lunedì 8 settembre 2008

Holodomor in Ucraina: "l'assassinio di massa attraverso la fame"

La parola ha un suono lugubre, sinistro, da racconto di Tolkien. In lingua ucraina essa è composta da due parole: HOLOD, affamamento, e MORYTY, annientamento a morte. Purtroppo mentre i racconti di Tolkien erano fantastici l'Holodomor fu un vero atto di genocidio contro il popolo ucraino commesso dal regime sovietico negli anni 1932-1933. Un atto disumano che spense l'esistenza non di uno ma di milioni (dai 6.000.000 ai 10.000.000!) di individui.

Venerdì 5 settembre per il secondo anno consecutivo si è tenuta al Campidoglio di Roma la giornata della Memoria organizzata dall'Ambasciata di Ucraina in Italia, dal Consiglio Comunale di Roma e dalle Associazioni Ucraine in Italia. La data esatta della giornata della memoria è stata designata in Ucraina il 26 Novembre perché fu nel Novembre del 1932 che iniziò l'ecatombe dei contadini ucraini.

É intervenuto alla conferenza scientifica per commemorare il 75^ anniversario della tragedia il Professore Andrea Graziosi, docente all'Università di Napoli.
Il Professor Graziosi ha prima di tutto affermato che la tragedia fu "trascurata" dagli storici che si disinteressarono della carestia. La carestia, è certo, fu provocata dalla collettivizzazione delle proprietà terriere dei contadini ucraini i quali furono forzati e puniti per non essersi adeguati al nuovo sistema economico dei Kolkoz.

La fattispecie generale di genocidio, artt.1 e 2 della Convenzione dell'ONU sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio, si attaglia alla Shoah ma non si attaglierebbe all'Holodomor perché non furono colpiti solo gli Ucraini ma anche i nomadi del Kazakhistan (dove morì di fame il 38% della popolazione).
Sicuramente fu un "crimine contro l'umanità" ma non un crimine di NATURA POLITICA, dizione cui l'URSS si oppose sempre in sede ONU al momento della definizione della fattispecie dei crimini contro l'umanità.

Purtroppo l'Holodomor è a livello internazionale tenuto in sospeso, nel limbo, al pari del genocidio armeno. Ambedue i genocidi attendono un riconoscimento internazionale che per motivi di "parrocchie" internazionali tarda ad arrivare. Eppure il Prof. Graziosi lo scorge in certe affermazioni di Stalin in cui il dittatore ammetteva che la carestia in Ucraina c'era perché tra i contadini ucraini si annidavano le spie polacche o in cui asseriva che la classe dei contadini ucraini era una classe sociale nemica dello Stato. Se a queste affermazioni si aggiunge il divieto per legge ai contadini ucraini di lasciare il territorio d'origine anche un alieno capisce che era evidente la "punizione" politica degli Ucraini,

Più determinata nell'asserire che si trattò di genocidio è stata la Prof.ssa Olena Ponomareva, docente a La Sapienza di Roma, che sposta il baricentro del dibattito sull'Holodomor dalla questione sul numero dei morti - 6milioni (un quarto dell'intera popolazione ucraina), 5milioni in Ucraina ed 1milione in Kuban nel Caucaso del Nord - alle ragioni che c'erano dietro "l'assassinio di massa attraverso la fame". Esso fu il prezzo che il popolo ucraino dovette pagare per l'industrializzazione dell'URSS. Il grano ed il bestiame vennero sequestrati (persino da dentro le case dei contadini) alla popolazione, poi incamerati ed infine esportati all'estero onde procurarsi valuta da investire in spese militari.

Anche se i negazionisti dell'Holodomor negano l'esistenza delle prove di ordini lanciati da Stalin volti a colpire la popolazione ucraina la Prof.ssa Ponomareva ribatte che i fatti e i dati storici sono incontrovertibili: furono sequestrati (unico caso in URSS) tutti i fucili da caccia non solo per motivi di sicurezza (così volle la famigerata polizia segreta NKVD) ma proprio per impedire che la popolazione si sfamasse con la selvaggina. L'isolamento dei villaggi e la confisca del cibo nelle case (chi nascondeva cibo rischiava la Siberia) costrinse la popolazione ucraina a cibarsi di gatti, cani sino a giungere a casi di cannibalismo!

Al culmine dell'Holodomor morirono 33mila persone al giorno. I vecchi si lasciavano morire per lasciare qualcosa da mangiare ai bambini. Un terzo delle vite stroncate furono comunque bambini.

