giovedì 11 settembre 2008

Torri Gemelle, 11 settembre 2001: da quel giorno il mondo è cambiato

L'11 settembre 2001 ha di fatto mutato l'ordine delle priorità, deviando sulla guerra al terrorismo molte delle risorse e delle attenzioni che erano state promesse alla lotta alla povertà e al sottosviluppo. Di conseguenza, i progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio hanno fatto segnare un preoccupante rallentamento che ne mette a rischio l'effettivo raggiungimento nei pochi anni che ci separano dal fatidico 2015.

Le torri gemelle

Il World Trade Center di New York era un complesso di sette edifici situato nella parte sud dell'isola di Manhattan ed era famoso in particolare per le Torri Gemelle o Twin Towers, distrutte negli attentati dell'11 settembre 2001 che coinvolsero anche l’edificio del Pentagono. Le vittime degli attentati furono 2974, esclusi i diciannove dirottatori. Tutti civili tranne i 55 militari morti al Pentagono.

Osama bin Laden, miliardario islamista sunnita a capo dell’organizzazione terrorista internazionale al-Qaeda, fu ritenuto principale ideatore e mandante di questi attentati.

Bin Laden ammise un suo diretto coinvolgimento negli atti terroristici dell'11 settembre 2001 solo nel 2004, tre anni dopo gli episodi, in un contestato video trasmesso dall'emittente del Qatar al-Jazeera pochi giorni prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti che segnarono l’inizio della seconda presidenza Bush. In precedenza Bin Laden non aveva comunque mancato di definire più volte gli Stati Uniti un paese ostile all'Islam e un nemico dichiarato da combattere "con ogni mezzo".

L'ultima localizzazione certa di Bin Laden risale al 2001 nella zona di Kandahar in Afghanistan. Dopo l'attacco dell'11 settembre gli Stati Uniti chiesero al governo afghano retto dai Talebani l'estradizione di Bin Laden, senza ottenerla. Questo rifiuto fu uno dei motivi riportati dalle fonti ufficiali statunitensi per il successivo attacco militare all'Afghanistan in cui lo stesso governo talebano fu rovesciato.

I tentativi di trovare e catturare Osama da parte dei contingenti militari americani in azione in Afghanistan non ebbero successo, nonostante massicci attacchi aerei compiuti nell'area di confine tra Afghanistan e Pakistan.

L’esatta ubicazione del suo rifugio rimane tuttora sconosciuta, anche se si ritiene che il luogo ove potrebbe essere rifugiato, assieme ad alcuni suoi fedeli collaboratori, sia localizzato nelle zone montuose al confine tra Afghanistan e Pakistan. Esistono anche ipotesi secondo cui Bin Laden sia stato ucciso da anni o che sia morto per cause naturali a causa delle sue precarie condizioni di salute. Secondo queste ipotesi tutti i messaggi audio e video attribuiti a Bin laden, compreso quello del 2004, sono dei falsi prodotti dalla CIA per giustificare la cosiddetta guerra al terrorismo.

L'espressione “guerra al terrorismo” è stata usata dal Presidente americano George W. Bush all'indomani dell'attacco terroristico alle torri gemelle di New York dell'11 settembre 2001, percepito dalla maggioranza dei cittadini americani come una aggressione alla loro nazione, al pari, se non più grave, di quella di Pearl Harbor nel 1941 ad opera dei giapponesi.

