I soldati Thailandesi si sarebbero ritirati da un tratto di confine conteso con la Cambogia in prossimità del tempio Preah Vihear, costruito nove secoli fa, per evitare un possibile confronto militare.
"Si sono ritirati dalla nostra terra", ha detto per telefono il Generale Chea lunedì alla Reuters da una postazione di confine, poco prima dello scadere dell’ultimatum fissato da Phnom Penh per mezzogiorno per il ritiro di circa 100 soldati thailandesi dalla zona circondata dalla giungla.
"La situazione sembra essere tornata alla normalità", ha detto il Generale. "Le nostre truppe di occupazione sono nel settore da cui le truppe thailandesi si sono ritirate".
Tuttavia il militare thailandese ha detto che tutto era pronto per la guerra e i soldati non sono stati ritirati.
"Le forze armate thailandesi - esercito, marina e aviazione - sono pronte a proteggere la sovranità sulla nostra terra", ha detto il colonnello Sunsern Kaewkumnerd ai giornalisti dopo un incontro ad alto livello. "Non abbiamo ritirato le truppe e non lo faremo".
Dato l'improvviso picco di tensione solo cinque anni dopo che un tumulto nazionalista diede fuoco all’ambasciata thailandese a Phnom Penh a causa di una disputa su un altro antico tempio indù, Bangkok ha esortato i Thailandesi a "pensarci due volte" prima di andare in visita ai templi.
Prima del presunto ritiro, sia Phnom Penh che Bangkok hanno battuto sui tamburi di guerra, con il ministro degli Esteri thailandese Sompong Amornvivat che ha detto che il suo governo non avrebbe tenuto conto di un ultimatum dal Primo Ministro cambogiano Hun Sen. "Noi siamo nella nostra patria. Come è possibile che si aspettano da noi che lasciamo la nostra casa?", ha detto in risposta ad una domanda di un giornalista.
In un discorso a una conferenza economica a Phnom Penh, Hun Sen ha ribadito la scadenza per le forze thailandesi per ritirarsi, ma non ha detto quali conseguenze avrebbe avuto un rifiuto. Lunedì aveva affermato che le sue forze avrebbero trasformato l'area in una "zona della morte".
"Non lasceremo che i Thailandesi rimangano sulla nostra terra", ha detto, aggiungendo che i soldati cambogiani, molti tra i quali sono veterani di guerra Khmer rossi, gridavano verso le linee thailandesi: "Se volete morire, venite qui."
Il Primo Ministro thailandese Somchai Wongsawat aveva detto che Bangkok si sarebbe tirata indietro solo per permettere un più ampio sforzo comune per concordare una soluzione sulla frontiera contesa.
Singapore ha fatto appello ad entrambe le parti a dar prova di moderazione.
La tensione si è alzata da luglio, quando circa 1000 soldati su entrambi i lati del fronte si sono trincerati su una collina che fino a 10 anni fa era sotto il controllo dei residui dei Khmer rossi, l’esercito di Pol Pot.
Al centro della controversia è una zona di 4,6 kmq di giungla vicino al tempio che la Corte Internazionale di Giustizia ha assegnato alla Cambogia nel 1962, una sentenza che allora lasciò l’amaro in bocca a molti in Thailandia.
La controversia è quindi scoppiata nel luglio scorso dopo che le proteste finalizzate a rovesciare il governo thailandese presero di mira l’appoggio dato da Bangkok al tentativo cambogiano di far entrare le rovine indù nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Tratto da:
Thai soldiers pull back from border: Cambodia di Ek Madra
su Reuters, Regno Unito, 14 ottobre 2008
tradotto da Bruno Picozzi
martedì 14 ottobre 2008
Le truppe Thailandesi si ritirano dal confine con la Cambogia
Labels:
Cambogia,
Thailandia
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