"E’ stato fantastico: eravamo più di mille, quasi tutte donne. Abbiamo avuto qualche problema con la polizia, però ce la siamo cavata bene". E’ stanca ma felice mentre parla al telefono con PeaceReporter Siphiwe Hlophe, la direttrice dell’associazione Swaziland for Positive Living, al termine della prima marcia di protesta femminile nella storia di questo piccolo regno da un milione di abitanti, incastonato tra Mozambico e Sudafrica. L’onda rosa è scesa nelle strade della capitale Mbabane per protestare contro lo stile di vita dell’ultima monarchia assoluta africana. Che spende soldi in feste, shopping e auto mentre la popolazione muore di Aids.
Il 6 settembre, lo Swaziland ha festeggiato sia il quarantennale dell’indipendenza dalla Gran Bretagna che i 40 anni di vita del re Mswati III. Quale migliore occasione per mostrare lo sfarzo di cui è capace la famiglia reale? Così, alcuni giorni prima nove delle 13 mogli di Mswati sono partite con un codazzo di parenti, governanti e guardie del corpo per un tour in Europa e Medioriente. Obiettivo, uno shopping selvaggio per festeggiare al meglio la doppia, storica ricorrenza del Paese. "Abbiamo concluso la manifestazione davanti al ministero delle Finanze", continua la Hlophe. "Pochi mesi fa il ministro ha parlato dell’emergenza sanitaria e ora dà i soldi per un viaggio costato più di due milioni e mezzo di euro? Quando negli ospedali mancano i farmaci e i medici sono in sciopero perché gli straordinari non vengono pagati!"
Difficile rimproverare le esose mogli di Mswati, quando è il loro marito a dare l’esempio. Salito al trono a 18 anni, il re è classificato dalla rivista Forbes come il quindicesimo sovrano più ricco del mondo, con un patrimonio stimato in 200 milioni di dollari (ma la distinzione tra il Tesoro statale e le ricchezze personali del re non è chiarissima). La sua storia di monarca comprende l’acquisto per la compagnia nazionale di aerei da centinaia di posti che volavano quasi vuoti; un ordine alla Chrysler per un prototipo speciale di auto da 500.000 dollari; e, più recentemente, la costruzione di un palazzo residenziale per ognuna delle mogli. Un onere non da poco per le casse statali, visto che Mswati ha l’abitudine di scegliere ogni anno una nuova compagna durante la "danza delle vergini", nella quale 20.000 ragazze in topless e gonnelline eseguono balli tradizionali sotto l’occhio attento del sovrano.
Non che il trono di Mswati sia in pericolo: il re rimane parte integrante della cultura swazi, anche se il suo stile di vita fa a pugni con la realtà del Paese. Il 60 percento della popolazione vive sotto la soglia di povertà e il tasso di Hiv è al 40 percento tra gli adulti, un record mondiale. Nel 2001, Mswati provò a risolvere il problema vietando i rapporti sessuali alle ragazze minorenni, salvo poi automultarsi con una vacca pochi mesi dopo per aver scelto una nuova moglie 17enne. Anche a livello politico le cose non vanno meglio: le riforme democratiche promesse anni fa non sono mai diventate realtà. Non c'è da stupirsi quindi se parte della popolazione ha dato segni di insofferenza. Negli ultimi anni, una serie di attentati dinamitardi ha colpito il Paese. E anche se le bombe non hanno provocato vittime o danni seri, sono comunque la spia di un certo malessere.
Che la pazienza della gente stia arrivando al limite lo dimostra la manifestazione di Mbabane visto che, nella tradizione swazi, le donne devono chiedere il permesso ai mariti anche solo per esprimere le loro opinioni. Ma l’iniziativa della Hlophe, criticata da una parte del governo proprio perché non conforme ai costumi locali, ha fatto proseliti. "Oggi ho avuto la percezione che la gente fosse veramente stanca di Mswati", conclude. "Per il 6 settembre ha ordinato una Bmw del costo di due milioni di euro, che non userà mai più". Difficile però che il re colga il messaggio. Dopotutto, ci sono altre feste da organizzare.
Tratto da:
Swaziland, potere rosa di Matteo Fagotto
su PeaceReporter, Italia, 10 settembre 2008
mercoledì 10 settembre 2008
Protesta delle donne contro il re dello Swaziland
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