mercoledì 22 ottobre 2008

17 persone uccise da una bomba nel nordest dell’India

Almeno 17 persone sono state uccise e 30 altre ferite nello Stato di Manipur, in India nord-orientale, in seguito all’esplosione di una bomba, secondo una fonte ufficiale citata dall’agenzia PTI.

Il congegno è esploso alle 19:30 ora locale vicino a un centro di formazione delle forze di polizia contro i ribelli nella capitale di Manipur, Imphal. Secondo una fonte di polizia raggiunta dalla agenzia IANSA la maggior parte delle vittime sono civili.

Almeno tredici persone sono morte sul luogo dell’attacco mentre altri quattro sono morti in ospedale. Molti dei feriti sono gravi, secondo fonti citate dalla PTI.

Secondo il primo rapporto ufficiale, gli autori della strage hanno perpetrato l'attacco mentre molti civili e membri delle forze di sicurezza giocavano a carte e a fare scommesse, come consuetudine in India nei giorni prima della festa religiosa indù di Diwali.

Anche se per il momento nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità per l'attacco, sia detto che nel Manipur e nelle regioni adiacenti operano gruppi separatisti che chiedono l'indipendenza dall'India.

Il nord-est dell’India è formato da sette Stati, chiamati le "sette sorelle": Arunachal Pradesh, Assam, Manipur, Meghalaya, Mizoram, Nagaland, Tripura.

Gli abitanti di queste regioni, unite solo da un braccio di terra al resto del paese, sono differenti dal punto di vista etnico, culturale e religioso rispetto ai cittadini del resto del gigante asiatico.

Qui le attività dei gruppi separatisti lo scorso anno hanno causato la morte di 1.091 persone.
Molti degli attacchi sono diretti contro gli immigrati da altre regioni indiane in cerca di lavoro.
Fin dall’indipendenza dell’India (1947) le regioni chiedono uno statuto autonomo o, in alcuni casi, l’indipendenza dal governo centrale. Gli Stati più colpiti dalle attività dei separatisti sono l’Assam (che chiede la costituzione di un Stato indipendente, detto ‘Bodoland’, che comprende tutti i sette Stati del nord-est), il Manipur, il Nagaland (che chiede la costituzione di una federazione indipendente denominata ‘Grande Nagaland’ e comprendente anche l’Arunachal Pradesh, l’Assam e il Manipur), e il Tripura.

In oltre mezzo secolo il movimento indipendentista non è mai riuscito a formare un fronte unito. Al contrario, le tensioni tra i separatisti - di carattere politico, etnico, linguistico e religioso – hanno causato una frammentazione che ha portato alla costituzione di 112 gruppi guerriglieri. Tra questi figurano anche quelli delle minoranze etniche e religiose, formati in maggior parte dagli immigrati islamici provenienti dal Bengala indiano e dal Bangladesh, che subiscono continui assalti dalle popolazioni autoctone (di origine sino-tibetana e di religione induista, buddhista o cristiana).

Questo attentato è il peggiore registrato nel Manipur. Appena due giorni fa una bomba era esplosa vicino alla residenza del capo del governo della regione, Ibobi Singh, rimasto illeso. La rivendicazione era stata effettuata dal Partito Popolare Rivoluzionario Kamgleipak, uno dei gruppi separatisti nel Manipur.


Tratto da:
Gruppi indipendentisti del nord-est indiano di Sergio Trippodo
su Stringer, Italia
Mueren 17 personas por explosión de bomba en el noreste de la India
su La Tribuna, Honduras, 21 ottobre 2008
tradotto da Bruno Picozzi


Articoli di riferimento:
Centro Amilcar Cabral - Scheda sull'India


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