domenica 28 settembre 2008

Ecuador: La scommessa del cambiamento

Il desiderio di cambiamento, di fondare un nuovo Ecuador, meno diseguale, più equo e giusto, costituisce la proposta del progetto di Costituzione che verrà sottoposta domani a referendum in questa nazione andina.

Questa Carta Magna, elaborata da un’Assemblea Costituente durata otto mesi, non è che il risultato di rivendicazioni accumulatesi negli anni e che si trasformarono in voti nel novembre del 2006 con l’elezione dell’economista Rafael Correa alla dignità di capo di stato.

La sua vittoria alle urne fu allora appoggiata da una maggioranza di popolo che, sospettosa verso i politici, ma armata di speranza, scommise sull’anelata trasformazione del paese.
Ci furono altre conquiste, come la consultazione del 15 aprile del 2007 sulla creazione di una Costituente con pieni poteri, durante la quale l’87,12% dei vontanti disse si all’Assemblea.

Subito dopo, il 30 settembre di quell’anno, gli ecuadoriani tornarono alle urne per eleggere i 130 membri di questa istituzione, che si incaricò di elaborare la nuova legge che domani sarà sottoposta a consultazione.

In quelle ultime elezioni, i sostenitori del presidente vinsero e occuparono la maggioranza dei seggi della Costituente, il che facilitò che si arrivasse a un progetto di Legislazione che chiudesse le porte al neoliberismo e aprisse il cammino alla costruzione di una società più giusta e solidale.

Per questo, il testo costituzionale costituisce il risultato di un processo di pace che cerca di consolidare la trasformazione di un paese ricco di risorse naturali, ma con una povertà che supera il 60% dei suoi 13 milioni di abitanti.

Per Correa, votare si per la Costituzione è un dovere ineludibile di tutti gli interessati a mettere fine alla disuguaglianza, alla miseria, al neoliberismo.
“Non vogliamo una società di poveri, vogliamo una società di proprietari, con uno sviluppo equo, una società con maggiore giustizia”, e ciò è riflesso nella nuova legge, ha sottolineato in chiusura di campagna elettorale nella notte di giovedì scorso.

Questi propositi si scontrano con una feroce resistenza mediatica che, controllata da gruppi di potere, si oppone alle riforme e ristrutturazioni proposte dalla Carta Magna, perché significherebbe la perdita dei loro redditi.

Articoli che stabiliscono la fine del latifondo, del monopolio nella gestione di terra e acqua, l’uguaglianza del diritto di acquisizione alla terra, ai mezzi di produzione e alla proprietà dello Stato sulle risorse naturali e strategiche, cozzano con gli interessi di questa classe danarosa, che per secoli si è arricchita nello sfruttamento delle risorse di tutti.

Perciò, la propaganda dell’opposizione, dei partiti di destra, è destinata a seminare timore, paura tra la popolazione, con dichiarazioni secondo cui questa legislazione porterà via la terra e la casa, e che il governo proibirà persino la proprietà privata.

Lo stesso presidente ha messo in guardia contro le intenzioni maliziose dell’oligarchia, che confonde il rafforzamento dello Stato con un presunto “iper-presidenzialismo”.

Correa ha sottolineato che vuole poter contare su uno stato capace di realizzare politiche che assicurino la sovranità energetica e alimentare, e ha chiarito che questa Carta Politica prevede tre tipi di proprietà: privata, sociale e solidale e di Stato.

Ha chiesto alla popolazione di non farsi ingannare da gruppi molto potenti che non hanno avuto scrupoli a mentire e manipolare delicati sentimenti e credenze, per non perdere i propri privilegi, i propri spazi e i fili con cui hanno sempre manipolato e controllato le coscienze.

Il Capo dello Stato ha sottolineato che la consultazione dovrà decidere tra due mondi, tra due modelli di sviluppo completamente differenti, nel settore economico, sociale, politico e ambientale.

I sostenitori del no, guidati dal sindaco socialcristiano di Guayaquil, Jiame Nebot, e altri leader di destra, sostengono che appoggiare questa costituzione toglierebbe poteri alle autonomie e darebbe maggiori privilegi al capo dello stato.

Gli ultimi sondaggi rivelano che la maggioranza degli ecuadoriani appoggia la nuova costituzione, che se verrà approvata sarà la ventesima nella storia di questa nazione.


Tratto da:
Ecuador: La apuesta al cambio di Leovani Garcia Olivarez
su Prensa Latina
, Cuba, 27 settembre 2008
tradotto da Gianluca Bifolchi per Achtung Banditen

Articoli di riferimento:
Domenica in Ecuador il referendum sulla nuova Carta Costituzionale


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