Paradosso nigeriano. Mentre gli sforzi fatti da Niamey negli ultimi anni per vincere la battaglia contro la malnutrizione sono noti, il Niger minaccia di espellere dal suo territorio l' organizzazione non governativa francese Medici Senza Frontiere (MSF). Attore principale in Niger dal 2001 nella lotta contro questo flagello, MSF ha visto le sue attività nutrizionali sospese tre mesi fa.
Martedì 21 ottobre a Niamey, la capitale, Marie-Pierre Allié, presidente della sezione francese di MSF, ha tentato di convincere le autorità a ritornare sulla loro decisione ed autorizzare l'ONG a riprendere in carico migliaia di bambini malnutriti nella regione meridionale di Maradi, al confine con la Nigeria. "Ascoltate, osservate la situazione, accettate il nostro aiuto oggi e discutiamo sulle modalità per lavorare insieme domani" , ha perorato richiamando la buona volontà del presidente Mamadou Tandja. Ma, mercoledì, alla sede parigina dell'ONG, ci si mostrava piuttosto pessimisti sulle possibilità di successo dell’iniziativa.
Nei giorni precedenti, il ministro della sanità, Issa lamina, aveva rimesso all’ordine del giorno un’accusa già sentita. Quella secondo la quale MSF esagererebbe "il numero dei bambini malnutriti allo scopo di ottenere fondi supplementari". Dall'inizio dell'anno, più di 60.000 bambini che soffrono per malnutrizione acuta sono stati ammessi nei centri nutrizionali di MSF. Ma per il ministro, la situazione nella regione di Maradi (2 milioni di abitanti) "non è drammatica".
"Che MSF Francia se ne vada. E’ compito dello Stato impiegare i mezzi necessari per prendersi in carico la salute della popolazione", ha detto alla radio pubblica.
I problemi di MSF con le autorità risalgono al 2005. "La crisi nutrizionale in Niger divenne in questo periodo un fenomeno mediatico di primo piano; intervennero decine di ONG ", ricorda Isabelle Defourny, un responsabile di MSF. Niamey non apprezzò affatto questa cattiva pubblicità. "La malnutrizione dei bambini è una malattia imbarazzante per le famiglie e per gli Stati che la subiscono", spiega.
Oggi, mentre il regime dà segni di irrigidimento politico, l'attivismo di MSF sottolinea la persistenza di un problema che il regime preferirebbe rinnegare. "Tuttavia il tasso di mortalità dei bambini di meno di 5 anni si avvicina al livello di quello di un paese in guerra", riporta con ansia Isabelle Defourny.
E’ per questa ragione che MSF aveva organizzato un programma che si rivolge non soltanto ai bambini in stato di malnutrizione acuta ma anche a quelli coinvolti moderatamente. Alla base di questi programmi c’è l' utilizzo di prodotti alimentari terapeutici pronti all'uso. "La regione di Ramadi era diventata un campo sperimentale che mostra l'efficacia preventiva del nostro approccio", sottolinea Isabelle Defourny.
Alle difficoltà di MSF con il potere nigeriano si sovrappongono, secondo MSF, le carenze dell'azione internazionale contro la malnutrizione." Questa non è una priorità per l'ONU ed i finanziamenti sono scarsi." Se così non fosse Niamey ci avrebbe certamente pensato due volte prima di interrompere i programmi dell'ONG.
Tratto da:
Le Niger menace d'expulser Médecins sans frontières di Christophe Châtelot
su Le Monde, Francia, 23 ottobre 2008
tradotto da Mario Squarotti
venerdì 24 ottobre 2008
Il Niger minaccia di espellere Medici Senza Frontiere
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