Schiacciante successo del 'si' nel referendum per la nuova Costituzione ecuadoriana promossa dal governo di Rafael Correa. Il ‘sí’ ha ottenuto una solida maggioranza del 65,2% a metà dello scrutinio, secondo quanto annunciato dal Tribunal Supremo Electoral (TSE). Il ‘no’ alla Costituzione, promosso dalle opposizioni, ha raggiunto finora il 27,02%, mentre le schede bianche e non valide sono il 7,64%.
Fondata su un 'modello di economia sociale e solidaristica', definito anche “socialismo del XXI secolo”, la nuova “Carta Magna” intende modificare in termini sostanziali l'assetto di potere in vigore finora, ritenuto molto ingiusto nei confronti dei nativi e della popolazione più povera e prevede, tra le sue principali prescrizioni, cinque diversi tipi di proprietà: pubblica, privata, mista, popolare e solidale. Rilevante è anche il divieto assoluto di installare basi militari straniere nel paese; in base a questa novità potrebbe decadere l’accordo che dal 1999 consente agli Stati Uniti l’utilizzo di una struttura ecuadoriana, ufficialmente concessa per operazioni aeree antidroga.
Tra le altre novità, le riforme previste da Correa comprendono una radicale riforma agraria con espropriazione e ridistribuzione delle terre; il controllo statale rigido su settori strategici come il petrolio, l'estrazione mineraria e le telecomunicazioni; l'assistenza sanitaria gratuita per tutti gli anziani; l'unione civile dei gay; pene ridotte e tolleranza per l'uso individuale di stupefacenti; il controllo diretto del Presidente eletto sulla politica monetaria in sostituzione della banca centrale, e il potere del Presidente di sciogliere le Camere durante il mandato di quattro anni rinnovabili.
9,7 milioni di Ecuadoriani sono stati chiamati alle urne. Secondo gli osservatori le votazioni si sono svolte normalmente, senza violenza o gravi incidenti in tutto il paese e all'estero. In assenza di risultati ufficiali, le proiezioni elaborate dalla società demoscopica Santiago Perez suggerisce che il ‘no’ ha raccolto solo il 23,8% dei voti. Un altro studio, compilato dalla Cdatos-Gallup, punta a una vittoria del ‘sì’ con il 69% dei voti, rispetto al 26% del ‘no’.
Il Presidente Correa ha aspettato la chiusura dei seggi per proclamare la "storica vittoria" del ‘sí’ nel plebiscito.
Da Guayaquil, la sua città natale, dove si trovava nell’attesa dei risultati, Correa ha fatto appello alla "unità" per il paese e ha assicurato che coloro che "hanno mentito e hanno cercato di ingannare" durante la campagna referendaria "dovranno assumersi le loro responsabilità". "L’Ecuador ha deciso di essere un paese nuovo, le vecchie strutture sono saltate; questa è la conferma di quella rivoluzione cittadina che abbiamo offerto al popolo nel 2006", ha dichiarato Correa nel suo discorso, riferendosi all’anno inc ui ha vinto le elezioni.
"Rinfondare" l’Ecuador
La nuova Costituzione approvata in Ecuador è il culmine dei primi due anni in carica del presidente Rafael Correa. Tutto ciò che ha fatto dal momento che ha assunto il potere, il 15 gennaio 2007, è stato finalizzato ad acquisire una nuova Magna Carta, come è stato detto molte volte, per "rifondare" l’Ecuador dalle fondamenta. Correa ha promosso un referendum per chiedere agli Ecuadoriani se volevano una nuova costituzione e la gente lo ha approvato, quindi ha sciolto il Parlamento eletto nel 2006 per eleggere una Assemblea costituente e ha costruito un sito apposito a Montecristi, luogo di nascita di Eloy Alfaro, l'eroe nazionale, per redigere il nuovo testo costituzionale. "Se non viene approvato me ne vado", aveva avvertito Correa.
La nuova Costituzione, la ventesima dal disfacimento della Gran Colombia nel 1830, è l'ultimo dei progetti di riforma costituzionale che in meno di un anno sono stati lanciati dai tre governi considerati più di sinistra in America del Sud. Il testo del presidente Hugo Chávez, il più radicale, si è schiantato contro il ‘no’ nella consultazione popolare alla fine del 2007. La Costituzione della Bolivia di Evo Morales, dalla parte degli indigeni, ha provocato una forte divisione nel paese. E' stata approvata dal governo in una caserma militare nelle prime ore del mattino, in assenza dell’opposizione. I sanguinosi scontri che si sono verificati da allora hanno impedito che possa essere sottoposta a referendum. E 'stata rinviata ancora e ancora. L'ultima data prevista è il prossimo 25 gennaio.
