martedì 22 aprile 2008

Un avvertimento su cibo e agrocarburanti


Oggi, su BBCNEWS:

Parlando alle Nazioni Unite a New York, il Presidente boliviano Evo Morales ha detto lo sviluppo dei biocarburanti ha danneggiato le masse più povere del mondo. E il Presidente del Perù, Alan Garcia, ha detto che utilizzando terreni per i biocarburanti si è messo il civo fuori dalla portata dei poveri.
Nel frattempo, il Primo Ministro inglese Gordon Brown ha ospitato un incontro per discutere la politica europea a favore dei biocarburanti.
Ma, siccome in tutto il mondo crescono i prezzi dei generi alimentari, c'è un timore che lo sviluppo di biocarburanti potrebbe ridurre la produzione degli alimenti di base necessari. Il prezzo globale di grano, riso e mais è quasi raddoppiato nel corso degli ultimi anni, mentre il latte e la carne sono più che raddoppiati di prezzo in alcuni paesi.
Questi aumenti, combinati con i prezzi elevati del petrolio, sono causa di crescente instabilità politica nei paesi meno sviluppati di tutto il mondo. Sommosse legate al cibo all'inizio di questo mese ad Haiti, che è molto dipendente dalle importazioni di cibo e di carburante, hanno portato alla morte di almeno sei persone, compreso un peacekeeper delle Nazioni Unite. Vi sono stati disordini anche in Burkina Faso, Camerun, Egitto, Indonesia, Costa d'Avorio, Mauritania, Mozambico e Senegal.

I "biocarburanti" hanno promesso grandi cose per guidare il mondo fuori dall'uso dei carburanti fossili. Si suppone che siano meno inquinanti, rinnovabili, e che tutte la coltivazione di maggiori superfici soprattutto a mais e soia costituirà un buon passo avanti verso l'assorbimento dell'eccesso di CO2 nell'atmosfera. Non così in fretta, dicono voci critiche nella comunità scientifica. Prima di tutto, dicono, non c'è prova che i "biocarburanti" siano meglio dei combustibili fossili omologhi quando si tratta di emissioni di gas serra. L'altra preoccupazione è che cosa può succedere all'ecologia del pianeta. La corsa alla coltivazione di ulteriori superfici per la produzione di biocarburanti potrebbe mettere a rischio le foreste pluviali, saccheggiare le riserve di acqua dolce, privare di habitat la fauna selvatica e, infine, influisce sulla produzione di cibo. Si tratta di scegliere la più importante tra due priorità: gli 800 milioni di persone in tutto il mondo che possiedono e guidano automobili, o miliardi di altri che sopravvivono alla giornata e già spendono metà del loro reddito per l'alimentazione.


1 commento:

Unknown ha detto...

Purtroppo dietro ad una apparente soluzione si nascondono nuovi problemi. Un detto dice "il meglio e' nemico del bene". Penso sia vero.
Ogni volta che cerchiamo una via migliore incorriamo in nuove problematiche. In questo caso dovremmo semplicemente ridurre il piu' possibile l'uso di carburanti e condividere le auto con altre persone. Nella mia famiglia eravamo in 5 ed avevamo 5 macchine. Molto spesso si dice che non si puo' fare altrimenti, e in questo noi italiani siamo specializzati. "Non possiamo fare altrimenti", "non si puo' fare". Credetemi, si puo' fare, basta volerlo.