lunedì 14 aprile 2008

Organismi Geneticamente Modificati


La distribuzione di coltivazioni OGM nel mondo

OGM, letteralmente Organismi Geneticamente Modificati, cioè organismi ottenuti tramite l’alterazione del loro sistema genetico naturale attraverso tecniche ingegneristiche.
Si parla dell'uso degli OGM per scopi farmaceutici, per migliorare le produzioni agricole, come antidoto alla fame nel mondo.

L'unica certezza al momento è il rischio di contaminazione genetica dovuto alla dispersione di polline transgenico nell'aria che va ad intaccare suoli e piante spontanee, con evidente pericolo di alterazione dell'ecosistema naturale le cui conseguenze sono imprevedibili. La storia degli OGM come antidoto alla fame nel mondo è invece una fiaba scritta dalle multinazionali che possiedono e vendono le sementi OGM. La fame nel mondo non è dovuta ad una mancanza di produzione ma ad una squilibrata distribuzione dei redditi e delle risorse produttive, il che rende precario l'accesso al cibo per i popoli del sud del mondo, sempre più poveri.

Da Carta quotidiano, 14 marzo 2008.
Il Coordinamento europeo degli agricoltori [Cpe] e il Coordinamento delle organizzazioni agricole e degli allevatori [Coag] hanno chiesto una moratoria europea per tutte le coltivazioni transgeniche a partire da questo anno. Nell’appello tra l'altro, si legge:

«L’Unione europea adesso deve prendere una decisione chiara. La maggioranza dei contadini e dei consumatori europei si oppone all’utilizzo di OGM nell’agricoltura e nell’alimentazione. Gli OGM sono utilizzati dalle grandi imprese multinazionali per privatizzare le sementi a danno della sovranità alimentare dei popoli e delle comunità rurali del mondo intero. Sempre più studi scientifici provano che gli organismi transgenici sono dannosi per la salute e per l’ambiente».


3 commenti:

Bippi ha detto...

Commento me stesso perche' sono arrabbiato.

Gli articoli di oggi commentano la carestia imminente raccontandoci che il problema in fondo e' la scarsa produzione.
NON E' VERO!!!!

Le cause del problema sono alla base tre:
- raccolti a rischio
- domanda crescente
- mercati paralleli

I raccolti sono a rischio per via dell'impatto con i cambiamenti climatici e la soluzione e' nelle politiche ambientali del mondo industrializzato.

La domanda sta crescendo esponenzialmente non perche' la popolazione del mondo cresce esponenzialmente ma perche' grandi masse di popolazione in India e Cina soprattutto stanno passando da una alimentazione tradizionale a base di cereali e legumi ad una alimentazione di tipo occidentale a base di carne, e per produrre carne ci vuole una quantita' molto maggiore di cereali. La soluzione e' nelle politiche alimentari delle classi medio-ricche del mondo.

I mercati paralleli sono quelli che spostano enormi quantita' di cereali dal mercato alimentare ad altri mercati, in particolare quello dell'energia. La scelta di utilizzare massicciamente i cosiddetti biocarburanti, derivati dai cereali, pesa come un macigno sulle necessita' alimentari dei poveri del mondo. La soluzione e' nelle politiche energetiche dei Paesi industrializzati.

Questi allarmi sono stati lanciati da anni e chiunque si occupi di cooperazione allo sviluppo lo sa perfettamente.
Attraverso questo allarme improvviso si vuole invece spingere l'opinione pubblica verso l'accettazione degli OGM che non sono e non saranno mai la soluzione al problema.
Il problema alimentare nel mondo ha le sue radici in un complesso di errori politici e ogni problema complesso ha soluzioni complesse. Il deus ex machina non esiste.

Anonimo ha detto...

«Di fronte al cambiamento del clima, la distruzione
della biodiversità e la crisi energetica, le imprese
multinazionali fingono di avere le soluzioni magiche
che gli permetteranno di continuare con il commercio
come sempre. Propongono alcune tecnologie miracolose
che secondo loro serviranno per rispondere alla
crisi ambientale. Dietro questo discorso paternalista si
nasconde la volontà di appropriarsi di tutte le risorse
del mondo: le terre, l'acqua, le sementi, i geni, i mari,
le conoscenze e anche l'aria che respiriamo». Comincia
così l'appello con cui il movimento internazionale Via
Campesina chiama a una grande mobilitazione il 17 e
19 maggio a Bonn, in Germania, «per fermare i pirati e
difendere la biodiversità».
In nome della protezione ambientale, spiega il più
grande movimento globale di contadini, il Convegno
sulla Biodiversità e altri Trattati internazionali
sull'ambiente offrono una copertura di legittimità ai
processi di industrializzazione dell'agricoltura. Non è
un caso che gli Ogm, i Terminators e le altre sementi
ibride sono le uniche ad avere diritti di proprietà intellettuale
sulle risorse, le sementi, che sono state selezionate,
migliorate e preservate in migliaia di anni
dalle comunità indigene e contadine. Inoltre, secondo
Via Campesina la produzione e l'uso di quelle tecnologie,
favoriscono il riscaldamento delle pianeta e distruggono
la biodiversità.

Anonimo ha detto...

Il riso è
l'alimento base per tre miliardi di persone. L'allarme è
destinato a durare. L'ultimo rapporto dell'International
rice research institute [Irri], diffuso venerdì, dice
che la tendenza all'aumento del prezzo continuerà per
tutto il 2008 e probabilmente anche oltre. Nell'ultimo
anno, secondo l'Irri - che ha sede nelle Filippine - il
prezzo del riso è cresciuto di oltre il 70 per cento.
Sushil Pandey, ricercatore dell'Irri spiega così l'aumento
ai cronisti dell'emittente britannica Bbc: «Lo
squilibrio tra la domanda di lungo periodo e l'offerta è
chiaramente visibile nella diminuzione degli stock, che
è in corso da molti anni - dice Pandey - Stiamo consumando
molto più di quanto riusciamo a produrre e
la ricerca per aumentare la resa dei terreni è molto
indietro».
A spingere verso l'alto da domanda di riso sono, secondo
il rapporto dell'Irri, diversi fattori. L'aumento del
potere di acquisto delle classi medie delle economie
asiatiche emergenti, come la Cina, l'India, il Vietnam,
ha causato un consumo maggiore e più concentrato. I
cambiamenti più drammatici sono avvenuti sul lato
dell'offerta. Il modello alimentare delle classi medie
emergenti dei paesi asiatici punta su un maggior apporto
di carne e prodotti lattieri, il che ha spinto a
ridurre la produzione di riso a favore di prodotti più
redditizi. Inoltre vaste zone agricole sono state perse a
causa dell'espansione delle città e dell'aumento degli
insediamenti industriali, ma anche per l'inquinamento
e i cambiamenti climatici. In India, per esempio, secondo
l'Irri, la resa dei suoli è peggiorata negli ultimi tre
anni a causa dei pesticidi e anche se nel colosso asiatico
[secondo produttore mondiale] non ci sono ancora i
segni della crisi, il prezzo è già aumentato del 20 per
cento. Il risultato dell'azione di tutti questi fattori è
che molti paesi sono stati costretti a immettere sul
mercato le scorte strategiche, di solito usate per far
fronte a carestie localizzate. Infine, il cattivo tempo
fuori stagione, come le inondazioni in Bangladesh e
Indonesia e il freddo in Cina e Vietnam ha ridotto la
produzione.
La risposta dei governi è stata di cercare di tagliare le
esportazioni per rifornire il mercato interno. Solo che
le esportazioni rendono meglio e la restrizione improvvisa,
dopo anni di politiche agricole orientate
verso l'export, non è facile da attuare. Non sono solo
cause «naturali» a spingere il prezzo del riso e di altri
alimenti di base. Gli investimenti in agrocombustibili
stanno sottraendo terreno alla produzione alimentare
umana e animale, ma, poiché i mercati scommettono
sul continuo rialzo dei prezzi, ci sono anche manovre
speculative sui mercati mondiali. L'aumento del prezzo
delle azioni delle grandi multinazionali alimentari
corrisponde, a livello locale, al classico accaparramento
che aumenta l'effetto carestia. Chi può accumula
riso in previsione di ulteriori aumenti del prezzo.
India, Cina e Vietnam, tre dei maggiori produttori
mondiali di riso, hanno già emanato direttive per
ridurre le esportazioni. E i paesi importatori, come le
Filippine, l'Afghanistan e il Bangladesh hanno già
subito l'effetto del rialzo del prezzo: meno riso per i
cittadini e a un prezzo molto più caro.