Socialmente avanzata
Il nuovo testo ecuadoriano è socialmente uno dei più avanzati del continente. Estende la copertura sanitaria e scolastica. Il lavoro è vietato ai minori sotto i 15 anni ed è considerata obbligatoria la frequenza scolastica fino al completamento delle scuole superiori. Riconosce il diritto a emigrare e garantisce i diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie nei paesi di destinazione, così come agli immigrati in Ecuador. Include anche la famiglia nelle sue "varie tipologie", vale a dire, per esempio, tutte le coppie non sposate, indipendentemente dal fatto che siano dello stesso sesso, devono avere tutti i diritti del matrimonio. Molti detrattori di Correa non contestano nemmeno uno di questi contenuti della Magna Carta, ma non vedono possibilità di finanziamento.
Anche quando si hanno le migliori intenzioni, Correa sa che per un paese che sta crescendo a un tasso compreso tra il 3 e il 4% annuo, uno spreco di risorse pubbliche è una trappola. Il presidente ha fatto capire che, se l'imposta sul reddito regolare e le entrate derivanti dal petrolio non sono sufficienti, si fermerà il pagamento del debito estero per coprire le spese. Tuttavia, questo comporta il rischio che all'Ecuador si chiudano le porte del credito internazionale, che per ogni dollaro ricevuto gli venga chiesto di pagare un’enormità di interesse, che possa ricorrere solo al Venezuela che, come ben sanno gli altri paesi della regione, non dà via il denaro ma lo presta a un tasso di interesse non da disdegnare.
Molti economisti hanno già richiamato l'attenzione, sia all'interno che all'esterno del paese andino, sull'escalation del deficit correlato all’aumento della spesa pubblica. Nei primi sei mesi del governo di Correa gli esborsi statali non compresi i pagamenti del debito estero hanno raggiunto i 2.312 milioni di dollari, secondo la banca centrale dell'Ecuador. Nello stesso periodo di quest'anno la cifra era salita a 5.630 milioni, un 143% in più. I sussidi per i diversi settori e i programmi sociali sono aumentati dal 3,2% del PIL nel 2003 a oltre il 12% quest’anno. Quasi il 40% del bilancio è destinato alle sovvenzioni.
La rielezione, altro punto controverso
Un altro punto controverso della Costituzione è l'immediata rielezione per un ulteriore periodo di quattro anni. Con l’approvazione del testo è quasi certo Correa convocherà elezioni nel primo trimestre del prossimo anno e, in teoria, potrebbe rimanere al potere fino al 2017. Vi è la possibilità di revocare legalmente il mandato presidenziale, ma i requisiti per l'avvio del processo non sono facili da soddisfare. Per cominciare si richiede il 15% delle firme degli elettori, quasi 1,5 milioni di voti. Per qualsiasi altra autorità (governatori, sindaci) la percentuale è inferiore, il 10% delle firme.
Gli indiani, circa il 20% dei 14 milioni di Ecuadoriani, si rispecchiano nel preambolo della Costituzione di un nuovo Stato multinazionale. L'articolo 257 consente alle comunità indigene di "formare circoscrizioni territoriali che esercitino le competenze di un governo territoriale autonomo". Per molti guiristi la nuova Costituzione può avviare la comunità indigene a reclamare il possesso di terre e risorse naturali e imporre la legge degli indigeni sugli altri. Tutto questo può influenzare i rapporti delle comunità con lo Stato, comprese le industrie e le Forze Armate in quanto vi possono essere rivendicazioni nelle zone di frontiera. Al contrario, i portavoce del CONAIE, la organizzazione che raggruppa quasi una trentina di nazioni indigene ecuadoriane, ha insistito sul fatto che la plurinanazionalità non comprometta il concetto di Stato unitario.
Tratto da:
Ecuador, referendum per nuova Costituzione, vince il 'sì'
su PeaceReporter, Italia, 29 settembre 2008
Rafael Correa proclama la "victoria histórica" del 'Sí' en el referéndum constitucional di Fernando Gualdoni
su El País, Spagna, 29 settembre 2008
tradotto da Bruno Picozzi
Articoli di riferimento:
Ecuador: La scommessa del cambiamento
Ecuador - Domenica al via il referendum sulla nuova Carta ...
lunedì 29 settembre 2008
Ecuador: il Presidente Correa proclama la vittoria del sì nel referendum costituzionale
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