L'entità delle conseguenze dell'attacco terroristico hanno spinto Bush a dare seguito alle teorie elaborate a suo tempo nel documento “A New American Century”: vero e proprio programma degli elementi conservatori, indicati dai media di tutto il mondo come "neocon" (nuovi conservatori). Lo scopo espresso dal Presidente era ufficialmente quello di esportare la democrazia di tipo americano nel mondo intero con il ricorso non episodico anche alla guerra (considerata l'unica arma contro il fenomeno terrorista), come gli interventi in Afghanistan e in Iraq avrebbero dimostrato, affiancato in quest'opera da Israele con l'avvio della secondo conflitto col Libano del 2006 che mirava ad abbattere la potenza del partito fondamentalista sciita dell'Hezbollah.
Nel suo discorso tenuto sul luogo dell'attentato, pochi giorni dopo la tragedia, lo stesso Presidente statunitense annunciava una lunga e difficile “guerra” al terrorismo internazionale che si sarebbe dovuta combattere per almeno 30 anni.

Secondo le teorie sopracitate della nuova destra americana, il terrorismo troverebbe riparo e finanziatori occulti soprattutto nei paesi ove manca una democrazia compiuta. Alcuni Stati vicino e medio-orientali avrebbero tollerato non solo la presenza di noti terroristi sul loro suolo ma spesso ne avrebbero appoggiato più o meno apertamente le rivendicazioni.

Se la cosa può essere comprovata in qualche modo per l'Afghanistan, ciò non è peraltro dimostrabile per l'Iraq che, nel settembre 2006, gli stessi USA hanno dovuto riconoscere essere stato completamente estraneo al terrorismo internazionale nel corso della pur sanguinosa presidenza di Saddam Hussein. La scelta di attaccare l'Iraq piuttosto che l'Iran o la Siria, altri “paesi canaglia”, indicati quali contigui se non proprio sostenitori del terrorismo, è stata operata quindi su supposizioni e informazioni della CIA, dimostratesi poi assolutamente infondate, così come le informazioni relative alla presenza in Iraq di armi di distruzione di massa.

AfghanistanL'Invasione statunitense dell'Afghanistan è iniziata il 7 ottobre 2001, con l’obiettivo dichiarato di catturare il leader di al-Qaeda, Osama Bin Laden. La guerra iniziò come parte di una vasta operazione militare a scala mondiale conosciuta come Operazione Enduring Freedom.
A 45 minuti circa dall'inizio dei bombardamenti, George W. Bush e Tony Blair confermarono ai loro rispettivi paesi che era in corso un attacco aereo contro l'Afghanistan, ma che i bersagli delle bombe erano esclusivamente militari. I Talebani erano sguarniti dal punto di vista della contraerea, essendo solo in possesso di alcuni materiali della precedente guerra abbandonati dalle truppe sovietiche. Pertanto gli elicotteri Apache e diversi altri velivoli poterono operare senza grandi pericoli.

Nel corso dei bombardamenti, nessun aereo statunitense è stato abbattuto dal fuoco nemico. In pochi giorni gran parte dei campi d'addestramento erano stati danneggiati gravemente e l'antiaerea talebana era stata distrutta. La popolazione civile venne gravemente colpita con l'incedere del conflitto.

Mentre i paesi occidentali muovevano con operazioni aeree sul terreno combatteva l'Alleanza del Nord che il 9 novembre liberò la prima città, Mazar-i Sharif, mentre Kabul e Jalalabad vennero abbandonate dai Talebani il 12 e 13 novembre. Ai primi di dicembre anche Kandahar cadde: il regime talebano fu rovesciato e Hamid Karzai fu eletto Presidente.

Ma il conflitto continua ancora oggi e provoca danni e vittime senza che si riesca a favorire un minimo processo di pace. Il governo ha un ben limitato campo d'azione (Kabul e dintorni), e i Talebani stanno riacquistando influenza nel paese.

Come conseguenza della storia estremamente tormentata e soprattutto recente, l’Afghanistan si trova a tutt'oggi in una situazione di profondissima crisi economica e sociale, oltre a subire direttamente le conseguenze dei recenti conflitti (per esempio a causa del problema delle mine antiuomo sovietiche che rendono ancora pericolose vaste aree della nazione).

