sabato 25 ottobre 2008

Intervista al Presidente emerito Francesco Cossiga

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
«Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.
Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico PCI ma l`evanescente PD, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».


Quali fatti dovrebbero seguire?
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».

Ossia?
«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece?
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che?
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti?
«Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no?
«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».

Quale incendio?
«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.
E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E` dunque possibile che la storia si ripeta?
«Non è possibile, è probabile.
Per questo dico: non dimentichiamo che le BR nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il PD di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro.
La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».


Tratto da:
Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei di Andrea Cangini
su Governo Italiano, da QN, Italia, 23 ottobre 2008


2 commenti:

Bippi ha detto...

Gentile Presidente,

io non so per quale ragione Lei ha detto le parole che tutti abbiamo letto. Voglio pensare che siano state una provocazione delle Sue, nel qual caso Le direi che si tratta di una provocazione di pessimo gusto. Le Sue parole sono un’offesa gravissima a tutto ciò che un Paese democratico dovrebbe insegnare ai suoi figli e per questo incitano a una reazione forte. Io sono un uomo di penna e reagisco con la tutta la forza che so dare alle mie parole sdegnate. Ma francamente non mi stupirebbe se qualcuno stupido almeno quanto le Sue affermazioni, offeso in profondità dalla violenza delle stesse, si abbassasse al Suo livello di cultura democratica e tentasse di spaccarLe la faccia.
E sarei divertito nell’ascoltarLa poi affermare: “Vedete che avevo ragione? Son tutti terroristi!”

Ma si rende conto che Lei ha detto frasi di una violenza incredibile? Si rende conto che né Lei né nessuno come Lei ha il diritto di parlare al suo popolo con tale violenza? Si rende conto che Lei ha detto frasi degne dei più grandi criminali della storia? Frasi degne del sacco di Genova, degli eccidi di Cialdini, delle cannonate di Bava Beccaris, dei morti di Reggio Emilia. È questo, gentile Presidente, lo Stato democratico che Lei sogna per i Suoi figli? Che orrore gentile Presidente, che orrore!

La forza delle istituzioni, gentile Presidente, è nel consenso popolare. Lo Stato è forte sempre e solo del consenso del suo popolo, ma quel consenso che deriva dalla giustizia e dall’equità del potere, non da quello che viene attraverso l’opera di servi provocatori pronti a tutto lanciati dal Ministro dell’Interno a commettere crimini in nome e per conto di manifestanti pacifici. Lei intenderebbe devastare le città commettendo crimini efferati e darne la colpa a gente innocente. Questo si chiama terrorismo di Stato, crimine della peggior specie giustificato dalla ragion di Stato.
Ma a uno Stato criminale e assassino ci si ribella. A uno Stato come Lei lo vuole, gentile Presidente, si sputa!

La speranza è che nessuno di quei ragazzi cada nella Sua provocazione da osteria affinché nessuno di loro venga confuso con criminali della Sua specie, quelli che Lei teme perché a Lei sono simili.

Sappia che il mio giudizio non migliora certo nel sentir chiamati in causa certi personaggi che la storia giudica con benevolenza. Può anche darsi che sia vero che quel tipo di fermezza che Lei evoca sia stata a suo tempo condivisa e voluta da Berlinguer. I morti non possono difendersi e quindi sia la storia a giudicare. Ma glielo dico a muso duro, gentile Presidente, chiunque volle le azioni che Lei ha così lucidamente descritto fu un criminale e un giorno la storia lo tratterà come tale, che si chiami Andreotti o Berlinguer.
Nessun uomo che condivida le Sue parole ha diritto a un giudizio positivo da parte della storia degli uomini. Nessuno!

Inoltre ho voglia di darLe dell’ipocrita, gentile Presidente, Lei che sventola il pericolo di insegnanti criminali che indottrinano i bambini. Ma quando gli stessi insegnanti insegnano l’inno di Mameli o il rispetto per il tricolore, forse quello non è indottrinamento? Forse non indottrinano i bambini i tanti insegnanti di religione che, grazie a Lei e a pseudocredenti come Lei, insegnano a baciare la madonnina invece che a conoscere profondamente e a trattare con rispetto tutte le religioni?

