mercoledì 17 settembre 2008

Soldati, guerriglieri, terroristi e partigiani tra le fiamme del Caucaso

Il Caucaso è una polveriera e la miccia è corta. Pochi sembrano rendersene conto a causa della cronica mancanza di informazione su questa sciagurata regione del pianeta. Quando poi due eserciti cominciano a darsele di santa ragione, magari quello russo e quello georgiano, tutti lì a chiedersi come possa essere successo.

Ieri tra le brevi di PeaceReporter si leggevano due notizie inquietanti. La prima riportava: “Dieci guerriglieri uccisi in un'imboscata nel Daghestan, regione confinante con la Cecenia e con l’Ossezia.

Resta alta la tensione nel Caucaso, dove sono stati uccisi dieci guerriglieri durante un'operazione speciale dei servizi segreti (FSB) in Daghestan, una delle regioni più turbolente della Federazione Russa. Lo rendono noto le agenzie Itar-Tass e Interfax, che citano il portavoce daghestano dei servizi segreti. I guerriglieri sono caduti in un'imboscata organizzata dall'FSB mentre viaggiavano a bordo di un pullmino. Fra le persone uccise figurano il capo della banda, Zakir Navrusov, e un agente dell'FSB. A bordo del pullmino si trovavano fucili mitragliatori, esplosivi e munizioni.


L’agenzia Ria Novosti parla di una operazione antiterrorismo e sostanzialmente conferma quanto apparso su PeaceReporter. Secondo l’agenzia russa si trattava di guerriglieri (o terroristi, questione di punti di vista, ndr) appartenenti al gruppo militante di Emirbek Ragimkhanov, ucciso l’8 settembre insieme con ”l’emiro del Daghestan”, Ilgar Malachiyev, in una operazione speciale. Il gruppo, secondo un precedente articolo, conterebbe circa 40 membri e sarebbe responsabile della morte di cinque persone, tra cui tre poliziotti.
Secondo il Ministro della Sicurezza Nazionale dell’Azerbaigian, Malachiyev e il suo complice Samir Makhdiyev sarebbero responsabili per l’attentato dello scorso 17 agosto nella più grande moschea sunnita del Paese, Abu-Bekr, in cui morirono tre persone ed undici rimasero ferite.

L’agenzia precisa che attacchi sporadici da parte di terroristi (o guerriglieri, questione di punti di vista, ndr) sono piuttosto frequenti nelle repubbliche russe di Inguscezia, Daghestan e nella vicina Cecenia, benché il Cremlino abbia posto fine alla sua campagna per combattere terroristi e separatisti in queste regioni.

Poche ore dopo, sempre nella giornata di ieri un’altra notizia appariva tra le brevi di PeaceReporter: “Quattro soldati russi sono stati uccisi in Inguscezia, mentre viaggiavano in autostrada. La notizia è stata data dal ministro degli Interni della repubblica caucasica.”

Pochi giorni fa un'altra breve notizia era apparsa circa la Cecenia, sempre riguardo all'uccisione di un qualche militante da parte delle forze russe.

Nella mappa sopra riportata, presa dallo European Centre for Minority Issues, organizzazione tedesca che si occupa di conflitti etnici, si vedono in chiaro le aree di tensione o conflitto nel Caucaso. Il Daghestan non è neppure considerato una zona a rischio, nonostante siano frequenti gli attacchi terroristici, per ammissione dei Russi.

Questo blog cercherà di seguire le vicende caucasiche, sforando per quanto possibile la fitta nebbia della non-informazione. Riteniamo infatti importante conoscere quali partite si giocano in questa regione ai confini dell’Europa, strategicamente fondamentale per l’approvvigionamento di gas e petrolio.


Tratto da:
Brevi del 17 settembre 2008
su PeaceReporter, Italia, 17 settembre 2008
Ten militants killed in special operation in Daghestan
su RIA Novosti
, Russia, 17 settembre 2008
tradotto da Bruno Picozzi


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