venerdì 29 agosto 2008

Italia e Libia si accordano sul contenzioso coloniale

L'Italia et la Libia hanno trovato venerdì un accordo di massima per regolare il loro contenzioso relativo al periodo coloniale e Silvio Berlusconi si recherà sabato a Bengasi per incontrare Mouammar Gheddhafi, secondo l'Agenzia ANSA che cita fonti dell'entourage del Presidente del Consiglio.

Un °accordo di amicizia e di cooperazione° tra Italia e Libia è stato praticamente concluso tra i due paesi, “anche se devono ancora essere risolte delle questioni marginali”, il che verrà affidato secondo l’ANSA a un gruppo di lavoro italo-libico.

L'accordo è di lunga durata (25 anni) e comprende la costruzione promessa dallo stesso Berlusconi nel 2004 di un'imponente autostrada costiera che percorrerebbe l'intera Libia, dal confine con l'Egitto a quello con la Tunisia, e un programma di sminamento degli ordigni residui collocati dagli italiani durante l'occupazione.

La notizia è stata confermata da Saif el Islam, figlio del colonello Gheddafi. Alla televisione libica ha dichiarato che l'accordo con il governo italiano sarà siglato nelle prossime settimane. Nessuna conferma ufficiale ha potuto essere immediatamente ottenuta da fonti governative italiane, ma Berlusconi ha dichiarato: «Stiamo lavorando intensamente e con la forte volontà di stipulare un patto di amicizia».

Una delegazione libica è da molti giorni a Roma per negoziare i termini di questo accordo prima del previsto incontro tra Berlusconi e il Capo di Stato della Libia.

Italia e Libia hanno negoziato per anni un accordo sul risarcimento dovuto dall’Italia per il periodo coloniale.

Il precedente governo italiano aveva riconosciuto pubblicamente, attraverso il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, che l'occupazione italiana della Libia era stata una vicenda «... che ha conosciuto pagine tragiche e vergognose». Questa premessa è servita per poter passare concretamente a quel gesto riparatore che da molti anni il colonello Gheddafi chiede all'Italia.

Nel 1911, con la seconda guerra d’Africa, l'Italia occupa la Libia, e fino al 1943, i militari italiani effettuano una feroce repressione nei confronti del popolo libico. Lo storico Angelo Del Boca, nel libro “A un passo dalla forca. Atrocità e infamie dell'occupazione italiana della Libia nelle memorie del patriota Mohamed Fekini”, edito da Baldini Castoldi Dalai, racconta la conquista italiana della "quarta sponda". Mohamed Fekini, capo della tribù dei Rogebàn, fu uno dei più irriducibili oppositori alla dominazione italiana.

Nell'arco di vent'anni la dominazione italiana causò circa centomila morti. Un numero di vittime enorme se si pensa che al momento dell'invasione la Libia aveva soltanto ottocentomila abitanti. Libici che hanno perso la vita nei combattimenti, nei lager infernali della Sirtica, nei penitenziari italiani, o appesi alla forca, nel tentativo disperato di difendere la propria terra dall'invasore italiano.

La Libia divenne indipendente nel 1951.

Lo storico Angelo Del Boca è molto scettico su come l'Italia possa riuscire a coprire economicamente la costruzione dell'autostrada. «Non so come l'Italia, in questo momento e con i costi che ha un programma simile, possa impegnarsi realmente. E non credo che i libici a loro volta possano accettare soltanto delle vuote promesse: vogliono verifcare che si cominci davvero, che si aprano dei cantieri. Guai a deluderli perché non dobbiamo dimenticare che la Libia ci fornisce un terzo del petrolio, del gas».


Tratto da:
L'Italie et la Libye ont trouvé un accord sur leur contentieux colonial
su
Le Monde.fr, Francia, 29 agosto 2008
Italia – Libia. L'accordo sul passato coloniale
su
agenzia multimediale italiana, Italia, 29 agosto 2008
tradotto da Bruno Picozzi


Articoli di riferimento:
La Libia: "L'Italia ci ha offerto un'autostrada"

Le atrocità nascoste dell'avventura coloniale italiana


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