Mettiamola così, gentile Presidente: Lei è un ipocrita perché vuole che i bambini siano indottrinati attraverso le dottrine che Lei condivide, ma se qualcun altro cambia registro allora Lei gli dà del criminale; Lei è ancora più ipocrita perché si professa credente cristiano ma giustifica e fomenta la violenza e l’assassinio come strumento di governo; Lei è un ipocrita al cubo perché si professa democratico mentre invece le Sue parole sono tinte dello stesso colore tetro del fascio littorio che, Le ricordo, era strumento di punizione a sangue ed omicidio.

Uscendo dalla metafora, gentile Presidente, le Sue parole sanno tanto di fascismo. E ci tengo ad essere chiaro: non quel fascismo della disoccupazione zero, dell’EUR e della palude Pontina ma quello delle violenze squadriste e del delitto Matteotti. Lei sarebbe stato un giusto compare di merende per Mussolini quando mandava soldati inconsapevoli al macello in Russia o a saccheggiare vigliaccamente Mentone.

La vigliaccheria del resto non Le deve essere estranea visto che Lei si permette gagliardamente di sfottere Veltroni e i suoi poveri atteggiamenti da snob. Lo vede più nel salotto di Chicago ad applaudire Obama che non in piazza a Roma a prendere le botte.
Ma mi dica, gentile Presidente, Lei ha mai manifestato contro il potere in mezzo alla povera gente, contestato un provvedimento ingiusto del Parlamento in mezzo alla povera gente, urlato contro un abuso del governo in mezzo alla povera gente? Lei, gentile Presidente, ha mai avuto la dignità di togliersi la giacca firmata e la cravatta di marca e rischiare di prendere le botte per affermare in mezzo alla povera gente il punto di vista in cui Lei crede?
Lei avrebbe almeno il coraggio di applaudire Obama o stringerebbe più volentieri la mano al miliardario assassino e bugiardo George W. Bush?

Me lo domando con un vero dubbio nel cuore perché se la sua democrazia è fatta di manganelli e pistole mandate a spegnere le fiamme prima che nasca l’incendio, allora – mi perdoni – Lei di democrazia non ha capito nulla. Identicamente a Bush.

La democrazia, mi permetta questo piccolo insegnamento, è dare potere alla gente, non toglierlo. La Sua idea di Stato che si fa forte di manganelli e servi provocatori non ha nulla a che fare con la democrazia e bene fanno gli studenti a brandire il numero contro l’ipocrisia Sua e di quelli come Lei.
Uno Stato come quello che Lei auspica non è democratico ma autoritario. Meglio erano i Savoia, i Borboni, gli Asburgo. Meglio era Mussolini che non si nascondeva dietro croci benedette e maggioranze parlamentari in conflitto d’interessi. Meglio Putin che della democrazia se ne frega e governa con la repressione delle libertà. Meglio i nemici che puoi riconoscere piuttosto che certi falsi democratici tutti casa e chiesa dalle cui manganellate non fai in tempo a difenderti.

Lei è in Parlamento da così tanti anni che non val la pena contarli. Lei ha forti responsabilità in quanto membro di quella classe dirigente che ha governato così male l’Italia. Lei, gentile Presidente, è uno di quei malfattori che ci lasciano in eredità un Paese così permeato di ingiustizia e disuguaglianza. È contro la giustizia e la disuguaglianza che gli studenti protestano. Ci pensi bene, gentile Presidente, perché se l’incendio scoppierà Lei troverà nella Sua mano il cerino fumante.

Ma la paura più grande è che le Sue parole non siano provocazione quanto piuttosto la pura e semplice verità. Nel caso anzitutto mi permetto di ringraziarLa in nome degli Italiani ingenui come me per averci svelato il vero volto di uno Stato democratico occidentale, per averci detto a chiare lettere che un governo di una democrazia parlamentare occidentale è criminale quanto e più di tutte le mafie del mondo.
Inoltre, se le Sue parole sono vere vuol dire che Lei ha veramente fatto ciò che afferma. In questo caso Le auguro sinceramente cento anni di galera dura e lavori forzati, a Lei in primis e con Lei a quel poliziotto che spaccò la faccia alla maestrina quando Lei era Ministro degli Interni. Siete entrambi due criminali e meritate per cento anni un bugliolo ruvido, duro e sporco come nel peggiore dei gironi danteschi.

