domenica 17 agosto 2008

Giorno per giorno: il conflitto tra Russia e Georgia

Ci troviamo costretti a denunciare la scandalosa parzialità dei giornali online italiani che in questo breve ma sanguinoso confronto militare si sono fatti strumenti di propaganda, ripetendo come un mantra le dichiarazioni di Bush e Saakashvili (i Russi se ne devono andare) senza spiegare nulla circa la realtà dei fatti. Anche i media russi si sono fatti oggetto di propaganda dando voce principalmente ad una parte (vedi Russia Today in inglese) ma quindi non c’è differenza tra noi e loro…

Essere imparziali e giusti è forse un’utopia che non verrà mai raggiunta da nessuno e tanto meno da noi, ma riteniamo giornalisticamente scorretto dimenticare metodicamente in decine di articoli di commento di riportare i due fatti seguenti:

Ossezia del Sud e Abkhazia sono dal 1992 territori de facto indipendenti perché, con l’aiuto di Mosca, hanno vinto una guerra e hanno votato in liberi referendum (non riconosciuti) la loro indipendenza dalla Georgia;

la notte di giovedì 7 agosto i carri armati georgiani sono entrati nel territorio de facto indipendente dell’Ossezia del Sud dove, in base a un trattato internazionale firmato dalla Georgia, 2.000 soldati russi facevano da forza di interposizione tra Georgiani e Sudosseti; in conseguenza di questo attacco e dei bombardamenti di aerei georgiani sulla capitale sudosseta la Russia ha inviato centinaia di blindati per respingere i Georgiani invasori.


Detto questo, che ognuno si formi la sua libera opinione su chi ha ragione o torto, se mai esistono torti e ragioni assoluti, ma le cose bisogna pur saperle prima di avere un'opinione.

BBC NEWS, che pure ha partecipato al gioco del “George Bush ha dichiarato”, riporta un articolo che riassume giorno per giorno gli avvenimenti. Presentiamo un breve riassunto di questo articolo. (
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GIOVEDI’ 7 AGOSTO
Dopo settimane di scaramucce e provocazioni militari reciproche il governo georgiano e il governo separatista sudosseto si accordano per un cessate-il-fuoco e per aprire colloqui di pace mediati dalla Russia.

Poche ore dopo le forze georgiane lanciano un attacco a sorpresa e invadono in forze la provincia separatista occupandone la capitale Tskhinvali, ufficialmente col fine di “riportare l’ordine costituzionale”. [ndr - in un articolo apparso l’8 agosto su BBC NEWS viene detto testualmente: I giornali russi riferiscono che la Georgia ha lanciato un attacco con blindati sulle posizioni separatiste di Tskhinvali. Mosca fa appello al mondo per “fermare un massiccio spargimento di sangue”.]

VENERDI’ 8 AGOSTO
La Russia invia truppe ben equipaggiate in Ossezia del Sud a contrastare le forze georgiane all’interno e intorno alla capitale Tskhinvali, dove la gente cerca riparo dai combattimenti nel mezzo della distruzione.

SABATO 9 AGOSTO
Il Parlamento georgiano approva un decreto presidenziale che dichiara ‘lo stato di guerra’ mentre la Russia rivendica di aver preso il controllo della capitale sudosseta Tskhinvali.

Aerei da combattimento russi attaccano la città georgiana di Gori colpendo un’area residenziale e causando la morte di 60 persone, secondo fonti georgiane. D’altra parte fonti sudossete e russe palano di 1.400 morti, in maggioranza civili, a Tskhinvali. Nel frattempo i sudosseti lasciano le loro case a migliaia.

Il Presidente russo Medvedev dichiara di voler “costringere la Georgia alla pace”.
Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e l’OCSE inviano diplomatici in Georgia.

DOMENICA 10 AGOSTO
La Georgia afferma di aver ordinato un cessate-il-fuoco, che le sue forze si sono ritirate dall’Ossezia del Sud e che i Russi ne controllano la capitale Tskhinvali. Ma la Russia smentisce affermando che i combattimenti continuano e lancia bombardamenti su obiettivi militari nei dintorni della capitale georgiana Tbilisi. Navi russe attuano un blocco al largo delle coste georgiane.

Nel frattempo le autorità dell’altra regione separatista dell’Abkhazia annunciano la mobilitazione generale e affermano di aver inviato 1.000 soldati a sloggiare le forze georgiane dall’ultima porzione di territorio sotto il loro controllo, la gola di Kodori.

Gli Stati Uniti deplorano la “spoporzionata e pericolosa escalation” e minaccia ripercussioni a lungo termine sui rapporti bilaterali.

