venerdì 31 ottobre 2008

Peggiora la crisi in Zimbabwe

Le violazioni dei diritti umani restano impunite e la crisi alimentare sta peggiorando in Zimbabwe mentre il Presidente Robert Mugabe e l'opposizione polemizzano sulla formazione di un governo di unità, secondo quanto riportato da Amnesty International.

Mugabe ed i leader dell'opposizione MDC hanno stabilito lo scorso mese di condividere il potere, ma i colloqui si sono impantanati sul controllo dei ministeri. L’accordo è considerato come critico al fine di invertire il collasso economico della nazione Sudafricana.
I cittadini dello Zimbabwe stanno lottando per sopravvivere tra una carenza cronica di carne, latte ed altri prodotti di base, a seguito del crollo del settore agricolo. Il paese dipende dagli aiuti alimentari e la malnutrizione è in aumento.

"Siamo preoccupati che i diritti umani non siano stati al centro del processo negoziale," ha detto Simeon Mawanza, esperto di diritti sociali dello Zimbabwe, in un comunicato stampa che accompagna una relazione sulla situazione umanitaria nel paese.
"Mentre le parti continuano a negoziare su dettagli politici, i cittadini più vulnerabili dello Zimbabwe sono sempre più a rischio di un’estrema carestia. Oggi molti cittadini dello Zimbabwe stanno sopravvivendo mangiando solo frutti selvatici.”

Amnesty di Londra ha detto che nessuno è stato ritenuto responsabile delle percosse, delle torture e delle altre violazioni dei diritti umani che si sono verificate prima delle elezioni presidenziali di giugno anche se diverse vittime intervistate potrebbero identificare gli aggressori.

Amnesty ha ricordato che i colpevoli appartenevano in genere alle forze di sicurezza del partito di Mugabe (Zanu-PF) o erano veterani di guerra pro-Mugabe.
L’ottantaquattrenne leader dello Zimbabwe ha accusato l'opposizione per lo spargimento di sangue che ha ucciso più di cento persone.

Le elezioni presidenziali di marzo, vinte da Morgan Tsvangirai, leader del Movimento per il Cambiamento Democratico, è stata generalmente pacifica, ma il ballottaggio di giugno è stato segnato dai diffusi attacchi ai sostenitori dell'opposizione da parte delle forze di sicurezza.
Tsvangirai ha rinunciato alla seconda fase, riferendo di attacchi ai suoi sostenitori. Mugabe ha vinto la competizione presentandosi come unico candidato, suscitando una protesta internazionale ed aprendo la strada per l'inizio dei negoziati per la condivisione del potere. Tali negoziati sono culminati nell’accordo del 15 settembre che ha dato speranza di una rapida ripresa economica.
Ma l'economia ha continuato ad intricarsi durante le settimane di sterili colloqui sulla formazione del gabinetto, ed ora ci sono timori che il prossimo raccolto potrebbe essere peggiore dello scorso anno.

Amnesty International ha detto che le violenze legate alle elezioni hanno peggiorato la crisi alimentare perché molte delle vittime erano agricoltori, troppo gravemente danneggiati per arare la loro terra durante la prossima stagione delle piogge.
"Se pensiamo che la situazione alimentare in Zimbabwe è brutta adesso, aspettiamo la fine dell’anno, quando metà della popolazione avrà probabilmente bisogno di aiuto" ha detto Mawanza. Ci sono circa 13 milioni di persone in Zimbabwe.


Tratto da:
Zimbabwe crisis worsens amid impasse di Paul Simao
su Mail & Guardian, Sudafrica, 31 ottobre 2008
tradotto da Mario Squarotti


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