martedì 30 settembre 2008

Il diritto al ritorno non è negoziabile

La seguente lettera aperta è stata consegnata al Presidente dell'Autorità Nazionale Palestiese e capo dell'OLP Mahmoud Abbas da 78 organizzazioni e partiti politici palestinesi mercoledì 22 settembre 2008.

Caro presidente,

La salutiamo per il suo ritorno,

Noi, le sottoscritte organizzazioni palestinesi dei rifugiati, movimenti della società civile e istituzioni nella patria palestinese e in esilio, siamo organizzazioni nazionali che lavorano per la difesa del diritto al ritorno. Le facciamo ora appello perché siamo convinti che l'allineamento della posizione ufficiale palestinese con la posizione del popolo palestinese a proposito di uno status finale negoziale è della più alta priorità. Tra questi temi spicca la causa dei rifugiati palestinesi.

Siamo convinti che l'allineamento delle posizioni popolari e ufficiali è la principale garanzia di una forte posizione palestinese nell'attuale processo negoziale, che sta prendendo luogo in un contesto locale, regionale e globale che mette a rischio i diritti nazionali del popolo palestinese. In questo contesto, siamo preoccupati in particolare riguardo il diritto dei rifugiati palestinesi, e degli sfollati interni a far ritorno alle terre di origine e alle loro proprietà, di vedersi restituite le loro case, terre e proprietà, e di ricevere compensazioni per i danni prodottisi negli ultimi 60 anni. In base al principio che questi diritti sono garantiti dal diritto internazionale, e in base alla nostra consapevolezza delle enormi pressioni subite dai negoziatori palestinesi e delle tattiche negoziali, come la segretezza sul procedere dei negoziati, le chiediamo di adottare una strategia negoziale basata sull'apertura verso l'intero popolo palestinese - indipendentemente dal loro attuale luogo di residenza - in relazione a tutti gli aspetti e dettagli del processo negoziale. L'implementazione del diritto al ritorno dei rifugiati è stato e continua a essere lo scopo principale per cui l'Organizzazione della Liberazione della Palestina (OLP) fu creata, uno scopo che è il pilastro centrale della legittimità dell'OLP come unico rappresentante legittimo del popolo palestinese. La trasparenza e l'integrità dei nostri rappresentanti verso tutti i settori della nostra società garantirà che i nostri diritti siano meglio difesi, e rafforzerà la nostra posizione di fronte alla enorme pressione.

E' sempre stato chiaro a tutti gli stadi del negoziato che questo processo mira ad eliminare la questione centrale della lotta arabo/palestinese per la libertà e la giustizia: i rifugiati palestinesi e il loro diritto al ritorno e alla restituzione. Di fatto, l'eliminazione di queste rivendicazioni centrali arabo/palestinesi costituisce l'obiettivo centrale delle politiche israeliane e statunitensi. Inoltre non è un segreto che durante il cosiddetto "processo di Oslo" queste politiche hanno usato tattiche insidiose per annullare semplicemente questi diritti. Queste tattiche includono tentativi di sostituire il ritorno dei rifugiati e la restituzione con compensazioni economiche; la riduzione del numero di quelli che hanno diritti ad esercitare questi diritti dagli oltre sette milioni di rifugiati palestinesi e sfollati interni a una piccola minoranza, comprendente i cosidetti "casi difficili" che sarebbero arbitrariamente definiti da Israele; il suggerimento che i rifugiati tornino in case situate nelle aree amministrate dall'Autorità Pastinese; e altre svendite umilianti per le quali ci si aspetta che i Palestinesi rinunciano al diritto di tornare alle case, alle terre e alle proprietà d'origine in cambio di altri diritti o rivendicazioni, come l'autodeterminazione, le frontiere, il reclamo di Gerusalemme, e la rimozione degli insediamenti coloniali illegali. La leadership palestinese ha rigettato questo degradante mercanteggiamento in precedenti negoziati, in particolari quelli noti come il secondo vertice di Camp David e l'iniziativa Clinton. Il vecchio presidente Yasser Arafat ha respinto queste tattiche, e ciò gli costò la libertà e la vita.

