Michael Stokely, 23, ucciso nel 2000 pochi chilometri a sud di Baghdad. Leggi i commenti su The 48th goes to war (in inglese).
Cosa rende un uomo pronto ad uccidere?
Mi ricordo una conversazione con un giovane. Un cristiano devoto e leader giovanile, che aveva vissuto una vita responsabile. Volle prendere un anno sabbatico dopo aver lasciato la scuola per lavorare con i bambini di strada attraverso la sua musica, in un'altra città. I suoi genitori volevano che andasse all'università e continuasse a vivere a casa.
Era appassionato di aerei; voleva volare o fare il medico, ma era daltonico. Così pensò di diventare paramedico, e volare a soccorrere i feriti in montagna. Le opzioni per la sua carriera erano sempre nel mettersi a servizio degli altri.
C'erano pochi soldi a casa. Le aspettative della famiglia arrivavano a un diploma universitario. Le forze armate avrebbero potuto fornirgli uno stipendio e una laurea. Entrò a far parte dell'esercito in qualità di ufficiale cadetto, a 18 anni. Raggiunse un punto in cui dovette affrontare la domanda se era pronto ad uccidere un altro essere umano, o ordinare ai suoi uomini di uccidere.
Firmò.
Un altro studente che voleva volare si rivolse all'aviazione per ottenere una laurea, per avere qualche avventura, per essere parte di un gruppo. Gli fu detto che non avrebbe potuto volare con un particolare aeroplano perché la lunghezza della sua gamba dall'anca al ginocchio era troppa e questo gli avrebbe causato la perdita della gamba in caso di espulsione. Ci pensò un po' su.
Alla fine si pagò da solo l'università.
Non che una scelta sia "giusta" o "sbagliata". Ma mi chiedo, quando un uomo che si dichiara cristiano e pacifista, che vuole aiutare i bambini di strada attraverso la musica, firma dicendo di essere disposto a uccidere, che cosa è accaduto lungo il percorso?
Una cultura di pace inizia con un'equa distribuzione della ricchezza? O comincia quando l'amore e il rispetto sovrastano l'ambizione?
Kay de Lautour Scott (tradotto dall'inglese)
sabato 26 aprile 2008
Quale fu il punto di rottura?
Labels:
Cultura di pace
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