mercoledì 27 agosto 2008

Medvedev: “Non abbiamo paura della guerra fredda”

Dopo il sostegno del parlamento russo all'indipendenza delle repubbliche separatiste di Abkhazia e Ossezia del Sud, il Presidente della Federazione Russa Dmitry Medvedev dà la sua opinione sulla questione in una intervista esclusiva a Russia Today.

RT: immediatamente dopo che l'indipendenza del Kosovo è stata riconosciuta, Mosca ha detto che questo sarebbe potuto diventare un precedente per l'Ossezia del Sud e per l’Abkhazia. Oggi Lei ha presentato una decisione a sostegno dell’indipendenza di tali repubbliche. Perché la Russia dovrebbe farlo? Questo quadra con il diritto internazionale?

Medvedev: Inizierò col rispondere alla seconda domanda. Questo è pienamente in linea con il diritto internazionale. Quando è nato il caso del Kosovo, i miei colleghi hanno detto che si trattava di un caso speciale o, come dicono gli esperti internazionali, di un casus sui generis. Ebbene, ogni caso di riconoscimento è un caso a sé stante. La situazione in Kosovo è stata speciale, e la situazione in Ossezia del Sud e Abkhazia è altrettanto speciale.

Nella nostra situazione è evidente che abbiamo preso questa decisione al fine di prevenire il genocidio e l’annientamento di questi popoli, e al fine di aiutarli a risolvere i loro problemi. Queste repubbliche non riconosciute hanno lottato per la loro indipendenza per diciassette anni. Nonostante tutti i tentativi da parte della comunità internazionale nessun progresso è stato fatto nel corso di questo tempo. Fino a pochissimo tempo fa abbiamo cercato di contribuire a ripristinare lo stato di unità della Georgia. Tuttavia non ha funzionato.

La decisione [da parte georgiana] di avviare un’aggressione ha sepolto tutte le speranze di raggiungere un accordo. Così, nelle attuali circostanze, l'unico modo per preservare questi popoli è di riconoscerli come soggetti di diritto internazionale, e riconoscere il loro stato di indipendenza.

È per questo che la nostra decisione è perfettamente in linea con il diritto internazionale, con la Carta delle Nazioni Unite, con le dichiarazioni di Helsinki e con altri documenti internazionali.

RT: La Russia è preparata ad un lungo e duro confronto con le principali potenze mondiali cui può portare la decisione di oggi? E, in generale, non ci fa paura la prospettiva di entrare in un’altra Guerra Fredda?

Medvedev: Non abbiamo paura di nulla, neppure della prospettiva di un'altra guerra fredda. Naturalmente non la vogliamo. In questa situazione tutto dipende dalla posizione dei nostri partner nella comunità mondiale, i nostri partner in Occidente. Se vogliono mantenere buone relazioni con la Russia finiranno per capire il motivo di tale decisione, e la situazione resterà calma. Ma se scegliessero uno scenario di scontro, bene, siamo passati attraverso tutti i tipi di situazioni, e sopravviveremo anche questa volta.

RT: Lei ha firmato l’accordo in sei punti. Uno dei punti dice che la Russia dovrebbe ritirare le truppe della Georgia. Tuttavia la Russia è ancora accusata di non soddisfare tale obbligo. È vero? Ci sono ancora truppe russe in Georgia?

Medvedev: Questo non è vero. La Russia ha pienamente rispettato i suoi obblighi derivanti da sei principi del cosiddetto accordo Medvedev-Sarkozy. Le nostre truppe sono state ritirate dalla Georgia, fatta eccezione per il cosiddetto corridoio di sicurezza.

RT: Negli Stati Uniti è in corso la campagna presidenziale. Entrambi i candidati hanno parlato più di una volta sulle azioni della Russia in Georgia. Non crede che questa situazione venga utilizzata come strumento per la lotta politica all'interno degli Stati Uniti?

Medvedev: Beh, per quanto ne so, di solito durante le elezioni negli Stati Uniti d'America gli elettori sono abbastanza indifferenti a ciò che avviene all'estero. Ma se uno dei candidati è riuscito a utilizzare questa questione, beh, buon per lui. La cosa principale è che questa questione non dovrebbe portare a tensioni internazionali. Non ho alcun dubbio sul fatto che i due candidati proveranno a girare questa situazione per i loro scopi. Ma queste sono le regole di una campagna elettorale.


Tratto da:
Medvedev exclusive: We’re not afraid of Cold War
su
Russia Today, Russia, 26 agosto 2008
Tradotto da Bruno Picozzi


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