martedì 12 agosto 2008

Gli sviluppi del colpo di stato in Mauritania

La giunta militare che la settimana scorsa ha preso il potere in Mauritania con un colpo di stato ha fatto lunedì scorso un gesto a favore del precedente governo liberando il Primo Ministro.

Ahmed Yahya Ould El Waghef è stato rilasciato in giornata, con il suo ministro degli Interni e diversi altri funzionari, dopo che tutti erano stati arrestati insieme con il Presidente Ould Sidi Mohamed Cheikh Abdallahi (nella foto) nel corso di un golpe incruento la scorsa settimana.

Il Primo Ministro si è impegnato a condurre una lotta pacifica per riportare al potere il deposto Presidente mentre anche la Francia ha congelato gli aiuti destinati ai programmi di sviluppo nel Paese africano, eccettuati quelli legati a programmi umanitari. Solo l’anno scorso gli aiuti pubblici della Francia alla Mauritania hanno raggiunto la cifra di 30 milioni di euro.(
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Il rovesciamento del primo leader democraticamente eletto del Paese dopo l'indipendenza è stato ampiamente condannato, ma la giunta militare attualmente al potere si è rifiutata di rilasciare il Presidente, nonostante i tagli agli aiuti militari e umanitari e l’isolamento diplomatico.

Appena dopo la sua liberazione, El Waghef ha parlato a circa un migliaio di persone che dimostrano nella capitale contro il colpo di stato, guidato dal capo della guardia presidenziale Ould Mohamed Abdel Aziz.

"Vogliamo continuare la nostra lotta pacifica per il ritorno del Presidente", ha detto alla Reuters durante il raduno.

Il raduno è stato il segnale più significativo che Abdallahi gode ancora di ampio sostegno. Abdallahi è stato eletto l'anno scorso dopo un altro golpe anch’esso promosso da Abdel Aziz nel 2005.

La folla cantava il nome di Abdallahi mostrando manifesti recanti la sua fotografia e chiedeva ai militari la sua liberazione.

Forze di polizia erano presenti, ma non vi è stata alcuna violenza.

El Waghef si è detto "un po' stanco", e ha aggiunto che il Presidente, il cui luogo di prigionia è sconosciuto, "sta bene".

Il golpista Abdel Aziz è a capo di un "Consiglio di Stato forte" e ha promesso di indire elezioni, alle quali non ha escluso la sua partecipazione.

La condanna internazionale del colpo di stao è ben diffusa. In precedenza durante la giornata, la Francia in quanto ex potenza coloniale ha annunciato che in risposta sono stati sospesi gli aiuti e che vengono prese in esame ulteriori sanzioni insieme con i partner dell'Unione europea.

Parigi ha ribadito la richiesta del rilascio del Presidente.

L'Unione africana ha deciso nel fine settimana di sospendere la Mauritania e Washington ha tagliato tutti i finanziamenti non-umanitari, ivi comprese 15 milioni di dollari in aiuti militari.

La Mauritania, a cavallo tra l’Africa nera e il mondo arabo, è emersa come un buon alleato degli Stati Uniti nella guerra al terrorismo.

L’importanza strategica di questo Paese si è accentuata negli ultimi 12 mesi, durante i quali forze ribelli hanno ucciso numerosi turisti francesi e dei membri delle forze di sicurezza. Un attacco contro l'ambasciata israeliana ha mostrato la tensione nel rapporto tra la repubblica islamica e lo Stato ebraico.

L'elezione di Abdallahi l'anno scorso ha suscitato speranze di stabilità in un paese che ha iniziato a produrre petrolio ed è ricco di altre risorse come gas e minerali di ferro, ma che è stato colpito da colpi di stato e ribellioni.

Il Presidente è stato indebolito dalla crisi sociale e dalla opposizione di parlamentari e membri delle forze armate, che si sono largamente immischiati nella vita politica.


Tratto da:
Mauritania PM vows to fight for president's return di Daniel Magnowski
su
Reuters AlertNet, Regno Unito, 11 agosto 2008
Le premier ministre de la Mauritanie libéré par les putschistes
su
Le Monde.fr, Francia, 11 agosto 2008
tradotto da Bruno Picozzi


Articoli di riferimento:
Colpo di stato militare in Mauritania, arrestati presidente e premier

Articoli di riferimento:
Golpe in Mauritania: l'analisi di Lettera22


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