sabato 9 agosto 2008

Guerra tra Russia e Georgia per il controllo dell’Ossezia del Sud

Prima di raccontare i combattimenti dell'agosto 2008 in Ossezia del Sud è doveroso ricordare che:

- Gli Osseti sono un popolo con cultura e lingua proprie, diverse da quelle georgiane.
- L'Ossezia fu separata dopo la Rivoluzione Russa tra la regione amministrativa settentrionale in Russia e quella meridionale in Georgia, per contrastare le spinte nazionaliste. Essa godeva tuttavia di uno statuto autonomo in epoca sovietica che permetteva l'uso della lingua osseta.
- Osseti e Georgiani vissero in pace fino al 1988, quando i nazionalisti cominciarono a chiedere l'unificazione tra le due regioni ossete. Il 10 novembre 1989il Soviet Sopremo dell'Ossezia del Sud approvò la decisione di unire l'Ossezia del Sud con la repubblica autonoma dell'Ossezia del Nord, appartenente alla Russia. Il giorno dopo, il parlamento georgiano revocò la decisione ed abolì l'autonomia dell'Ossezia del Sud.
- Dopo l'indipendenza della Georgia nel 1991, il governo Georgiano dichiarò la lingua georgiana come l'unico idioma amministrativo permesso nel paese. I leaders osseti chiesero che la lingua osseta diventasse l'idioma del loro stato.
- Seguì una guerra durante la quale la minoranza osseta, supportata dalla Russia, ebbe la meglio sulla maggioranza georgiana. Circa 1.000 persone persero la vita e tra i 60.000 e i 100.000 profughi lasciarono la regione, rifugiandosi lungo il confine con l'Ossezia del Nord e nel resto della Georgia.
- Nel 1992 fu stabilito un cessate-il-fuoco. Il governo georgiano e i separatisti dell'Ossezia del Sud raggiunsero un accordo per evitare l'uso della forza tra di loro, e la Georgia scelse di non applicare sanzioni contro la regione. Fu istituita una forza di peacekeeping costituita da Osseti, Russi e Georgiani e vigilata dall'OSCE. Da allora fino alla metà del 2004, l'Ossezia del Sud è stato un territorio sostanzialmente pacifico e de facto indipendente.
- Mikheil Saakašvili è presidente della Georgia dalla vittoria delle elezioni del 4 gennaio 2004, dopo i fatti della rivoluzione delle rose. Saakašvili ha fatto della riconquista dell'Ossezia del Sud (e delle altre due regioni secessioniste dell'Abkhazia e dell'Ajaria) un punto politico fondamentale. Questo ha riacceso il conflitto tra le due etnie a metà del 2004.
- L'ONU, l'Unione Europea, l'OSCE, il Consiglio dell'Unione Europea, gli Stati Uniti e la NATO riconoscono l'Ossezia del Sud come parte integrale dello stato Georgiano. Tuttavia, il governo indipendente de facto, governato dall'esecutivo secessionista ha tenuto un secondo referendum di indipendenza il 12 novembre 2006, dopo che un primo referendum del 1992 non era stato riconosciuto valido dalla comunità internazionale. Come previsto, l'indipendenza dalla Georgia nel referendum ha ottenuto la maggioranza. Tuttavia, esso non è stato riconosciuto internazionalmente dall'Unione Europea, dall'OSCE, dalla Nato e dalla Federazione Russa, a causa della mancanza di partecipazione della popolazione di etnia georgiana.
- La quasi totalità della popolazione osseta ha oggi un passaporto russo.
- Nell'ultimo anno la Georgia ha acquistato bombardieri militari SU-25 dalla Repubblica di Macedonia e dalla Bulgaria e elicotteri Mi-8 dall'Ucraina. Queste armi sono state acquisite con l'aiuto degli Stati Uniti.
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La crisi tra Georgia e Russia è tutta riassunta nelle parole lapidarie del premier russo Vladimir Putin al Presidente degli Stati Uniti George Bush: "La guerra è iniziata", gli ha detto a Pechino, sul palco delle autorità davanti alla cerimonia di apertura dei Giochi 2008.

