martedì 28 ottobre 2008

Dopo la guerra in Ossezia, si rischia un altro conflitto in Abkhazia

Spentisi i riflettori dei mass media sul conflitto in Ossezia del Sud, la Georgia è ripiombata nel dimenticatoio. Ma questo non significa che tutto sia finito.
Se sul fronte sudosseto la tregua sembra reggere, rischia invece di riesplodere l'altro conflitto separatista, quello riguardante la ben più estesa e strategica regione dell'Abkhazia.


Sabato sera, colpi di mortaio sparati dal villaggio georgiano di Ganmukhuri hanno colpito una postazione delle milizie abkhaze nel villaggio di Pichori, nel distretto di Gali. Un militare separatista è rimasto gravemente ferito. E' seguito un violento scontro a fuoco durato cinque minuti. "Oramai capita ogni giorno", ha dichiarato il presidente abkhazo Serei Bagapsh. "Sul confine con la regione di Gali i georgiani hanno lanciato un'operazione terroristica di provocazione su larga scala. Ma vedo che gli osservatori europei non agiscono. Ma d'ora in avanti risponderemo a questi attacchi con tutta la forza a nostra disposizione, carri armai compresi".

Una pericolosa escalation di attacchi e contrattacchi
L'attacco georgiano di sabato è stato probabilmente una rappresaglia per l'attentato che al mattino aveva ucciso il sindaco del villaggio georgiano di Muzhava, nel distretto di Tsalenjikha, a ridosso del confine amministrativo con l'Abkhazia. Nell'esplosione era rimasto ucciso anche un altro civile georgiano.
Un'azione che, a sua volta, potrebbe essere stata ordinata in risposta agli 'omicidi mirati' compiti in Abkhazia, secondo i separatisti, da unità speciali dell'esercito georgiano. Venerdì un amministratore locale abkhazo era stato ucciso in un agguato nel villaggio di Dikhazurga, nel distretto di Gali. E mercoledì, a Gali città, era stato assassinato il capo dell'intelligence militare abkhaza assieme ad altre due persone.


Tratto da:
Georgia, attenti all'Abkhazia di Enrico Piovesana
su PeaceReporter, Italia, 28 ottobre 2008


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