L'ex presidente del Ciad Hissène Habré, in esilio a Dakar e processato per crimini contro l'umanità, è stato condannato a morte in contumacia venerdì 15 agosto dal tribunale penale di N'Djamena, capitale del Ciad, dopo tre giorni di processo. Rifugiato in Senegal dal 1991, Hissène Habré, leader del Ciad dal 1982 al 1990, è stato processato per crimini contro l'umanità, crimini di guerra e tortura. Una “commissione d'inchiesta sui crimini contro i cittadini e contro il patrimonio dello stato” commessi durante gli anni di Habré, creata dopo la sua caduta, ha stimato a più di 40.000, tra cui 4.000 identificati per nome, il numero di persone decedute in stato di detenzione o giustiziati durante gli otto anni della sua Presidenza. (continua a leggere)
Decine di persone accusate di crimini contro la sicurezza dello Stato sono state messe sotto processo in contumacia da martedì a N'Djamena, ma non avevano alcuna difesa legale nei tre giorni di udienza.
L'avvocato di Habré in Senegal, El Hadj Diouf, ha detto di non aver ricevuto nessuna comunicazione ufficiale circa il processo in Ciad.
"Si tratta di una manipolazione ... non sto prendendo seriamente la questione", ha detto Diouf, che sta preparando la difesa di Habré per il processo che si terrà in Senegal su mandato dell'Unione africana.
Un leader ribelle, anch’egli condannato a morte ha detto di non sapere neanche che fosse sotto processo.
"Non so nulla di questo ... sono loro che dovrebbero essere messi sotto processo," ha detto alla Reuters, in un’intervista telefonica via satellite, Timane Erdimi, leader dei ribelli del’Unione delle forze per il Cambiamento (RFC).
Il Senegal, i cui giudici dapprima avevano dichiarato l’incompetente per il suo caso, ha avuto incarico nel luglio 2006 dall'Unione africana (UA) di giudicare Habré "a nome dell’Africa". Il Ministro della Giustizia Senegalese, Madické Niang, ha detto nel mese di luglio, dopo la modifica della Costituzione del Paese da parte del Parlamento proprio per giudicare l'ex presidente del Ciad, che Dakar è ormai "pronta" per il rinvio a giudizio di Habré.
Condannati anche dei ribelli ciadiani
N'Djamena ha anche condannato a morte undici leader ribelli ciadiani mentre altri trentuno membri della ribellione sono stati condannati ai lavori forzati a vita dopo essere stati trovati colpevole "di terrorismo, al fine di distruggere o di modificare il regime del presidente Idriss Deby Itno. Tra i ribelli condannati a morte in contumacia ci sono i principali leader della ribellione, il generale Mahamat Nouri, un parente dell'ex presidente Habré rovesciato nel 1990 da Idriss Deby, ma anche l’ex ministro della Difesa di quest’ultimo. La Corte ha anche ordinato la "confisca" delle proprietà di tutti i condannati che dovranno pagare un franco CFA a titolo simbolico quale risarcimento danni e interessi allo stato del Ciad. La confisca dei beni dei condannati potrebbe significare per le famiglie degli imputati la perdita di ogni proprietà registrata a nome di costoro.
L’attuale Presidente Deby ha combattuto una sporadica ribellione basato nella parte orientale del Paese al confine con il Darfur, nel quale una guerra dura da 5 anni e si è estesa nel Ciad orientale con l’arrivo di centinaia di migliai di profughi ma anche di ribelli armati.
Il 2 e il 3 febbraio scorsi, dopo aver attraversato il Ciad da est a ovest in provenienza dalle loro basi in Sudan in meno di una settimana, i ribelli avevano attaccato N'Djamena, assediando il Presidente Deby nel suo palazzo per vari giorni prima di essere respinti fuori dalla città. I ribelli sono stati sconfitti in extremis, anche con il sostegno militare della Francia, ex potenza coloniale, che aveva consegnato munizioni di provenienza libica alle forze regolari e protetto l'aeroporto della capitale, permettendo agli elicotteri dell’esercito del Ciad di decollare e aprire il fuoco sui ribelli. Da allora la ribellione si era ancora manifestata in Ciad in particolare nel mese di aprile e giugno attraverso brevi incursioni.
Al di là del simbolismo politico, non è chiaro come le pene inflitte in contumacia a N'Djamena siano tali da influenzare la campagna dell’attuale Presidente Deby contro i gruppi ribelli che secondo lui sono sostenuti dal governo sudanese, cosa che il Sudan nega.
Tratto da:
L'ex-président tchadien Hissène Habré condamné à mort à N'Djamena
su Le Monde.fr, Francia, 15 agosto 2008
Chad court sentences ex-leader Habre, rebels to death di Moumine Ngarmbassa
su Reuters, Regno Unito, 15 agosto 2008
tradotto da Bruno Picozzi
Articoli di riferimento:
Voce ‘Storia del Ciad’ su Wikipedia
sabato 16 agosto 2008
L'ex presidente del Ciad Hissène Habré condannato a morte a N'Djamena
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