La crisi nel Caucaso spaventa e divide la comunità internazionale. Nell'Ossezia del Sud, provincia indipendente de facto dal 1992, il 90% degli abitanti ha passaporto russo. I separatisti chiedono la riunione con l’Ossezia del Nord, che fa parte della Federazione russa.

La Georgia si oppone all'indipendenza della regione e chiede aiuto all'alleato americano. Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Russia di ritirare le truppe e cessare i bombardamenti. Washington, che insieme con l’Unione Europea sostiene l'integrità territoriale della Georgia, sta per inviare un mediatore nella regione.

Secondo fonti del Cremlino, al telefono con Bush il Presidente russo Medvedev "ha sottolineato che il solo modo per uscire dalla tragica crisi provocata dalla leadership georgiana è il ritiro delle truppe di Tbilisi dalla zona di conflitto."

La situazione sul terreno

Dopo una settimana di tensioni crescenti in Ossezia del Sud, la situazione è degenerata venerdì 8 agosto, e il conflitto separatista si è trasformato in un confronto tra la Georgia e la Russia. Dopo una grande offensiva lanciata da Tbilisi venerdì mattina nella provincia separatista "per ristabilire l'ordine costituzionale in tutta la regione", si è intensificata la lotta tra l'esercito georgiano e le forze di questa regione filorussa.

All’operazione militare lanciata dalla Georgia all'alba di venerdì "per ristabilire l'ordine costituzionale" Mosca ha reagito schierando truppe e artiglieria pesante per sostenere le forze dei separatisti sudosseti: una colonna di blindati russi è entrata in Ossezia del Sud e ha raggiunto nel pomeriggio di venerdì la capitale Tskhinvali, dove ha aperto il fuoco e distrutto alcune postazioni georgiane. Il presidente russo Dmitry Medvedev si è impegnato a "proteggere la vita e la dignità" dei cittadini russi in Ossezia del Sud e ha avvertito che i responsabili delle morti dei suoi connazionali "riceveranno la meritata punizione". Mosca ha anche inviato in giornata altri rinforzi in Ossezia del Sud. Sulla strada da Vladikavkaz (Russia) a Djava (Ossezia del Sud), un giornalista della AFP ha visto un susseguirsi di decine di carri armati russi e camion di tutti i tipi che trasportavano truppe, munizioni e attrezzature militari.

Funzionari georgiani hanno riferito che aerei russi hanno bombardato la base aerea militare di Vaziani, alla periferia di Tbilisi, capitale della Georgia. Questo sabato mattina il governo di Mosca ha annunciato l'immediato invio di ulteriori truppe nel territorio.

Gli scontri si sono concentrati nella capitale della repubblica separatista, Tskhinvali. In prima serata di venerdì, il presidente georgiano, Mikheïl Saakashvili, ha annunciato che le forze georgiane "controllano l'intero territorio della Ossezia del Sud, con l'eccezione di Djava", città a nord della capitale. Egli ha aggiunto: "Abbiamo il controllo totale di Tskhinvali." Ma malgrado l'annuncio del presidente Saakashvili il comando russo annuncia la ripresa di una violentissima battaglia fra le forze di interposizione di Mosca e l'esercito georgiano a sud della capitale. Dunque, si combatte ancora. Secondo agenzie di stampa russa, carri armati e pezzi d'artiglieria russi hanno "distrutto" alcune postazioni georgiane intorno alla capitale sudosseta. Secondo dichiarazioni recenti non confermate, le truppe russe avrebbero ripreso il controllo della capitale.

Tskhinvali, che conta soli 30.000 abitanti, è stata "praticamente distrutta" dai bombardamenti, secondo il comandante delle forze russe di peacekeeping, il generale Marat Koupakhmetov. Il presidente sudosseto, Eduard Kokoiti, ha riferito che vi sono almeno 1.400 morti dopo i due giorni di bombardamenti. Secondo l'ufficio dell'Onu che si occupa dei rifugiati (UNHCR), sarebbero migliaia i profughi in fuga dall'Ossezia del Sud verso la Russia. Fonti russe parlano di 30.000 profughi e 2.000 morti.

