Tutte le previsioni sono state rispettate e i primi risultati del referendum revocatorio di domenica in Bolivia sanciscono la divisione profonda che attraversa il paese. Infatti tutti i protagonisti dello scontro possono cantare vittoria.
Il presidente Evo Morales e il suo vice presidente Álvaro García Linera sono stati confermati nei loro incarichi con percentuali che variano tra il 60% e 56%, un sostegno di gran lunga superiore al 53,7% conseguito nelle elezioni del 2005. Tuttavia anche gli avversari di Morales, i quattro prefetti dei dipartimenti "ribelli" della cosiddetta Mezza Luna orientale (Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija) che si sono opposte al progetto indigenista e socialista del Presidente, sono usciti molto rafforzati nei rispettivi territori, a pochi mesi dall'aver promosso referendum autonomisti (non riconosciuti dal governo di La Paz).
La Bolivia dovrà quindi aspettare ancora del tempo per uscire dalla sua delicata crisi politica.(continua a leggere)
"Lei è d'accordo con la continuità del processo di cambiamento guidato dal Presidente Evo Morales Aima e dal Vice Presidente Álvaro García Linera?" è stata la domanda sottoposta agli elettori relativa al mandato delle principali autorità del paese. Nel caso dei prefetti, i Boliviani hanno risposto sì o no alla seguente domanda: "Lei è d'accordo con la continuità delle politiche, delle azioni e della gestione del prefetto del dipartimento?".
Dopo la sua vittoria alle urne, il Presidente Morales ha lanciato un appello all'unità dei Boliviani, che secondo lui verrà realizzata "unendo alla nuova Costituzione dello Stato gli statuti autonomi", ma nel rispetto della legalità. "Siamo qui per andare avanti nel recupero delle risorse naturali, nel consolidamento delle nazionalizzazioni e nel recupero delle imprese statali", ha detto Morales davanti a migliaia di sostenitori nella piazza centrale di La Paz.
Il Presidente ha assicurato che rispetterà la "legittimità" di quei prefetti il cui mandato è stato ratificato nel referendum (in base alle proiezioni sono stati confermati cinque degli otto prefetti) e ha offerto loro di rendere compatibili i loro statuti di autonomia con la nuova costituzione che vorrebbe far entrare in vogore.
La nota negativa per il governo del Movimento Al Socialismo (MAS) è la revoca del governatore di Oruro, una provincia finora fedele al Presidente e la cui perdita rappresenta un duro colpo nel conflitto territoriale che è in corso in Bolivia. In ogni caso, vi è consenso generale sulla necessità di dialogo per superare la situazione di impasse politica attraversata dal paese andino da oltre un anno.
A Santa Cruz, in un tripudio di bandiere bianco-verdi dipartimentali, e fra grida ostili a Morales ("Non lo faremo mai più entrare qui!"), il prefetto Costas ha sostenuto che "la libertà ha battuto il totalitarismo" e l'ingerenza straniera, con riferimento al venezuelano Hugo Chavez, definito "macacone, svergognato e vigliacco".
Il prefetto ha inoltre annunciato che giovedì firmerà il decreto per convocare elezioni a governatore, e sancire così una autonomia non solo teorica, ma anche legislativa.
Da parte sua, Mario Cossío, prefetto della ricca regione di Tarija, ha annunciato che immediatamente convocherà le elezioni per formare un "parlamento" e legiferare sull'autonomia regionale che cerca di attuare.
Ernesto Suarez, prefetto di Beni, ha detto che la votazione che ha ratificato questa domenica il suo incarico è una sconfitta per la "regola del'assegno-Chavez", un'allusione agli aiuti che il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, dà a Morales per i suoi progetti.
Mille chilometri più a nord, dal balcone del Palazzo Quemado, residenza presidenziale, Morales ha gridato vittoria, assicurando che la gente ha confermato "la volontà di consolidare il processo di cambiamento", per cui "avanzeremo nel programma di recupero delle nostre risorse naturali e per portare altre imprese di settori strategici nella sfera statale".
Il capo dello Stato, mentre la gente nella Plaza Murillo gli chiedeva "pugno di ferro", ha anche rivolto un appello ai prefetti a compatibilizzare la nuova Costituzione politica - approvata in dicembre ma che attende una ratifica popolare - con i loro progetti di autonomia.
Ma allo stato delle cose, è difficile che tale invito venga raccolto, nonostante le spinte in questo senso del primate cattolico, cardinale Julio Terrazas, e della Associazione degli industriali boliviani.
Tratto da:
Referendum Bolivia, difficile intesa. Per Morales una vittoria a metà
su La Repubblica.it, Italia, 11 agosto 2008
Morales llama a la unidad de los bolivianos tras su victoria en el revocatorio
su EL PAÍS.com, Spagna, 11 agosto 2008
Tradotto da Bruno Picozzi
Articolo di riferimento:
I conflitti sociali inseguono Morales alla vigilia del referendum
lunedì 11 agosto 2008
Referendum Bolivia, per Morales una vittoria a metà
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