Guarda il report della TV cinese
Tibet. Ne parlano tutti e ne parlo anche io, però mi vien da dire tutto, povero me!
Premessa: a partire dal 1949 il Tibet fu progressivamente e illegalmente invaso dall'esercito cinese maoista. Il risultato di quella invasione fu una scia di sangue e dolore che, a distanza di oltre cinquanta anni, non ho timore di riassumere nella parola 'etnocidio'.
I numeri e i fatti (purtroppo non verificabili) denunciati dai movimenti pro-Tibet sono i seguenti:
- oltre un milione di morti
- 130.000 rifugiati (soprattutto in Nepal e India)
- 6.000 monasteri distrutti
- migliaia di Tibetani incarcerati per delitti politici
- progressiva distruzione dell'ambiente tradizionale in favore di un'industrializzazione selvaggia
- massiccia militarizzazione
- assimilazione culturale forzata
Vedi: http://www.comunitatibetana.org/it/uno-sguardo-sul-tibet.pdf
Tutto vero o parzialmente vero che sia, è uno schifo e gli spaccherei anche io tutte le vetrine. Ma...
...prima dell'invasione cinese, il Tibet indipendente era una monarchia teocratica (oggi l'ultimo esempio, credo, è il Vaticano) ed era tra i Paesi più poveri e arretrati del mondo, ancora ancorato ad un regime feudale di sfruttamento. La casta dei monaci viveva sul lavoro della popolazione che era generalmente analfabeta, povera e soggetta ad una vita dura.
Il Tibet non era, come si crede, uno stato pacifico nè pacifista, aveva un'esercito (male in arnese nel 1949, ma pur sempre esercito) ed aveva una storia militare di tutto rispetto, fatta di guerre, invasioni, conquiste, disfatte, trattati, occupazioni e via dicendo.
La Cina, come ogni Paese coloniale, rivendica la costruzione in Tibet di infrastrutture, ospedali, scuole, case moderne, e di aver migliorato il tenore di vita medio dei Tibetani affrancandoli dalla servitù della gleba.
Io preferirei vivere libero nella miseria piuttosto che sottomesso nella tranquillità. Ma scriverlo su un computer è facile, poi vado in cucina a mangiare il tiramisù. Non so quanti Tibetani la pensano come me. Sicuramente sono d'accordo quelli che oggi rischiano la vita nelle strade di Lhasa.
Il Dalai Lama, premio Nobel per la pace, guida spirituale del Tibet e capo del Governo Tibetano in esilio, è un grande filosofo della nonviolenza e, in generale, una persona eccezionale. Leggere uno dei suoi libri è una esperienza illuminante. Molti concordano nell'affermare che il suo alto tenore di vita e la sua forza propagandistica siano dovuti ai finanziamenti della CIA americana.
Epilogo.
Sono un atleta della domenica, di quelli che lo sport lo vedono in TV, e sicuramente non andrei a celebrare lo 'spirito olimpico' nella Cina dell'oppressione politica e delle 5.000 condanne a morte ogni anno, ma nemmeno nel Marocco dei 2.500 km di muro contro i Saharawi, nella Russia della guerra cecena, negli USA di Guantanamo e Abu Ghraib, in Birmania, a Cuba, in Vietnam, in Sudan, in Uzbekistan, nemmeno nella Francia della legione in Chad e della privatizzazione dell'acqua, e forse nemmeno nell'Italia di Bolzaneto e Savignano Irpino perchè nemmeno da noi i diritti umani son rose e fiori.
Però, per dirla tutta, se fossi un atleta professionista che ha solo 10 anni per dare un senso a tutti i suoi sacrifici e le Olimpiadi fossero l'occasione della vita, forse andrei a gareggiare a Pechino e lascerei i diritti umani ai politici che condannano e s'indignano ma infine stringono accordi commerciali cantando "Libiamo! Libiamo!".
domenica 16 marzo 2008
Libiamo! Libiamo!
Labels:
Cultura di pace,
Politica,
Tibet
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1 commento:
La Cina sta chiudendo il cancello nel Tibet ed il mondo sta guardando. Tibetians sta morendo e nessuno conoscerà più quant0. La commissione di sicurezza di NU non può comportarsi perché la Cina ha veto e nessuno studia la possibilità seriamente di comportarsi tranne i themselfs di Tibetians. La guerra con terrorismo che è nient'altro che propaganda resa al mondo sordo sull'orecchio che ascolta i diritti dell'uomo. Essere sordo è meraviglioso se siete infastiditi di tutti i rumori ma significa vivere una vita oltre a tutte le buone arie, suoni, cantanti gli uccelli pure. Possiamo permettersi di perdere la nostra udienza?
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