ha fatto presente che lo statuto del congresso americano prevede che ci sia "un periodo di 45 giorni prima che la decisione" del presidente George Bush sulla Corea del Nord "diventi efficace". "Abbiamo lavorato su un protocollo di verifica", ha chiarito la Rice.
Intanto, da Tokyo, dove sono riuniti, arriva il sostegno dei ministri degli esteri del G8 ai "Six party talks". I capi delle diplomazie del G8 si dicono soddisfatti della consegna del documento nordcoreano alla Cina e chiedono a Pyongyang di "abbandonare tutte le armi nucleari e i programmi nucleari esistenti, insieme ai programmi missilistici balistici e di tornare al pieno rispetto degli obblighi previsti dal trattato di non proliferazione nucleare". L' accordo firmato dai "sei" a Pechino nel febbraio 2007 prevede, tra l'altro, che Pyongyang abbandoni completamente il programma atomico in cambio di aiuti che le permettano di rimettere in sesto la propria economia, che non si è mai ripresa dalla crisi degli anni novanta, quando una devastante carestia causò la morte di due-tre milioni di persone.
Il ministro degli esteri Franco Frattini, al termine della riunione del G8 a Tokyo, ha definito il comportamento di Pyongyang "un grande passo in avanti", ma ha sottolineato che serve cautela soprattutto per quanto riguarda il tema della restituzione degli ostaggi giapponesi rapiti dal regime comunista nordcoreano durante gli anni della guerra fredda.
Tratto da:
Corea del nord, stop al nucleare, giù la torre della centrale 'simbolo'
su la Repubblica.it , Italia, 27 giugno 2008
Articoli di riferimento:
Nucleare: attesa per oggi dichiarazione Corea del nord
Nordcorea: Da g8 appello al disarmo
venerdì 27 giugno 2008
Corea del nord, stop al nucleare, giù la torre della centrale 'simbolo'
Labels:
Corea del Nord
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1 commento:
sembrerebbe l unico successo della politica estera dell amministrazione Bush
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