Si vergogni, gentile Presidente, delle Sue parole e ancor di più delle Sue azioni.
Si vergogni da statista perché uno Stato democratico ascolta il dissenso e lo trasforma in critica costruttiva, non lo punisce con olio di ricino e manganello.
Si vergogni da cristiano quale Lei si definisce perché non saranno l’assoluzione di un Papa, due pater noster e la ragion di Stato a salvarLa dalla punizione che il Suo Dio riserva a tutti i peccatori impenitenti.
E si vergognino con Lei tutti coloro che Le danno ragione, siano o non siano democratici e cristiani. Essi sono il cancro dell’Italia e del mondo intero e per loro colpa l’ingiustizia regna sovrana.

Venga la vera cultura democratica a estirpare una pianta così maligna dal cuore dell’umanità e dalle istituzioni di questa nostra povera patria. Venga questo fiore benedetto prima che scoppi l’incendio e ci si ritrovi una volta ancora fratello contro fratello, padre contro figlio, amico contro amico, a spargere violenza e dimostrare, una volta ancora, che la storia non insegna nulla perché gli uomini sono sordi e ciechi e, come fanciulli stupidamente cresciuti, non sanno distinguere il bene dal male.

Si vergogni, gentile Presidente!

Bruno Picozzi

Anonimo ha detto...

Io, ho guadagnato un mare di soldi grazie a Michele Nista, vero e proprio genio di finanza e battaglie civili, e non mi stanchero’ mai di urlarlo. Come lo sto facendo oggi, e come lo faro’ ogni giorno da ora in poi. E in cambio, il genio e per benissimo Michele Nista, attraverso la eticissima Non Proft Company Hethepo, ha solo chiesto un aiuto ai piu[ poveri di mezzo mondo. Aggiungo, per concludere qui a seguito,, una attestazione di un, addirittura, Berlusconiano, a pro di Michele Nista, di qualche giorno fa ( io son nato in Inghilterra, e il mio italiano, e’ un po’, so-so, da qui, il mio voler aggiungere, questa attestazione).
CARO MICHELE, E' DA ANNI CHE SEGUO I MERCATI FINANZIARI CHE PARAGONO AD UNA GIUNGLA, PROPRIO PER QUESTO MOTIVO HO SEMPRE CERCATO PERSONE/SOCIETA' CHE, DIETRO COMPENSO MI PRENDESSERO PER MANO E MI AIUTASSERO AD ATTRAVERSARLA. TI RISPARMIO I NOMI DI QUESTI FANTOMATICI PROFESSIONISTI O PSEUDO GURU CHE MILLANTANO CONOSCENZE IN MATERIA CHE PROBABILMENTE UNO SCIMPANZE' HA MAGGIORMENTENE E A COSTO ZERO..POI UN GIORNO , PER CASO, SFRUGUGLIANDO QUA E LA' MI SONO IMBATTUTO IN UN SIGNORE DI NOME MICHELE NISTA CHE NON HO ANCORA IL PIACERE DI CONOSCERE PERSONALMENTE. EBBENE, MICHELE NISTA E' UN VERO PROFESSIONISTA, CON LA P MAIUSCOLA. DELLA "PIRELLI". UNA PERSONA CHE NON MILLANTA ASSOLUTAMENTE NULLA E CHE FORNISCE CONSULENZA ABBINATA AD UNO SCOPO UMANITARIO, IL CHE TI RENDE, SCUSA PASSO AL TU, UN "SUPER". SEI UNA PERSONA CHE FA DELLE PREVISIONI METTENDOCI LA FACCIA IN UN SETTORE DOVE DI RISCHIA DI ESSERE SPUTTANATI, PASSAMI IL TERMINE, DOPO UN SECONDO..NELLO SCORSO MESE DI GIUGNO, MENTRE I MERCATI ANDAVANO A C..O TU HAI PARLATO DI TIRONE IN SU, A PARTIRE DA SETTEMBRE. MANCAVA SOLO CHE DICESSI IL GIORNO E L'ORA E TI AVREBBERO FATTO SANTO. ANCHE QUESTA VOLTA HAI "CENTRATO". SCUSA SE MI SONO DILUNGATO MA AVEVO VOGLIA DI DIRTI COME LA PENSO.. TANTI PSEUDO ESPERTI DOVREBBERO IMPARARE DA TE. FAI PREVISIONI E NON HAI PAURA DI SBAGLIARE. GRAZIE MICHELE E TANTI AUGURI PER TUTTO, SALUTE CARDIOCIRCOLATORIA, IN PRIMIS


Luca
Associazione anti Mafascismo Berlusconiano, di Londra, UK. Mark D’Ambrosio
markdambronotopedofileBerlusconi@yahoo.co.uk