"Questo è il terzo genocidiio di cittadini osseti commesso dalla Georgia", ha denunciato Kokoiti all’agenzia russa Interfax durante una conversazione telefonica. Da parte sua, la Georgia ha approvato la legge marziale per i prossimi quindici giorni, il che lascia all'esercito mano libera per gestire il conflitto.

Le autorità georgiane hanno rilasciato un comunicato secondo cui la Russia ha compiuto "una diretta aggressione militare" contro la Georgia. Il presidente georgiano Mikhail Saakashvili ha detto in dichiarazioni alla CNN che "la Russia sta conducendo una guerra sul nostro territorio" e ha chiesto aiuto urgente agli Stati Uniti. Ha anche annunciato l'intenzione di ritirare i 2.000 soldati schierati in Iraq per rafforzare la lotta contro le truppe russe.

Marat Kulajmétov, comandante delle forze russe di peacekeeping stazionate in Ossezia meridionale, ha assicurato che "la lotta è accanita in tutta la città." Tbilisi dice di aver abbattuto almeno cinque aerei russi. Fonti russe parlano di due aerei abbattuti, 13 soldati russi morti e 70 feriti. Fonti georgiane parlano di 129 Georgiani uccisi e 748 feriti.
L'esercito russo è schierato in Ossezia del Sud per mediare nel conflitto separatista in corso da più di quindici anni.

Tbilisi ha lanciato sabato mattina bombardamenti aerei contro la provincia separatista sudosseta. Caccia-bombardieri georgiani hanno colpito in due ondate successive postazioni dei ribelli nei dintorni del villaggio di Tkverneti. Secondo il Ministero degli Esteri georgiano, all'alba i caccia di Mosca hanno bombardato la capitale georgiana Tbilisi. Il Parlamento e altri edifici governativi sono stati evacuati. I bombardamenti russi hanno distrutto le infrastrutture di Poti, il piu' grande porto della Georgia sul Mar Nero.

L’ONU e le diplomazie al lavoro

Convocata a New York una nuova riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza, dopo quella di ieri, in cui non si era riusciti ad arrivare ad una dichiarazione congiunta sul cessate il fuoco. Da UE, OSCE e NATO sono giunti forti appelli per sospendere gli attacchi e avviare colloqui diretti. Ma Mosca ha inviato una nota ai Paesi Nato chiedendo che non si dia più sostegno al presidente georgiano, che ha scatenato "un'aperta aggressione accompagnata da una guerra massiccia e propagandistica". Alla fine della giornata gli Stati Uniti e la Francia, Presidente in carica dell'Unione europea, hanno dichiarato che invieranno una delegazione congiunta per cercare di stabilire un cessate-il-fuoco.

La storia del conflitto in Ossezia del Sud

L’Ossezia è stata la prima regione del Caucaso occupata dalla Russia, nel 1774, ed è stata quasi completamente cristianizzata, benché nell’Ossezia del Nord sia sempre rimasta una minoranza islamica. A sud dell’Ossezia c’è la Georgia cristiana, a est l’Inguscezia e la Cecenia musulmane.
Le relazioni fra Ossezia e Inguscezia sono sempre state tese per ragioni religiose, e quelle fra Ossezia e Georgia per ragioni etniche (osseti e georgiani parlano lingue diverse).

Con la Rivoluzione bolscevica gli Osseti, ortodossi e fedeli alla tradizione della Santa Russia, si schierano in grande maggioranza contro la Rivoluzione e con l’Armata Bianca; gli Ingusci - sedotti, come i Ceceni, dalle promesse di Lenin di un’ampia autonomia per le regioni musulmane - combattono a fianco dei comunisti. La vittoria dell’Armata Rossa porta a sanguinosi massacri di Osseti da parte di truppe ingusce.

Con la Seconda guerra mondiale la situazione si rovescia. Un certo numero di musulmani del Caucaso si lascia sedurre dai proclami filo-islamici di Hitler e collabora con i Tedeschi. Gli Osseti ascoltano il richiamo di Stalin, che rispolvera la retorica della Santa Russia, e partecipano allo sforzo bellico sovietico. Ne seguono, dopo la guerra, massacri di Ingusci a opera di Osseti, la deportazione in Siberia di decine di migliaia di Ingusci, e la cessione dall’Inguscia all’Ossezia del distretto autonomo di Prigorodny, i cui abitanti ingusci deportati sono sostituiti da Osseti.

