martedì 21 ottobre 2008

Bolivia: maggioranza e opposizione trovano l'accordo

Dopo 12 giorni di intense riunioni, maggioranza e opposizione boliviane sono giunte al tanto atteso accordo che rende possibile l'approvazione di una legge che permetta di convocare un referendum popolare per la ratifica della nuova Costituzione già votata fra mille polemiche dall'Assemblea Costituente. La data prevista per il referendum è il 25 gennaio 2009 mentre le elezioni generali sono previste per il dicembre dello stesso anno.

Parte del merito dell'accordo raggiunto sicuramente deve essere dato al presidente Evo Morales che sembra essere andato in contro alle richieste dell'opposizione. Morales infatti da quando il nuovo testo costituzionale entrerà in vigore rinuncerà alla seconda rielezione prevista per il 2014. Non solo. Ampie concessioni e promesse di cambiamento sono state fatte dal presidente all'opposizione, che vedrà sostanziose modifiche anche rispetto al decentramento del potere amministrativo, alla riforma agraria e a quella della giustizia. L'opposizione, dunque, ha ottenuto una mezza vittoria se si considera che anche la redistribuzione dei proventi derivanti dall'industria petrolifera e dei gas entra a far parte delle modifiche al testo costituzionale.

Se da un lato il presidente è stato una pedina fondamentale nello scacchiere delle trattative, dall'altro anche i campesinos e gli operai boliviani hanno avuto il loro merito. Dopo settimane di proteste e una marcia lunga più di duecento chilometri, i manifestanti si sono fermati a El Alto, sobborgo a circa 20 chilometri da La Paz, minacciando l'ingrasso in città e il blocco delle attività del Congresso, qualora non si fosse trovato un accordo fra le parti. Anche lo stesso presidente si era radunato con loro e aveva lanciato un monito: “Approvino la Costituzione o se ne vadano a casa perchè bloccheremo i lavori del Congresso. L'opposizione deve smettere di ricattare e non vedere quello che vuole il popolo”.

La convocazione del referendum popolare sulla nuova Carta Magna deve essere approvata da due terzi del Congresso. Il Mas (Movimento al Socialismo, la formazione di Morales) non ha tutti questi voti a disposizione e anche per questo è stato costretto alla negoziazione con l'opposizione. Lo sanno bene i cocaleros, i campesinos, gli operai e i minatori che da settimane protestano al fianco del Presidente. E la città di La Paz è stata paralizzata per lungo tempo in attesa di vedere la fumata bianca provenire dai palazzi del potere in plaza Murillo. Nel bene o nel male forse proprio oggi inizia il nuovo corso boliviano. Quello per cui è stato eletto Evo Morales.


Tratto da:
Accordo raggiunto di Alessandro Grandi
su PeaceReporter, Italia, 21 ottobre 2008


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