Laddove il diritto al ritorno, alla restituzione e alla compensazione è inscritto nel diritto internazionale e specificamente affermato nella Risolusione 194 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dalla Risoluzione 237 del Consiglio di Sicurezza;

laddove vediamo che una crescente pressione USA mira a forzare i negoziatori palestinesi ad accettare un'oscuro accordo quadro, da sottoscrivere al più presto e con ogni mezzo, per fargli servire scopi interni al contesto delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti;

laddove è ormai chiaro che l'amministrazione USA sta lavorando su altri fronti per vendere il suo oscuro accordo quadro per una soluzione nella sezione del settembre 2008 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite;

laddove comprendiamo, alla luce della nostra difficile esperienza con la politica di Israele, che gli attori politici israeliani cercano di risolvere una crisi politica interna ventilando la distruzione del fronte palestinese attraverso varie pratiche e politiche, le quali tutte puntano a consolidare l'occupazione, il colonialismo e l'apartheid israeliano, e puntano ad ottenere il riconoscimento di Israele come "stato ebraico";

laddove piattaforme elettorali occidentali e israeliane non devono essere impiegate per fare pressione sui negoziatori palestinesi, che non dovrebbero minimamente essere parte di manovre di candidati USA e israeliani, particolarmente al fine di proteggere la legalità, la legittimità, e la santità dei diritti nazionali palestinesi, senza badare a chi emerge vittorioso da elezioni che si tengono all'estero; laddove percepiamo l'arretramento della posizione europea, una volta basata su principi, e la trasformazione di questa posizione in qualcosa che si conforma alla politica USA di totale complicità e sostegno a Israele;

laddove vediamo chiaramente la debolezza e l'incapacità dei paesi arabi a prendere posizione o a giocare un qualsiasi ruolo efficace;

laddove testimoniamo all'acuto e doloroso deteriorarsi dell'arena politica interna palestinese;

laddove è ormai ovvio che potenti pressioni esterne mirano ad annullare i diritti dei rifugiati palestinesi, particolarmente il diritto al ritorno alle loro terre di origine, alle proprietà e alla restituzione di queste terre e proprietà;

laddove Israele e gli Stati Uniti, secondo funzionari israeliani, stanno intensificando i loro sforzi per raggiungere un accordo quadro per una soluzione che sia accettabile sia a Israele che agli USA e sarà praticabile indipendentemente dal partito al governo;

laddove il principale criterio di legittimità di ogni soluzione rimane la misura in cui sarà esercitato il diritto di autodeterminazione del popolo palestinese; comprendendo principalmente il diritto dei rifugiati palestinesi a scegliere di tornare alle loro case di origine e alle loro terre indipendentemente dal loro attuale luogo di residenza e di esilio;

noi ci rivolgiamo a lei con questa dichiarazione basata sul nostro forte desiderio di tracciare un percorso al più alto livello di chiarezza e onestà verso il popolo palestinese; una via in avanti che punti a rafforzare la posizione palestinese a questo delicato stadio della lotta palestinese; una via in avanti che assicuri che ogni accordo quadro per una soluzione includa i seguenti principi definiti con linguaggio chiaro e immutabile:

1. I diritti dei rifugiati palestinesi e degli sfollati interni al ritorno, alla resituzione e alla compensazione sono diritti fondamentali in base al diritto internazionale e a importanti risoluzioni ONU - particolarmente la Risoluzione 194 dell'Assemblea Generale e la Risoluzione 237 del Consiglio di Sicurezza. Il contenuto di questi diritti non è negoziabile, al di là di come essi verranno esercitati;

2. Il diritto al ritorno è un diritto individuale posseduto da ogni rifugiato palestinese e da ogni sfollato. Questo diritto è trasferito da una generazione all'altra, in base alla scelta individuale di tornare o no, un diritto inalienabile e indivisibile, non influenzato da qualunque trattato o accordo bilaterale, multilaterale o internazionale. Qualunque accordo deve rispettare i fondamentali precetti e principi del diritto internazionale;

3. Il diritto dei rifugiati palestinesi e degli sfollati interni al ritorno è un diritto collettivo non limitato a un gruppo o a un altro, ed è parte integrante del diritto palestinese di autodeterminazione;

4. Il diritto dei rifugiati palestinesi e degli sfollati interni al ritorno non è soggetto a referendum.

Confidiamo che lei rimanga fermo nella nostra lotta per la libertà e la dignità.

