lunedì 11 agosto 2008

A migliaia fuggono dai combattimenti nel sud delle Filippine

Decine di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case nel sud delle Filippine dopo i feroci scontri scoppiati tra i separatisti musulmani e le truppe governative.

Ma i funzionari governativi hanno scelto di proseguire il cammino verso la competizione elettorale locale prevista questo lunedì.

I separatisti del Moro Islamic Liberation Front (MILF) avevano lanciato un appello per cancellare le elezioni nelle sei province della Regione Autonoma Musulmana di Mindanao, perché vogliono una nuova patria musulmana con più poteri politici concessi come parte di un accordo globale di pace. (
continua a leggere)

L’esercito filippino ha messo sotto tiro le postazioni dei ribelli musulmani domenica scorsa, dando vita a un fuoco di fila di artiglieria e di mortai e sparando missili da elicotteri verso i luoghi dove si sospetta siano le postazioni del MILF nella provincia di North Cotabato. I cambattimenti sono iniziati dopo che centinaia di separatisti musulmani hanno rifiutato di lasciare i terreni coltivati da imprenditori cattolici, occupati dal mese scorso.

Il tenente generale Cardozo Luna, Vice-capo di Stato dell’esercito, ha detto che i separatisti si sono trincerati in villaggi remoti, nonostante un ultimatum del governo a sloggiare.

Quasi 130.000 persone hanno abbandonato le proprie case e più della metà sono state accolte in rifugi temporanei, mentre decine di case sono state distrutte, un vero disastro secondo l’ufficiale governativo.

Gruppo ribelle

Luna ha detto che l'operazione militare, con la partecipazione di più di 2.000 soldati, non è diretta contro il MILF in generale ma contro un gruppo ribelle guidato dal comandante del MILF Umbra Kato, che non segue più gli ordini del comando principale.

"I ribelli del MILF hanno sfidato il loro stesso comando e si sono rifiutati di lasciare la zona", ha affermato Luna.

Il MILF combatte una pluridecennale guerra per uno stato islamico separato in quelli che i musulmani considerano i loro domini ancestrali sull’isola meridionale di Mindanao, ricca di risorse naturali.
I ribelli avrebbero dovuto rispettare un accordo tra governo e comando del MILF e abbandonare le aree contestate ma "si sono solo ri-posizionati e hanno occupato altri villaggi ".

Ma il militare ha detto che l'escalation di violenza non può fermare il voto alle elezioni locali di lunedì in altre zone della Regione Autonoma Musulmana, che si estende su parte del Mindanao.

Il generale di brigata Jorge Segovia, portavoce dell’esercito, ha detto che "i combattimenti non si sono estesi alle zone musulmane".

Il perché dei combattimenti

Le violenze in corso sono le peggiori viste da quando la Corte Suprema delle Filippine ha bloccato la scorsa settimana le procedure per stabilire una estesa patria musulmana nel sud del Paese.

Il MILF, forte di 12.000 uomini, combatte da 30 anni una guerriglia per uno stato islamico separato nel sud delle Filippine, nazione in gran parte di fede cattolica.

I separatisti hanno firmato un cessate-il-fuoco con il governo nel 2003 per aprire la strada a colloqui di pace, ed entrambe le parti nel mese di luglio scorso hanno affermato di aver portato a termine un progetto di accordo per il riconoscimento di un "dominio ancestrale" del MILF nell’isola meridionale di Mindanao.

L'accordo sulle dimensioni di una patria musulmana e sui poteri di un futuro governo, compresi i diritti di esplorazione e sviluppo di riserve minerali, di petrolio e di gas, è stato fermato dalle proteste dei politici cattolici.

I funzionari locali contrari all'accordo hanno fatto ricorso alla Corte Suprema per sospendere il progetto di accordo, il che ha riacceso nuove tensioni.

La Corte Suprema ha chiesto al governo di presentare argomenti per difendere l'accordo.

Le elezioni in atto

Alcuni funzionari elettorali sostengono che nonostante le violenze, l’affluenza alle urne è stata buona con code al di fuori dei seggi elettorali prima dell’inizio del voto.

"Sembra che stiamo avendo una buona tornata elettorale e la gente, i nostri fratelli e sorelle nel sud, ci mostrano la via," ha detto Jose Melo, capo del corpo elettorale.

Si stima che 1,6 milioni di elettori sceglieranno un nuovo governatore, un vice-governatore e 24 membri di una assemblea legislativa regionale che sarà in carica per un periodo di tre anni.

Mohaqher Iqbal, capo negoziatore di pace del MILF, ha detto alla Reuters: "In realtà noi volevamo il rinvio delle elezioni perché queste potrebbero ritardare l'esecuzione di qualsiasi trattato che fosse firmato se le due parti dovessero trovare un accordo entro il mese di novembre 2009,".


Tratto da:
Thousands flee Philippine fighting
su
Aljazeera.net, Qatar, 11 agosto 2008
tradotto da Bruno Picozzi


Articoli di riferimento:
Scheda sui conflitti in atto nelle Filippine


Nessun commento: