venerdì 29 agosto 2008

La Corte Penale Internazionale indaga sulla Colombia di Uribe

La Corte Penale Internazionale (CPI) ha ordinato indagini preliminari sul paramilitarismo e la corruzione politica. La visita in Colombia del giudice della CPI, Luis Moreno Ocampo e del giudice spagnolo Baltasar Garzón arriva in una settimana estremamente agitata, in cui i due illustri ospiti potrebbero convincersi della fragilità della democrazia del paese.

Lo scontro tra il presidente Uribe e la Corte Suprema di Giustizia, l’organo più autorevole della magistratura colombiana, incaricata delle indagini sullo scandalo della Parapolitica, è al suo apice. Questo scandalo riguarda i legami tra il potere politico e i paramilitari delle AUC (Autodefensas unidas de Colombia) e coinvolge circa 70 tra parlamentari e senatori, quasi tutti di partiti che appoggiano il presidente.

Rivelazioni

La rivista Semana ha rivelato, alla vigilia della visita dei due importanti magistrati, che due uomini vicini al temibile capo paramilitare Don Berna, si sono incontrati nel palazzo presidenziale con due funzionari molto vicini ad Uribe. I due insoliti ospiti venivano a mostrare delle prove, poi rivelatesi inconsistenti, per aiutare il presidente a screditare i giudici della Corte Suprema. Questi fatti hanno portato Francisco Ricaurte, presidente della Corte Suprema a denunciare una "strana alleanza" tra il governo e i paramilitari contro il massimo tribunale e ha continuato: “Si sta organizzando un complotto contro la Corte Suprema di Giustizia per screditare i magistrati e delegittimare le sue indagini”. Come se non bastasse tutti i magistrati del processo di Justicia y paz e della Corte Suprema coinvolti nella parapolitica sono stati minacciati di morte recentemente.

Vicino al cuore

Il fratello del nuovo ministro della Giustizia e degli Interni, Fabio Valencia Cossio, alla guida della procura di Medellin, è stato costretto a dimettersi a causa di alcune intercettazioni telefoniche dalle quali risulta chiaro il suo coinvolgimento con il gruppo narco-paramilitare di “don Mario”, uno dei gruppi neo paramilitari più potenti che si disputa il controllo della città. Evidentemente anche il posto del ministro Cossio vacilla, proprio mentre questi cercava di far passare una riforma politico giudiziaria che ha per scopo togliere le indagini della parapolitica dalle mani della Corte Suprema e rinviare una vera riforma politica al 2010.

Indagini preliminari

E pensare che i due giudici sono in Colombia esattamente per decidere se aprire o meno un processo formale della CPI contro la Colombia, per i sospetti sulla indipendenza della magistratura e sul processo di pace con i paramilitari, nel caso riscontrino difficoltà o mancanza di volontà del governo nella ricerca della verità e della riparazione delle migliaia di vittime.
I due magistrati si sono incontrati con esponenti del governo, organizzazioni di vittime e giudici della Corte Suprema di Giustizia. L’ultimo giorno hanno partecipato alla riesumazione di 25 corpi da una fossa comune, trovata grazie alle confessioni del paramilitare noto come H.H. nell’ambito del processo di Justicia y paz. H.H. è l’unico integrante la cupola delle Auc a non essere ancora stato estradato negli Stati Uniti dal presidente Uribe.

In nome della verità

Ocampo ha espresso la necessita di far rientrare i capi estradati affinché continuino le loro confessioni in Colombia: “E’ compito di tutti gli organismi dello Stato e della Giustizia non lasciar andare gli implicati nel processo di Justicia y paz prima che questi terminino di dire la verità al paese e alle vittime.” Ocampo sta compilando un dossier sulla Colombia sin dal 2004 e questa è la sua seconda visita ufficiale. Il giudice presenterà tra un mese una relazione sul caso colombiano agli altri 18 giudici della CPI che decideranno se aprire una indagine formale, che sarebbe la prima della CPI fuori dal continente africano.
La relazione si baserà su tre punti: gli effetti della estradizione dei capi paramilitari sulla verità, le interferenze del potere esecutivo nel giudiziario, con il chiaro intento di ostacolare il processo della parapolitica, e la capacità di trovare i mandanti politici dietro i crimini dei paramilitari.
Nella lettera che annunciava la visita ufficiale, Ocampo chiede al governo: “Come si assicurerà il giudizio ai massimi responsabili dei crimini che sono sotto la competenza della CPI, inclusi quelli di dirigenti politici e di membri del Congresso presumibilmente vincolati con i gruppi smobilizzati? […] La parapolitica è un tema centrale per noi, perché i massimi responsabili debbono essere giudicati e condannati”.
Secondo quanto riportato dalla agenzia Ips News, Ocampo sarebbe molto scontento che i parapolitici siano indagati solamente per organizzazione a delinquere e non per crimini di lesa umanità.

Verso un procedimento penale internazionale

La visita di Ocampo e le sue dichiarazioni sono sembrate come il sintomo di una indagine preliminare. Al governo ora dimostrare che quel poco di potere giudiziario non politicizzato che ancora esiste nel paese sudamericano ha ancora la possibilità di operare liberamente, altrimenti la CPI potrebbe invocare la giurisdizione sul caso e iniziare una indagine formale.
Come lo stesso Ocampo dichiarò nella sua prima visita in Colombia: “La CPI rappresenta un nuovo diritto nel quale non c’è posto per l’impunità. O i tribunali nazionali fanno il loro lavoro o la faremo noi”.


Tratto da:
Colombia alla sbarra di Simone Bruno
su
PeaceReporter, Italia, 28 agosto 2008

Articoli di riferimento:
Paramilitari e narcotraffico imbarazzano Álvaro Uribe


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