Con la riabilitazione dei popoli deportati da parte di Kruschev, gli Ingusci ritornano alle loro terre di origine, ma il distretto di Prigorodny rimane parte dell’Ossezia. Gli scontri continuano.
Nel 1989 l’Ossezia del Sud diventa una regione della Georgia, mentre l’Ossezia del Nord rimane nella Federazione Russa. L’Inguscezia si dota nel 1991 di un governo provvisorio non riconosciuto da Mosca, e nell’ottobre 1992, decisa a riprendersi con la forza il distretto di Prigorodny, attacca l’Ossezia del Nord. Dopo un mese di massacri, le truppe russe intervengono per ristabilire i confini (che lasciano Prigorodny all’Ossezia del Nord), ma i musulmani ingusci le accusano di solidarizzare con gli Osseti e di lasciar continuare le stragi. Nel frattempo l’Ossezia del Sud si dichiara indipendente dalla Georgia, con il risultato che oltre cinquantamila profughi fuggono nell’Ossezia del Nord, stabilendosi in gran parte proprio nel distretto di Prigorodny, a maggior danno degli Ingusci.

La tensione nella regione aumentò insieme all'incremento dei nazionalismi tra i Georgiani e gli Osseti nel 1989. Prima di allora, le due comunità avevano vissuto in pace con l'unica eccezione del conflitto del 1920. Entrambi i gruppi etnici avevano un alto livello di interazione ed un alto tasso di matrimoni interetnici. Nello stesso anno, l'influente Fronte Popolare dell'Ossezia del Sud (Ademon Nykhas) richiese l'unificazione con l'Ossezia del Nord come un mezzo per difendere l'autonomia Osseta.

Il 10 novembre1989, il Soviet Sopremo dell'Ossezia del Sud approvò la decisione di unire l'Ossezia del Sud con la repubblica autonoma dell'Ossezia del Nord, appartenente alla Russia. Il giorno dopo, il parlamento georgiano revocò la decisione ed abolì l'autonomia dell'Ossezia del Sud. Oltretutto, il parlamento autorizzò la soppressione dei quotidiani e delle dimostrazioni.

Dopo l'indipendenza della Georgia nel 1991, grazie al leader nazionalista Zviad Gamsakhurdia, il governo Georgiano dichiarò la lingua georgiana come l'unico idioma amministrativo permesso nel paese. Durante l'era sovietica invece, come lingua ufficiale della Repubblica socialista sovietica Georgiana vi erano il georgiano ed il russo, come assicurato dalle due costituzioni della URSS nel 1936 e nel 1979. La decisione del 1991 causò un forte sconcerto nell'Ossezia del Sud, i cui leaders chiesero che la lingua osseta diventasse l'idioma del loro stato.

La minoranza Osseta continuò a godere di un alto livello di autonomia, ma dovette confrontarsi con il crescente sentimento nazionalista della maggioranza Georgiana. Violenti scontri animarono la fine del 1991, durante i quali molti villaggi sudosseti furono attaccati e dati alle fiamme, così come subirono attacchi case e scuole georgiane a Tskhinvali, capoluogo dell'Ossezia del Sud. In conseguenza di questi scontri, circa 1.000 persone persero la vita e tra i 60.000 e i 100.000 profughi lasciarono la regione, rifugiandosi lungo il confine con l'Ossezia del Nord e nel resto della Georgia. Molti profughi furono accolti nelle aree disabitate dell'Ossezia del Nord, dalle quali Stalin attuò l'espulsione degli Ingusci nel 1944, a risoluzione del conflutto tra Osseti ed Ingusci. Solo il 15% della popolazione Osseta vive oggi nell'Ossezia del Sud'

Nel 1992, la Georgia è stata costretta ad accettare un "cessate il fuoco" per evitare uno scontro a larga scala con la Russia. Il governo georgiano e i separatisti dell'Ossezia del Sud raggiunsero un accordo per evitare l'uso della forza tra di loro, e la Georgia scelse di non applicare sanzioni contro la regione. Fu istituita una forza di peacekeeping costituita da Osseti, Russi e Georgiani. Il 6 novembre1992 l'OSCE organizzò una missione in Georgia per monitorare le operazioni di peacekeeping.