Agosto 2008


Firmato: 194 Association (Syria); Abassiya Association (Palestine); Abnaa al-Balad Center for the Defense of the Right of Return (Syria); Aidun Group (Lebanon); Aidun Group (Syria); Al-Awda Palestine Network (Holland); Al-Awda Palestine Right to Return Coalition (North America); Arab Cultural Forum (Gaza, Palestine); Arab Liberation Front; Arab Palestinian Front; Association for the Defense of the Rights of the Internally Displaced (Palestine); Badil Resource Center for Palestinian Residency and Refugee Rights (Palestine); Beit Nabala Association (Palestine); Bisan Association (Syria); Coalition of Right of Return Defense Committees (Jordan); Coalition of Right of Return Defense Committees (Jordan); Committee for the Rights of Palestinian Women (Syria); Confederation of Right of Return Committees (Europe: Denmark, Sweden, Norway, Switzerland, Greece, Germany, France, Holland, Poland, Finland); Coordinating Committee of Palestinian Organizations Working in Lebanon (Lebanon); Council of National and Islamic Forces in Palestine (Palestine); Democratic Front for the Liberation of Palestine; Democratic Palestine Committee; Depopulated Towns and Villages Associations (Gaza, Palestine); Farah Heritage Society (Syria); Grassroots Palestinian Anti-Apartheid Wall Campaign (Palestine); Higher Follow-up Committee on Prisoners (Palestine); Higher National Committee for the Defense of the Right of Return (Palestine); Inevitable Return Assembly (Syria); Islamic Jihad Movement; Islamic Resistance Movement [Hamas]; Istiqlal Youth Union (Lebanon); Istiqlal Youth Union (Syria); Ittijah: Union of Palestinian Non-Governmental Organizations (Palestine); Jafra Youth Center (Syria); Jimzo Association (Palestine); Lajee Center, Aida Camp (Palestine); National Assembly of of Palestinian Civil Society Organizations (Palestine); National Committee to Commemorate the Martyr Ahmad al-Shuqairy (Jordan); National Nakba Commemoration Committee (Palestine); Palestine Democratic Union [Fida]; Palestine House Educational and Cultural Center (Canada); Palestine Liberation Movement [Fatah]; Palestine Remembered (US); Palestine Right of Return Coalition (Global); Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (Palestine); Palestinian Civil Society Coordinating Committee in Palestine and Abroad (Global); Palestinian Liberation Front; Palestinian National Democratic Movement (Palestine); Palestinian National Initiative; Palestinian People's Party; Palestinian Popular Struggle Front; Palestinian Refugee Rights Defense Committee (Balata Camp, Palestine); Palestinian University Professors Union (Gaza, Palestine); Palestinian Women's Grassroots Organization (Syria); Palestinian Youth Democratic Union (Syria); Palestinian Youth Organization (Syria); Palestinian Youth Struggle Union (Syria Branch); People's Assembly of the Towns and Villages Depopulated in 1948 (Palestine); Platform of Associations in Solidarity with Palestine (Switzerland); Popular Committees to Defend the Right of Return (Gaza, Palestine); Popular Front for the Liberation of Palestine; Popular Front for the Liberation of Palestine - General Command; Refugee and Right of Return Committee (Syria); Refugee Camp Popular Committees (West Bank & Gaza, Palestine); Refugee Executive Office (Palestine); Right of Return committee (Switzerland); Ruwwad Cultural Center (Aida Camp, Palestine); Salameh Association (Palestine); Secular Democratic State Group (Gaza, Palestine); Union of Right of Return Committees (Syria); Union of Women's Activity Centers, West Bank Refugee Camps (Palestine); Union of Youth Activity Centers, Refugee Camps (Palestine); Vanguard for the Popular Liberation War [Sa'iqa]; Women's Activity Centers (Gaza, Palestine); Yaffa Charitable Fund (Jordan); Yaffa Cultural Center (Balata Camp, Palestine); Youth Assembly (Gaza, Palestine); Youth Struggle Union (Lebanon)


Tratto da:

Palestinian parties and organizations to Abbas: Right of return non-negotiable
su Electronic Intifada
, USA, 25 settembre 2008
tradotto da Gianluca Bifolchi su Achtung Banditen


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