LUNEDI’ 11 AGOSTO
Le operazioni militare continuano da ambo le parti. La Russia attacca obiettivi militari in territorio georgiano e accusa la Georgia di continuare a bombardare Tskhinvali. Diplomatici europei convincono il Presidente georgiano Saakashvili a firmare un cessate-il-fuoco che viene rigettato da Mosca secondo cui le forze georgiane continuano a combattere.

Fonti georgiane accusano i russi di aver catturato la città di Gori, in Georgia, ma Mosca smentisce.
Invece la tensione sale in Abkhazia dove arrivano migliaia di soldati russi che entrano in territorio georgiano giungendo al porto di Poti. Il fatto viene smentito da Mosca.

Decine di migliaia di persone fuggono dai combattimenti.

MARTEDI’ 12 AGOSTO
Mentre i Russi bombardano obiettivi militari a Gori e i separatisti abkhazi supportati da truppe russe attaccano le forze georgiane nella gola di Kodori, il Presidente russo Medvedev e il Presidente francese Sarkozy annunciano un cessate-il-fuoco e la fine delle operazioni militari in Georgia. Medvedev afferma che gli obiettivi sono stati raggiunti e che ha firmato l’accordo di pace in sei punti. Anche il Presidente georgiano Saakashvili accetta l’accordo.
Secondo l’accordo le parti si impegnano a non usare la forza e riportare i soldati alle posizioni precedenti allo scoppio delle ostilità.

MERCOLEDI’ 13 AGOSTO
Mentre da entrambe le parti vengono denunciate violazioni del cessate-il-fuoco, gli Stati Uniti alzano i toni della discussione e annunciano con durezza aiuti militari alla Georgia.
Con la stessa dura retorica la Russia accusa gli Stati Uniti di trattare la Georgia come un “progetto virtuale” e avvisa Washington che potrebbe dover scegliere in futuro tra la partnership con Mosca e la partenership con Tbilisi.

Nel frattempo vengono riportate vari movimenti di truppe russe in pieno territorio georgiano. Fonti russe confermano, precisando che le truppe stanno smantellando resti bellici pericolosi lasciati dai georgiani in fuga come munizioni e artiglierie e stanno garantendo la sicurezza della popolazione.

GIOVEDI’ 14 AGOSTO
Il primo carico di aiuti umanitari USA arriva in Georgia [ndr - non si fa cenno al fatto che nello stesso momento aiuti umanitari russi giungono abbondantemente in Ossezia del Sud] e fonti americane sottolineano l’impegno verso l’alleato georgiano.

Dal canto suo il Presidente russo Medvedev afferma che Mosca rispetterà qualsiasi decisione sarà presa dai Presidenti separatisti filo-russi di Ossezia del Sud e Abkhazia. Il Ministro degli Esteri russo Lavrov afferma che qualsiasi proposta di pace facente riferimento all’integrità territoriale della Georgia sarà preso da Abkhazia e Ossezia del Sud “come un profondo insulto a livello umano”.

La notte a Gori passa tranquilla con sensibili miglioramenti in termini di sicurezza sotto il controllo dei paracadutisti russi che cominciano il passaggio di consegne alla polizia georgiana. Mosca afferma comunque che non ci sono le condizioni per cominciare il ritiro delle truppe.

VENERDI’ 15 AGOSTO
Il Presidente georgiano Saakashvilifirma firma l’accordo di cessate-il-fuoco ma afferma che non accetterà mai la perdita di una parte del suo territorio e accusa gli Europei di aver dato mano libera alla Russia non accettando l’ingresso delle Georgia nella NATO all’inizio dell’anno.

La Russia non si definisce contraria a una forza di interposizione internazionale ma sottolinea che le popolazioni delle due regioni separatiste si fidano solo dei Russi.

Nel frattempo blindati e elicotteri russi sono avvistati nel porto di Poti occupati a distruggere installazioni militari georgiane. Truppe russe vengono avvistate anche altrove in Georgia, comprese le città di Gori e Senaki.

SABATO 16 AGOSTO
La Russia firma l’accordo di cessate-il-fuoco ma afferma che il ritiro delle truppe avverrà solo in presenza di ulteriori misure di sicurezza. I blindati russi sono a 35 km da Tbilisi. Nel frattempo l’Ucraina si rende disponibile ad una maggiore collaborazione con i Paesi europei in materia di ombrello missilistico difensivo. [ndr - l’Ucraina è alleato e fornitore di armi della Georgia. Negli stessi giorni gli USA chiudono accordi con Polonia e Repubblica Ceca sulla scudo spaziale facendo infuriare la Russia che parla di aperta minaccia militare da parte di Europa e Stati Uniti, paventando una risposta nucleare]


Tratto da:
Day-by-day: Georgia-Russia crisis
su
BBC NEWS, Regno Unito, 16 agosto 2008
Tradotto da Bruno Picozzi