Dal cessate il fuoco del 1993 a oggi, sia in Abkazia che in Ossezia del Sud non sono mai cessati sporadici scontri tra militari georgiani e milizie separatiste. In Abkazia queste violenze hanno provocato almeno 1.500 morti; in Ossezia del Sud oltre un centinaio, concentrati nell’estate del 2004, che ha visto una forte escalation del conflitto.

Nel giugno 2004, è riesplosa la tensione quando le autorità georgiane hanno aumentato gli sforzi per combattere il contrabbando nella regione. Prese di ostaggi, sparatorie e occasionali bombardamenti hanno lasciato decine di morti e feriti. Un cessate il fuoco fu raggiunto il 13 agosto, ma è stato ripetutamente violato.

Oggi l’Ossezia del Sud è di fatto uno Stato indipendente, non riconosciuto dalle Nazioni Unite ma dove le truppe georgiane non riescono a penetrare, grazie anche al sostegno che gli Osseti del Sud ricevono dalla Russia. Se si considera che per la zona passa uno dei maggiori oleodotti del mondo, che porta il petrolio dell’Azerbaijan verso la Georgia e la Russia, si comprendono le pressioni americane per portare al tavolo delle trattative Russi, Georgiani e osseti del Sud. Ma è difficile che il problema dell’Ossezia del Sud si risolva senza la pace in Ossezia del Nord.

Nell'ultimo anno la Georgia ha acquistato i bombardieri militari SU-25 dalla Repubblica di Macedonia e dalla Bulgaria e gli elicotteri Mi-8 dall'Ucraina. Queste armi sono state trasportate con l'aiuto dei marines statunitensi. Il governo georgiano protesta contro la continua crescita economica della Russia e la sua presenza politica nella regione, così come pure con la presenza incontrollata di militari nell'Ossezia del Sud.

Le reazioni in Abkhazia

L’Abkhazia, un'altra regione separatista, ha dispiegato le sue truppe al confine con la Georgia per il timore di un attacco simile a quello che sta avvenendo in Ossezia del Sud. Nella giornata di sabato le truppe separatiste abkhaze hanno lanciato un'offensiva contro la gola di Kodori, abitata da Georgiani fedeli al governo centrale della Georgia.

"Quello che sta accadendo oggi in Ossezia del Sud, domani può accadere in Abkhazia. Quindi non si può continuare", ha detto alla televisione russa il leader abkhazo, Sergei Bagapsh, che ha confermato l'attacco a Kodori. Secondo dati ufficiali, fino a poco tempo fa i separatisti abkhazi ppossedevano solo pochi aerei di fabbricazione ceca armati di mitragliatrici e bombe. In tutta la guerra di secessione in Abkhazia, dal 1992 al 1995, le forze separatiste, pur con il sostegno dell'aviazione russa e di unità regolari, non erano riuscite a superare la resistenza georgiana nella gola di Kodori.

Nonostante i contatti tra la Russia e l’Abkhazia, il comandante delle forze russe di interposizione, Sergei Chabane, ha avvertito il titolare della difesa abkhaza, Merab Kishmaria, che l'avanzata di truppe separatiste verso la regione di Gali, controllata dalla Georgia, sarebbe una violazione degli accordi di pace in quella zona di conflitto.


Tratto da:
La Géorgie et la Russie s'affrontent pour le contrôle de l'Ossétie du Sud
su
Le Monde.fr, Francia, 9 agosto 2008
Las tensiones entre Rusia y Georgia impiden que la ONU acuerde...
su
EL PAÍS, Spagna, 9 agosto 2008
Ossezia, Russia e Georgia in guerra
su
la Repubblica.it, Italia, 8 agosto 2008
Georgia calls for ceasefire in S. Ossetia fighting
su
Reuters AlertNet, Regno Unito, 8 agosto 2008
Il conflitto Georgiani-Osseti
su
Wikipedia, Italia
tradotto da Bruno Picozzi


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