giovedì 28 agosto 2008

Le province ribelli della Bolivia boicotteranno il referendum sulla Costituzione

È una guerra di nervi quella che si disputa in queste settimane in Bolivia, la speranza è che non si trasformi in una vera e propria guerra del gas. L'unica certezza è che la Bolivia è spaccata in due: da una parte il presidente Evo Morales, fautore di una linea di politica economica socialista e indigenista, a tutela delle popolazioni più povere delle regioni andine. Dall'altra, le cinque province più ricche, adagiate su grandi depositi di gas, che chiedono autonomia fiscale, finanziaria e politica.

I governatori delle cinque province autonomiste della Bolivia hanno annunciato che si opporranno allo svolgimento del referendum costituzionale voluto fortemente dal presidente Evo Morales che di fatto potrebbero ampliare la crisi politica in un Paese ancora più frammentato dopo il referendum revocatorio del 10 agosto scorso.

La vittoria al referendum revocatorio ha rafforzato il presidente Evo Morales, confermato con il 67% dei consensi, ma ha radicalizzato le posizioni dei governatori delle Province che chiedono l'autonomia. fiscale, finanziaria e legislativa. Le Province gasifere, quelle di Santa Cruz de la Sierra, Pando, Beni e Tarija, pur sconfitte al referendum di due settimane fa, non recedono dalle loro posizioni autonomiste al limite del separatismo, e per questo hanno organizzato scioperi che potrebbero, in futuro, determinare una crisi energetica anche nei Paesi limitrofi.

Negli ultimi giorni si sono intensificati i blocchi delle strade che conducono in Argentina e in Paraguay, oltre al sabotaggio di alcuni gasdotti, creando le premesse per una crisi regionale. L'Argentina infatti riceve dalla Bolivia 2,5-3 milioni di metri cubi giornalieri di gas e il Brasile addirittura 30 milioni di metri cubi giornalieri. I manifestanti rivendicano la restituzione delle royalties per la vendita degli idrocarburi (IDH) trattenute dal Governo con lo scopo di finanziare la pensione di vecchiaia per gli anziani poveri.

La difficoltà nell'avvio di un tavolo di trattative ha indotto i governatori delle Province autonomiste a chiedere alla Chiesa cattolica e all'Organizzazione degli Stati americani (OSA) di aprire un'istanza di dialogo con il Governo del presidente Evo Morales.

La richiesta di mediazione rivolta ad istituzioni conservatrici quali Chiesa e OSA è l'ultima idea dei prefetti autonomisti che faranno di tutto per impedire al Governo di indire il referendum volto a far entrare in vigore la nuova Costituzione, approvata lo scorso dicembre dall'Assemblea Costituente. Referendum che, secondo i sondaggi, vedrebbe la vittoria di Morales anche nonostante il boicottaggio delle province ribelli.

La decisione circa il boicottaggio è stata adottata oggi dal Consiglio Nazionale Democratico (Conalde) che riunisce diversi prefetti autonomisti. "Nel caso in cui il governo nazionale voglia imporre questo referendum illegale, i cinque dipartimenti non permetteranno la sua realizzazione", ha affermato il governatore di Tarija. Ieri lo stesso Morales aveva detto di esser aperto al dialogo con le province 'ribelli' ribadendo però la necessità di istituire una nuova Costituzione: "Aspetteremo la volontà dei governatori ma in caso negativo approveremo comunque la nuova Costituzione", aveva dichiarato il leader di La Paz secondo l'agenzia Misna.

Pur accettando il dialogo, da lui stesso proposto subito dopo la consultazione di 20 giorni fa, Morales ha in sostanza ribadito che, in caso di mancata intesa, avrebbe convocato per decreto un ulteriore referendum per far approvare la nuova carta costituzionale che tenderebbe a ridistribuire il reddito nazionale, proveniente in buona misura dagli idrocarburi delle ricche provincie 'ribelli’, a vantaggio dei più poveri e della maggioranza indigena che finora non ha mai ottenuto sufficiente tutela nella propria economica e nelle proprie tradizioni culturali.


Tratto da:
Bolivia divisa si rischia una guerra del gas
su
Il Sole 24 Ore, Italia, 28 agosto 2008
Las provincias rebeldes de Bolivia boicotearán el referéndum de Morales
su
El País, Spagna, 28 agosto 2008
tradotto da Bruno Picozzi


Articoli di riferimento:
Bolivia: cosa è in gioco col referendum revocatorio di domenica


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