La missione ISAF, della NATO e altri paesi (per un totale di 37 stati), al gennaio 2007 contava su 32.500 soldati. Per quanto riguarda la missione ISAF, i contributi sono così suddivisi: 11.800 soldati americani, 6.000 britannici, 2.700 tedeschi, 2.500 canadesi, 2.000 italiani, 2.000 olandesi e 975 francesi.

Le statistiche sul numero di vittime in Afghanistan parlano di 15.000 morti tra i Talebani e alleati vari e poco più di 7.000 morti nella coalizione internazionale, per metà appartenenti alle forze di sicurezza afghane. Non vi è accordo sulle vittime civili poiché i giornalisti sono tutti al seguito delle forze della coalizione internazionale e le fonti ufficiali della coalizione tendono a negare perdite civili o a considerare tutti come terroristi talebani, anche vecchi e bambini. Forse, ma è un forse, si può parlare con moderazione di 10.000 vittime tra la popolazione. Solo nel 2008 sono stati uccisi fino ad oggi quasi 1.000 civili.

IraqLa guerra d'Iraq, o seconda guerra del Golfo, iniziò il 20 marzo 2003 con l'invasione dell'Iraq da parte di una coalizione formata da Stati Uniti d'America, Regno Unito, Australia e Polonia, con contributi minori da parte di altri stati, tra cui l'Italia.
Le truppe della coalizione prevalsero facilmente sull'esercito iracheno, tanto che il 1º maggio 2003 il presidente statunitense Bush dichiarò vinta la guerra e proclamò concluse le operazioni militari su larga scala. Tuttavia il conflitto prosegue. Esso si è trasformato in una guerra civile che vede da una parte le forze internazionali e il nuovo governo iracheno (e le milizie curde e sciite che lo appoggiano) e dall'altra un movimento di resistenza di cui fanno parte blocchi disparati che vanno da ex-membri del partito Ba’th e dell'esercito, a gruppi religiosi sunniti, etnici o tribali e a gruppi apertamente terroristici legati ad al-Qaeda.

I costi umani della guerra non sono chiari: l'unico numero noto con una certa precisione è quello delle perdite della coalizione pari a 4.188 morti ed oltre 28.000 feriti fino al 1 dicembre 2007.
Per le perdite irachene si va dai circa 30.000 morti pretesi dal presidente Bush ai circa 650.000 stimati in uno studio apparso nell'ottobre 2006 sulla rivista medica americana The Lancet. Oltre 30.000 sembra essere il numero dei soli combattenti iracheni morti dall’invasione ad oggi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di un numero di vittime civili in Iraq tra 104.000 e 223.000 al giugno 2006.

Oggi la coalizione internazionale può contare su circa 177.000 uomini affiancati da circa 50.000 mercenari stranieri (contractors) e quasi un milione di appartenenti a varie forze di sicurezza locali. Dal lato opposto combattono meno di 150.000 guerriglieri appartenenti a varie fazioni.

Come conseguenza della storia estremamente tormentata e soprattutto recente, l’Iraq si trova a tutt'oggi in una situazione di profondissima crisi economica e sociale, oltre a subire direttamente le conseguenze dei recenti conflitti. Dopo l'embargo stabilito dalle Nazioni Unite nel 1990 l'economia del paese entrò in crisi. Cibo e medicinali iniziarono a scarseggiare richiedendo l'intervento delle Nazioni Unite che decisero di scambiare petrolio in cambio di cibo e medicinali (Oil for food, 1996, e successivi scandali). Attraverso vari meccanismi gli Stati Uniti e la Gran Bretagna ottennero il controllo del flusso di petrolio. Alcuni parlano di un milione di vittime civili conseguenti alle ristrettezze provocate dall’embargo.
I medicinali e il cibo iniziarono ad affluire fino allo scoppio della Seconda Guerra del Golfo nel 2003, quando la situazione peggiorò nuovamente.
Molte infrastrutture sono state distrutte dai bombardamenti.

