La stretta politica sull'immigrazione in Europa crea reazioni nei paesi del sud del mondo. A capo dell'Unione europea, la Francia, attraverso il suo ministro per l'immigrazione Brice Hortefeux, ha presentato lunedì 7 luglio il Patto in materia di immigrazione ai suoi colleghi europei, che prevede la regolamentazione dell'immigrazione legale e la lotta contro l'immigrazione clandestina. Il testo è stato approvato e dovrebbe essere adottato il prossimo ottobre in occasione del Consiglio Europeo. (continua a leggere)
La "direttiva ritorno" votata dal Parlamento Europeo il 18 giugno rafforza l'arsenale repressivo dei paesi europei estendendo, in particolare, la durata della detenzione di stranieri senza documenti. In America Latina numerosi capi di stato sono insorti contro questo testo: dalla Bolivia all'Argentina, il testo ha provocato un clamore unanime. E alcuni, come il Venezuela, hanno minacciato di reciprocità i cittadini dell'Unione europea. Tuttavia senza passare dalle parole ai fatti.
In Bolivia, René Crespo Flores, responsabile della politica presso il giornale El Diario, è "molto preoccupata" dalla situazione dei Boliviani privi di documenti in Europa. Pensa che i propositi di Evo Morales contro questo testo sono un "semplice annuncio" e che la Bolivia sa che l'Unione Europea non farà marcia indietro. Ma il governo auspica che le misure non saranno così radicali come previsto. La stessa denuncia anche in Argentina, dove Mercedes Merono, dell'associazione Madri di Piazza di Maggio, giudica la direttiva europea "barbara, terribile, ingiusta e xenofoba".
NON IMPEDIRANNO L'INGRESSO A NESSUNO
Le minacce contro la Francia e l'Unione Europea non sono solo parole. In Gabon le relazioni diplomatiche con la Francia si sono incrinate anche prima della "direttiva ritorno". Nel marzo 2008, dopo l'espulsione di due studenti gabonesi, il Gabon ha applicato il principio di reciprocità espellendo due francesi. Ma per Pierre-Eric Mbog Batassi, giornalista gabonese a Afrik.com, dopo il "colpo a freddo" la situazione è tornata alla normalità.
In Mali, il SADI (Solidarietà Africana per la Democrazia e l'Indipendenza), all'opposizione, ha condannato con forza il testo. Oumar Mariko, presidente della commissione per gli affari esteri dell'Assemblea nazionale, ha detto che i paesi africani non possono "incrociare le braccia" nell'affrontare questa situazione. E denuncia un'Europa che si "fascistizza".
Ma in Mali, come in altri Stati africani, il potere non prevede di imporre sanzioni nei confronti degli immigrati europei. Oumar Mariko avverte che questa tendenza dell'Unione Europea ad inasprire le leggi sull'immigrazione può creare un senso di xenofobia anti-europea.
Tratto da:
La politique d'immigration européenne inquiète en Afrique et en Amérique latine di Laura Marzouk
su Le Monde.fr, Francia, 8 luglio 2008
Tradotto da Bruno Picozzi
mercoledì 9 luglio 2008
La politica europea in materia di immigrazione preoccupa Africa e America Latina
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1 commento:
ciao bruno, solo un saluto...
per farti sapere che seguiamo il tuo lavoro da lontano e ci fa piacere sapere che si va avanti ...
p.s.: bisogna lavorare per lo stand up 2008...ho gia delle idee..
saluti napoletani
Luca MIGNANO
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