Altro fatto incontrovertibile del genocidio fu l'arresto e la fucilazione di 300 Kopsar (suonatori di kopsa) ucraini, i poeti cantori, gli aedi locali messi al bando per attività nazionalista antistatale. Un vero e proprio sterminio culturale dell'intellighenzia ucraina e degli ebrei di origine ucraina che culminò alla metà ed alla fine degli anni '30.

La verità è che Stalin era spaventato dalla rivoluzione nazionale del 1917-1921 in cui l'Ucraina si batté per la propria indipendenza e libertà in aperto contrasto con la linea politica e contro le aspirazioni geopolitiche di Mosca. Il fatto conclusivo fu il "rimpiazzo" degli ucraini deceduti con la sistemazione di decine di migliaia di famiglie russe e bielorusse. Il Console italiano a Kharkiv scriveva allora che si stava procedendo ad una russificazione volta a colonizzare e rendere predominante nel territorio ucraino la popolazione russa.

Massimiliano Di Pasquale, giornalista dell'Osservatorio Caucaso ha invece posto la questione del silenzio non solo degli storici ma soprattutto dei giornalisti e degli intellettuali non solo italiani. A chi professa il silenzio si affianca poi chi professa la mistificazione e la disinformazione, la stessa che è stata sotto i nostri occhi durante il recente conflitto Russia-Georgia.

Unici paladini a non adeguarsi all'intellighenzia anglosassone (contraria alla critica del sistema sovietico) sono stati i due scrittori George Orwell (da leggere "La fattoria degli Animali" e La libertà di stampa") e Robert Conquest (leggere il suo "I dragoni della Speranza"). Ambedue hanno denunciato le manipolazioni e le distorsioni dei negazionisti. Negazionisti che annoverano tra le proprie fila anche un (falsario) Walter Duranty premio Pulitzer nel 1932 ed un Guenther Stein del London News Chronicle noto poi come spia sovietica.
Chi non professò il Negazionismo ebbe sorte diversa così i giornalisti testimoni dell'Holodomor Gareth Jones e Ewald Ammende uccisi in circostanze misteriose nel 1935.

La Conferenza si è conclusa con l'intervento della Consigliera Comunale Aggiunto Tetyana Kozuk che rappresentando i 20.000 Ucraini residenti a Roma ha ringraziato il Sindaco Alemanno ed il Consiglio Comunale di Roma per l'attenzione data alla giornata della Memoria.

La Consigliera Kuzyk spera che la richiesta del Presidente ucraino Yushenko del riconoscimento a livello internazionale del genocidio degli ucraini trovi presto riscontro a livello di Parlamento Europeo ed Italiano dopo che esso ha trovato riferimento nelle parole del Papa Giovanni Paolo II nel 2003 ma anche nei Parlamenti di Argentina, Australia, Canada, Estonia ,Georgia, Ungheria, Lithuania, Polonia e Stati Uniti.

La negazione dell'Holodomor incrementò l'animosità del popolo ucraino che nel II conflitto mondiale si arruolò in massa nelle Waffen SS tedesche preferendo a Stalin le teorie di Hitler.

La Russia si oppone alla definizione dell'Holodomor come genocidio non solo per ragioni di orgoglio nazionale ma anche per le conseguenze politiche e soprattutto economiche(il compenso per il crimine commesso). L'Ambasciatore russo in Ucraina, Viktor Chermomyrdin, nel 2003 dichiarò che non c'era ragione di scusarsi non essendoci nessuno cui porgere le scuse...

Il dialogo con la Russia va tenuto aperto ma per mantenerlo aperto devono essere riconosciute colpe ed errori commessi nel passato così come hanno fatto gli Americani con i Pellirosse o gli Australiani con gli Aborigeni o la Chiesa cattolica con gli Indios o gli Ebrei.

Finché in Russia prevarranno le minacce di ritorsioni economiche (chiusura dell'approvvigionamento del gas) contro l'Europa, finché logiche militaristiche saranno volte a minacciare i paesi europei con i missili a testata nucleare, finché logiche razziste, come quelle di uno Zirinovski , troveranno spazio in sedi istituzionali e non, finché i diritti umani (la libertà di opinione e di stampa in primis) non troveranno riferimenti, finché i Paesi che non si allineano verranno invasi o smembrati di territori, sarà difficile mantenere aperto il DIALOGO (e sarà difficile dissuadere gli Ucraini dall'entrare nell'UE e nella NATO).


Tratto da:
Holodomor: "l'assassinio di massa attraverso la fame" di Giulio Savina
su
Nuova Agenzia Radicale, Italia, 6 settembre 2008


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