Le Torri Gemelle e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio

Il mondo ha la possibilità di sconfiggere la povertà estrema, le malattie, l'inquinamento ambientale ed innalzare la qualità della vita di ogni essere umano che abita il pianeta.

La civiltà globalizzata del terzo millennio possiede la ricchezza, la conoscenza e i mezzi per coronare il sogno di un'umanità affrancata dalla miseria e dalla mancanza dei bisogni di base.

Questa è la filosofia che spinse i Capi di Stato e di governo di tutti gli Stati membri dell'ONU, riuniti dal 6 all'8 settembre 2000 a New York nel "Vertice del Millennio", la più ampia riunione di leader della storia, a porre la propria firma in calce alla "Dichiarazione del Millennio" (United Nations Millennium Declaration).

In quell'occasione i leader mondiali affermarono la loro responsabilità non soltanto nei confronti dei rispettivi popoli, ma verso l'intera specie umana, definendo una serie di ambiziosi propositi da conseguire entro il 2015 (articoli 19 e 20 della Dichiarazione).

Da queste affermazioni, attraverso successivi incontri diplomatici con la partecipazione delle principali agenzie delle Nazioni Unite, presero corpo gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM): otto traguardi misurabili e inequivocabili, vincolanti per l'intera comunità internazionale, che affidavano all'ONU un ruolo centrale nella gestione del processo della globalizzazione.

Attualmente ci sono 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno, mentre circa metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di due dollari al giorno. Avendo poche possibilità di scelta o opportunità, essi sono condannati a vivere delle vite soggette a fame, malattia, analfabetismo, disoccupazione e mancanza di speranza. Molto frequentemente, essi non dispongono di cibo, acqua potabile, servizi sanitari di base, istruzione, assistenza sanitaria e moderni servizi energetici.

L’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, aveva sostenuto che, allo scopo di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, i Paesi donatori avrebbero dovuto raddoppiare gli attuali livelli di assistenza, portandoli a 100 miliardi di dollari all'anno. La Banca Mondiale, in un rapporto diffuso nel gennaio 2002, era giunta a simili risultati.

100 miliardi all’anno

Le Nazioni Unite e la Banca Mondiale concordano nell'affermare che il costo necessario all'eradicazione delle cause della povertà è pari a 100 miliardi di dollari all'anno.

Il costo corrente delle guerre in Iraq e Afghanistan nel bilancio ordinario del solo Dipartimento della Difesa americano ammonta a 16 miliardi di dollari al mese, pari a 138 dollari al mese per ogni famiglia americana. Mille miliardi di dollari sono gli interessi che gli Stati Uniti dovranno pagare fino al 2017 sul danaro preso in prestito per finanziare la guerra al terrorismo.

L'11 settembre 2001 ha di fatto mutato l'ordine delle priorità, deviando sulla guerra al terrorismo molte delle risorse e delle attenzioni che erano state promesse alla lotta alla povertà e al sottosviluppo. La centralità delle Nazioni Unite e l'approccio multilaterale per la risoluzione dei problemi internazionali sono stati rimessi in discussione dagli atteggiamenti egoistici portati avanti da molti Stati.

Da quel giorno, il mondo è cambiato.

Tratto da:
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/584
http://it.wikipedia.org/wiki/World_Trade_Center
http://it.wikipedia.org/wiki/Bin_Laden
http://it.wikipedia.org/wiki/Attentati_dell%2711_settembre_2001
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_al_terrorismo
http://it.wikipedia.org/wiki/Invasione_statunitense_dell%27Afghanistan
http://it.wikipedia.org/wiki/Afghanistan#Dal_2001_a_oggi
http://en.wikipedia.org/wiki/Civilian_casualties_of_the_War_in_Afghanistan_(2001%E2%80%93present)
http://en.wikipedia.org/wiki/Iraq_warhttp://www.carta.org/campagne/pace+e+guerra/13086


Nessun commento: